Il momento giusto per usare il cellulare mentre si guida
Due ricercatori hanno pensato a un nuovo modo per evitare di farsi distrarre dal cellulare in macchina: usarlo solo in certi momenti individuati scientificamente, e facendo solo alcune cose
Chun Jaemin e Anind Dey, due ricercatori della Carnegie Mellon University, in Pennsylvania, hanno realizzato un progetto per ridurre i rischi dell’utilizzo dei cellulari alla guida. Racconta un articolo dell’Economist che il progetto è stato presentato il 20 aprile durante la Conference on Human Factors in Computing Systems, un’importante serie itinerante di conferenze sul rapporto tra umani e nuove tecnologie, che quest’anno si è tenuta a Seul, in Corea del Sud.
L’incidenza dell’utilizzo dei cellulari sulla distrazione alla guida, e quindi sugli incidenti stradali, è stata dimostrata da tempo. A marzo del 2015 la AAA – un’ente statunitense paragonabile in qualche modo alla nostra ACI – ha pubblicato uno studio sulle cause degli incidenti stradali che riguardano i giovani, da cui è emerso che l’utilizzo dei cellulari ne è la seconda causa (la prima è la distrazione causata dalla presenza di altri passeggeri). I due ricercatori della Carnegie Mellon University hanno cercato di risolvere questo problema evitando di precludere l’utilizzo dei cellulari – i divieti esistono già oggi, e non bastano – e pensando invece a un sistema in grado di ridurne al minimo i rischi.
Per realizzare il loro studio Chun Jaemin e Anind Dey hanno analizzato il comportamento di 25 volontari, di età compresa tra i 19 e i 69 anni, su un tragitto di almeno 20 km. A ogni volontario sono stati fatti indossare 5 sensori (uno per ogni polso, uno per ogni piede, e uno in testa) più una fascia dotata di cardiofrequenzimetro (cioè in grado di rilevare i cambiamenti del battito cardiaco). Ogni automobile è inoltre stata dotata di due telecamere: una all’interno per riprendere le “azioni periferiche” che si compiono mentre si è alla guida, come mangiare, bere, cambiare stazione radio o cambiare posizione; la seconda telecamera è invece stata posizionata fuori dall’auto, per riprendere l’andamento delle altre macchine e quindi del traffico esterno. In più è stata aggiunta anche una scatola nera per automobile, in grado di monitorare l’interazione tra il comportamento della macchina e quello del guidatore.
Incrociando tutti i dati ottenuti i ricercatori sono riusciti a individuare quali sono i momenti in cui la concentrazione totale sulla guida può essere interrotta in condizioni di relativa sicurezza. Stando ai dati rilevati esistono cioè dei momenti in cui al guidatore rimane una quantità di capacità cognitiva – oltre quella che già mette nell’azione complessiva della guida – sufficiente a compiere alcune azioni con il proprio cellulare. Si tratta presumibilmente di azioni realizzabili con i comandi vocali del telefono, che non hanno a che vedere con le “azioni periferiche” di cui parlano i ricercatori: i momenti isolati da questo studio non sono quelli in cui si può impugnare il telefono e scrivere tranquillamente un sms, ma sono invece quelli in cui si può ascoltare un messaggio vocale o registrarne uno in risposta a quello ricevuto, limitando il rischio di distrazione la cui prima causa è solitamente proprio l’interazione con i passeggeri.
Lo studio è stato realizzato con un obiettivo preciso: creare un software che sia in grado di stabilire, con una sicurezza pari al 92 per cento, quali siano i momenti più adatti ad utilizzare il telefono durante la guida senza compromettere la sicurezza del viaggio. I ricercatori intendono poi ideare una versione personalizzabile di questo software, che tenga conto per esempio del fatto che alcuni guidatori preferiscono utilizzare il telefono quando si fermano al semaforo, mentre altri preferiscono farlo quando stanno percorrendo un tratto di strada rettilineo.
foto: Jonathan Brady/PA Wire