Cos’è il “Bosco Verticale”, per i non milanesi
Non è un bosco, per cominciare: sono due grattacieli – con molti terrazzi, e molto verde – nel quartiere Isola di Milano, vicino alla stazione Porta Garibaldi
A Milano da diverso tempo si parla molto del Bosco Verticale: ne parlano parecchio i milanesi, ma per chi non vive in città non è così scontato sapere di cosa si tratta. Il Bosco Verticale sono due grattacieli alti rispettivamente 111 metri e 76 metri, costruiti tra il 2009 e il 2014 nel quartiere Isola, quello dove c’è la stazione di Porta Garibaldi. Il nome Bosco Verticale deriva dal fatto che durante i lavori di costruzione sulle ampie terrazze dei due grattacieli sono stati piantati oltre mille alberi, piccoli cespugli e piante da fiore. Piante, alberi e cespugli che negli ultimi mesi sono cresciuti e fioriti: il Bosco Verticale è stato progettato per ospitare tante piante quante ne ospiterebbero 7mila metri quadri di un normale bosco orizzontale.
La due torri che formano il Bosco Verticale sono state progettate dal Boeri Studio di Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra, uno studio d’architettura che negli ultimi anni si è specializzato nella progettazione di edifici in aree urbane da valorizzare o recuperare. Il Bosco Verticale è stato inaugurato nel 2014 e ha vinto, nel novembre di quello stesso anno, il premio International Highrise Award, un importante premio internazionale assegnato ogni due anni al grattacielo più innovativo del mondo. Si è conteso il premio finale con altri quattro grattacieli: il De Rotterdam di Rotterdam (Paesi Bassi), lo One Central Park di Sydney (Australia), il Renaissance Barcelona Fira Hote di Barcellona (Spagna) e lo Sliced Porosity Block di Chengdu (Cina).
Le due torri che formano il Bosco Verticale si trovano in via de Castillia e via Confalonieri, vicino al parco pubblico de “I Giardini di Porta Nuova” e al Giardino De Casitillia, un’area verde di 8mila metri quadrati. Il Bosco Verticale di Milano è parte di un grande e ambizioso progetto di riqualificazione dell’intera area di Porta Nuova, un progetto raccontato da un interessante e dettagliato articolo scritto da Francesco Costa per il nuovo numero di Studio. Il quartiere di Porta Nuova – descritto dal direttore di Studio come un “ex spazio lasciato a sé stesso oggi diventato pietra angolare delle nuove ambizioni della città” – è infatti parte del Progetto Porta Nuova, che ha portato negli ultimi anni al completamento della Torre Unicredit, alla realizzazione di Piazza Gae Aulenti e al miglioramento di Corso Como.
Foto:Gian Mattia D’Alberto / LaPresse