Lo sciopero nazionale dei mezzi pubblici di venerdì 15 maggio: gli orari
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Venerdì prossimo, 15 maggio 2015, è previsto uno sciopero nazionale del trasporto pubblico locale. Lo sciopero è stato indetto dall’USB Lavoro Privato per tutta la giornata, ma avrà modalità e orari diverse a seconda delle città.
Lo sciopero a Roma coinvolgerà i dipendenti ATAC, Roma Tpl e Cotral e durerà dalle 8.30 alle 17.00 e poi dalle 20.00 fino a fine servizio. Riguarderà, oltre agli autobus (anche periferici ed estraurbani) ai tram e alla metro, anche le ferrovie urbane Roma-Lido, Termini-Giardinetti e Roma-Civitacastellana-Viterbo.
A Milano l’orario previsto per lo sciopero dell’ATM – che gestisce metro, tram e autobus – è dalle 8.45 alle 15.00 e dalle 18.00 alla fine del servizio. Il prefetto Francesco Paolo Tronca ha tuttavia precettato i lavoratori di ATM per salvaguardare i servizi essenziali per EXPO, i mezzi pubblici dovrebbero quindi funzionare regolarmente per tutta la giornata.
A Napoli, l’ANM non garantirà il servizio di trasporto dalle 8.30 alle 17.00 e dalle 20.00 a fine servizio. Per quanto riguarda la Circumvesuviana lo sciopero durerà dalle 8.30 alle 13 circa e dalle 17 a fine servizio.
A Torino lo sciopero previsto per il 15 maggio del personale GTT è stato posticipato per Il Salone del Libro, in città dal 14 al 18 maggio. Lo sciopero è stato rinviato al 24 maggio.
A Bologna, il personale TPER sciopera dalle 8.30 alle 16.30 e dalle 19.30 a fine servizio, stesso orario anche per Ferrara. Per quanto riguarda i servizi ferroviari TPER in Emilia-Romagna il servizio è garantito dalle 6 del mattino alle 9 e dalle 18 alle 21, per le tratte segnate qui.
A Venezia, l’azienda per il trasporto pubblico locale, l’ACTV, aderirà allo sciopero nazionale: il servizio di navigazione non sarà garantito dalle 9.00 alle 16.30 e dalle 19.30 a fine servizio.
Sul sito dell’USB sono elencate le motivazioni che hanno portato allo sciopero di venerdì:
- i provvedimenti del Jobs Act;
- i continui innalzamenti dell’età pensionabile;
- le privatizzazioni selvagge che dirottano capitali pubblici verso soggetti privati;
- le pesanti discriminazioni imposte dal Testo Unico sulla Rappresentanza;
- le pesanti penalizzazioni di un contratto fermo da ben 8 anni.
Foto di Mauro Scrobogna/Lapresse