Expo la notte
Alessia Gallione racconta su Repubblica cosa succede quando i visitatori vanno via, finalmente
Su Repubblica di sabato Alessia Gallione racconta un po’ della parte di Expo ancora ignota a visitatori e lettori: quello che succede la notte.
Alle due di notte, sul Decumano è l’ora di punta. E come una città anche Expo si trasforma. Al posto dei palazzi: i padiglioni dei Paesi illuminati. Il silenzio rotto dalla musica che irrompe dalla Colombia dove i tecnici provano gli impianti, i suoni che sanno di deserto e che come un miraggio escono dall’oasi degli Emirati Arabi. E i martelli e i saldatori e i rumori metallici che, a tratti, tagliano l’aria negli spazi dove si continua a lavorare.
Nove ore, dalle 23 alle 8, che nessun turista vedrà mai e che coinvolgono, dicono le stime della società che gestisce l’evento, fino a 7mila persone. Quando sulla strada principale a prendere il posto dei visitatori arrivano le divise dei soldati rimasti quasi invisibili fino a quel momento, le guardie giurate, i poliziotti e i carabinieri, gli operai mentre le gru ancora stanno ritoccando le strutture, i ragazzi di Expo, pettorine blu e tablet in mano, spuntano le liste dei fronti da verificare. E danno indicazioni ai camionisti: “Palazzo Italia? Tutto dritto fino alla piazza e poi a sinistra”. Perché con il buio arrivano anche i motori: 400 ogni sera, in questo avvio.
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