Il caso De Luca, stavolta sulle liste
Ci sono nomi molto discussi nelle liste a sostegno del candidato presidente del PD in Campania: ora proprio De Luca e il PD hanno consigliato di non votarli
Subito dopo la vittoria di Vincenzo De Luca alle primarie del Partito Democratico in Campania, sono circolate molte notizie e discussioni riguardo l’effettiva opportunità di quella candidatura: se fosse eletto, infatti, De Luca rischierebbe una sospensione in base alla cosiddetta “legge Severino”, in quanto condannato in primo grado per abuso d’ufficio. Negli ultimi giorni i principali giornali si sono occupati di un’altra storia legata alle elezioni del prossimo 31 maggio in Campania: l’alleanza con l’UdC e le liste che sono state presentate in sostegno a De Luca. Una parte del PD ha criticato De Luca, è intervenuto Roberto Saviano e il PD nazionale ha cercato di trovare una soluzione dicendo alla fine che ci sono persone candidate che è meglio non votare, tanto che qualcuno ha chiesto polemicamente al PD di «fornire l’elenco dei candidati» che sono stati presentati ma che il PD ha consigliato «vivamente di non votare».
Le liste a sostegno di De Luca – il cui slogan è “Cambiare ora” – sono state presentate all’inizio di maggio e sono nove. Tra loro, oltre alla lista del Partito Democratico, c’è una lista dell’UdC, una dei Verdi, una del PSI e alcune liste civiche. I nomi più discussi sono molti e appartengono soprattutto alle liste civiche: c’è per esempio Enrico Maria Natale, ex Forza Italia considerato vicino a Nicola Cosentino (ex parlamentare oggi in carcere per vicende di camorra) e il cui padre è stato arrestato due volte per camorra; c’è Rosalia Santoro, moglie dell’editore del sito online Notix Nicola Turco, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa; ci sono Vincenzo De Leo, segretario del Fronte Nazionale a Casal di Principe, candidato nella lista “Campania in Rete” e Carlo Aveta, che ha detto al Corriere che «Su Mussolini serve più serenità». In un’altra lista a sostegno di De Luca, “Campania Libera”, c’è Tommaso Barbato, indagato per una presunta compravendita di voti alle ultime elezioni politiche; ci sono Mario Casillo, Angela Cortese, Nicola Marrazzo, per i quali la procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per peculato; e c’è Carlo Iannace, chirurgo di Avellino imputato in un processo che ha a che fare con il risarcimento di interventi estetici spacciati come oncologici. Alle elezioni regionali i consiglieri vengono scelti con le preferenze.
Dopo la presentazione delle liste alcuni parlamentari campani e esponenti del PD locale hanno parlato di candidati “impresentabili”, ma il caso è diventato una questione nazionale dopo che Roberto Saviano la settimana scorsa è intervenuto con un’intervista allo Huffington Post:
Te lo chiedo senza tanti giri di parole: nelle liste del Pd e della coalizione che sostiene De Luca c’è Gomorra?
Ti rispondo senza giri di parole: assolutamente sì. Nel Pd e nelle liste c’è tutto il sistema di Gomorra, indipendentemente se ci sono o meno le volontà dei boss. Il Pd nel Sud Italia non ha avuto alcuna intenzione di interrompere una tradizione consolidata. E cioè alla politica ci si rivolge per ottenere diritti: il lavoro, un posto in ospedale… Il diritto non esiste. Il diritto si ottiene mediando: io ti do il voto, in cambio ricevo un diritto. Il politico non dà visioni, prospettive, percorsi, ma dà opportunità in cambio di consenso. E De Luca, in questo, è uno che ci sa fare
Alla fine è intervenuto lo stesso De Luca, invitando a non votare i suoi candidati ritenuti inopportuni. Anche il vicesegretario del Partito Democratico, Lorenzo Guerini, in un’intervista al Mattino ha dato lo stesso consiglio: «Il PD in Campania ha stabilito principi molto chiari in merito a qualità delle liste, con un’applicazione di regole più rigorose dello stesso codice etico. Ma nonostante questo impegno molto forte messo in campo alcune situazioni di alcune liste alleate possono destare qualche interrogativo che un lavoro più attento avrebbe potuto evitare. Per questo mi rifaccio alle parole chiare di De Luca di non votare certi nomi, il nodo venga risolto con la competizione elettorale».
Dopo essere stato direttamente citato e criticato da Roberto Saviano, Raffaele Cantone, originario di Napoli e presidente dell’Autorità Anticorruzione, ha parlato delle liste in Campania dicendo: «La scelta del personale politico che rappresenta le istituzioni è fondamentale e dunque il tema vero per combattere la corruzione è la capacità della stessa politica di selezionare la classe dirigente, perché c’è un ambito dove le norme non possono arrivare. La politica deve fare le scelte e anche la società civile deve saper scegliere perché se le elezioni premiano certi personaggi che prima del voto erano considerati impresentabili, c’è un evidente corto circuito. Per contrastare certi fenomeni, dunque, il controllo più importante è il controllo democratico, a monte da parte di partiti e a valle da parte di cittadini».
Alle elezioni regionali De Luca sfiderà il presidente uscente, Stefano Caldoro, eletto nel 2010 dopo aver battuto proprio De Luca.