Bartolomeo Cristofori, l’inventore del pianoforte nel doodle di oggi
Nato oggi 360 anni fa, a Padova, ci mise un po' di tempo prima di ottenere l'ammirazione mondiale che merita per la sua invenzione
Bartolomeo Cristofori è ritenuto l’inventore del pianoforte, alla fine del Seicento, per via degli interventi innovativi che studiò sul clavicembalo, lo strumento a tastiera più usato al tempo. Della sua vita non si conosce molto (e il suo unico ritratto, di cui restano le foto, andò distrutto a Berlino durante la Seconda Guerra Mondiale), ma i documenti dicono che era nato a Padova il 4 maggio 1655, 360 anni fa.
Nel 1688 Bartolomeo Cristofori fu portato da Ferdinando de’ Medici a lavorare a Firenze sugli strumenti musicali della famiglia granducale, con interesse e insistenza del granduca per il suo lavoro inventivo e innovativo sulle meccaniche degli strumenti dell’epoca. Ma non è chiaro come i due si conobbero, anche se alcuni storici ipotizzano che il primo incontro avvenne durante una visita di Ferdinando a Venezia durante i giorni del carnevale. Cristofori accetto l’incarico con una paga di 12 scudi al mese e creò negli ultimi anni del XVII secolo due nuovi strumenti a tastiera, variazioni della spinetta, strumento a tastiera a corde pizzicate. Nello stesso periodo ideò alcuni altri prototipi, sempre di strumenti a tastiera.
In un documento di corte del 1700 c’è la prima menzione storicamente ritenuta affidabile del pianoforte:
Un Arpicimbalo di Bartolomeo Cristofori di nuova inventione, che fa’ il piano, e il forte, a due registri principali unisoni, con fondo di cipresso senza rosa…
Arpicimbalo era probabilmente il nome attribuito allo strumento da Bartolomeo Cristofori, ma questa formulazione indicò i termini che poi diedero il nome al pianoforte. La novità, che introdusse un suono completamente nuovo nelle variazioni e nel volume (e non apprezzatissimo all’epoca), era quella dei martelletti che percuotevano le corde al posto dei “salterelli” che le pizzicavano: e la meccanica che permetteva il loro rientro in posizione, lo “scappamento”. Cristofori con i primi modelli stava lavorando a un’idea che aveva da tempo: realizzare un clavicembalo con capacità dinamiche controllabili dall’esecutore, a differenza del clavicembalo tradizionale dove le corte potevano essere solo pizzicate senza controllare la dinamica (l’intensità del suono).
Cristofori ne costruì dapprima tre modelli, e altri nei decenni successivi: oggi ne rimangono tre, conservati rispettivamente al Museo degli Strumenti Musicali a Roma, al Metropolitan Museum di New York e al Museo degli Strumenti Musicali dell’Università di Lipsia.
Bartolomeo Cristofori continuò a lavorare presso la corte dei Medici anche dopo la morte di Ferdinando, avvenuta nel 1713. In seguito alle difficoltà economiche della corte, iniziò a vendere le sue invenzioni all’estero e tra i suoi clienti ci fu anche il re di Portogallo. Negli anni seguenti Cristofori continuò a costruire e a perfezionare i suoi pianoforti, lavorando insieme a Giovanni Ferrini, che sarebbe poi diventato uno dei più importanti costruttori di questi strumento.
Bartolomeo Cristofori morì a Firenze il 27 gennaio 1731.