È finita l’indagine NFL sul “DeflateGate”
E spiega che probabilmente i New England Patriots hanno davvero sgonfiato i palloni nella partita decisiva per qualificarsi al Super Bowl, che poi hanno vinto
A gennaio del 2015 la National Football League (NFL) ha aperto un’indagine sui palloni usati dai New England Patriots nella partita valevole per l’accesso al Super Bowl, la “finale” del campionato di football americano, poi vinta proprio dai New England Patriots. Il 6 maggio è stata pubblicata una relazione di 243 pagine scritta da Ted Wells, l’avvocato assunto dalla NFL per indagare su quei fatti: la relazione afferma che con molta probabilità quei palloni erano sgonfi e ed erano stati sgonfiati di proposito.
Un pallone sgonfio è più facile da prendere e tenere in mano dato che nel football americano ogni squadra, nel momento in cui attacca, usa i suoi palloni. Secondo la relazione commissionata dalla NFL erano stati due dipendenti della squadra – Jim McNally, addetto allo spogliatoio, e John Jastremski, un magazziniere – a sgonfiare i palloni. Nonostante questo non è però possibile determinare se quei palloni sgonfi abbiano potuto influire sul risultato della partita, che i New England Patrios hanno vinto battendo 45-7 gli Indianapolis Colts.
Wells ha scritto nella sua relazione che Tom Brady – il quarterback e il più rappresentativo giocatore dei New England Patriots – era probabilmente a conoscenza del fatto che i palloni erano sgonfi. La relazione spiega però anche che non ci sono prove del fatto che altre persone oltre a Brady, McNally e Jastermski fossero a conoscenza dei fatti. A gennaio, nei primi giorni dopo l’inizio del “DeflateGate” – il nome con cui la stampa americana ha riassunto la vicenda – Tom Brady aveva detto ai giornalisti di non avere alterato il peso dei palloni in nessun modo e di non avere notato che i palloni usati nella partita di domenica fossero più leggeri del solito, aggiungendo poi, per provare a “ridimensionare” la vicenda, una frase ormai diventata famosa: «Questa storia non è l’ISIS. Nessuno sta morendo». Giovedì 7 maggio Brady ha risposto alle domande di alcuni giornalisti dicendo di non aver ancora ben assimilato i risultati dell’indagine NFL, riservandosi di parlarne pubblicamente nei prossimi giorni.
Robert Kraft, il proprietario dei New England Patriots, ha commentato la relazione dicendo: «Rispetto il processo investigativo ma secondo me i tempi, le risorse e gli sforzi usati per arrivare a queste conclusioni sono incomprensibili». Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare una sentenza disciplinare da parte della NFL, che comunque non dovrebbe essere particolarmente grave: i New England Patriots rischiano una multa e forse la perdita della possibilità di scelta nel draft del prossimo anno (non potranno quindi scegliere alcuni giocatori che desiderano ingaggiare).
Foto: Streeter Lecka/Getty Images