Ci sono le code a Expo?
Non tanto per passare i cancelli, ma c'è da pazientare un po' per entrare in alcuni padiglioni, come quelli di Giappone o Brasile
Non ci sono ancora dati ufficiali sul numero di persone che sono entrate ad Expo dopo la prima settimana di apertura, ma gente dentro ne gira tanta. Durante la giornata quindi si formano code per vedere le attrazioni all’interno dell’Esposizione, ma in molti casi sono scorrevoli e molto può dipendere da quante persone hanno deciso di visitare proprio quel padiglione nel vostro stesso momento. Una buona idea per affrontare la visita ad Expo è quella di entrare dai cancelli già sapendo quali padiglioni volete assolutamente visitare, in modo da cominciare da quelli e non rischiare di non riuscire ad entrare per colpa della coda che vi fa fare tardi.
Per entrare attraverso i controlli dei cancelli di ingresso non si fa tanta coda nei giorni feriali: gli ingressi sono tanti e le file che si formano – soprattutto la mattina dalle 9.30 fino all’apertura delle 10 – sono molto scorrevoli. Ci sono file apposite per le scolaresche e sono quelle a scorrimento più lento – per queste c’è da tenere in conto una ventina di minuti di attesa all’incirca – mentre una persona che si presenta sola può anche metterci cinque, dieci minuti massimo a passare i metal detector e prendere la passerella che porta ad Expo. Nel weekend è previsto un maggiore afflusso di persone, quindi i tempi potrebbero alzarsi intorno alla mezz’ora di coda al mattino presto.
Le code più lunghe però non sono tanto all’ingresso, quanto all’interno del parco per visitare i padiglioni. Molto dipende da come è organizzato il padiglione all’interno: alcune nazioni hanno strutture in cui un numero limitato di persone possono accedere allo stesso tempo e questo è uno dei motivi principali per cui si formano attese lunghe. I padiglioni che hanno generalmente i tempi più lunghi di attesa sono quelli di Giappone e Brasile, ma anche quelli di Cina e Austria hanno spesso molta gente in coda. All’ingresso del padiglione del Giappone c’è un cartello che indica ai passanti il tempo che c’è da aspettare – mediamente mezz’ora, quaranta minuti, ma diventa facilmente un’ora nel pomeriggio – ma molti decidono comunque di mettersi pazientemente in coda perché è uno dei più belli dell’Expo, mentre davanti a quello brasiliano ci sono sempre molte scolaresche visto che l’attrazione principale è una grande rete elastica sospesa.
Uno di quelli che ha mediamente più gente in attesa di entrare è il padiglione degli Emirati Arabi: i visitatori entrano in un cinema per vedere un filmato di 8 minuti circa, e questo crea attese lunghe. Il problema è simile per quello austriaco: essendo un percorso attraverso un bosco in miniatura, c’è un preciso numero di persone che possono passare allo stesso momento. In altri padiglioni il problema si pone meno, perché il percorso che i visitatori devono seguire all’interno è più libero e non prevede limitazioni di persone o particolari attività fisse. Quindi ad esempio non dovreste attendere molto per fare foto al padiglione ad alveare del Regno Unito, né per osservare la struttura francese, che è molto ampia all’interno.