In Nepal non si cercano più sopravvissuti
I morti per il terremoto sono almeno settemila, l'ONU dice che servono 400 milioni di euro in aiuti umanitari per i prossimi tre mesi
Il Nepal ha detto che non c’è più alcuna possibilità di trovare altri superstiti del terremoto di magnitudo 7.9 che sabato scorso ha colpito il paese e causato almeno settemila morti e più di 14 mila feriti. Non si conosce la sorte di migliaia di persone che vivono nelle aree rurali e montuose intorno a Katmandu, la capitale del paese e la città più colpita dal terremoto. Tra i dispersi ci sono anche mille cittadini dell’Unione Europea. Secondo le Nazioni Unite, il Nepal ha bisogno di più di 400 milioni di euro in aiuti umanitari soltanto per i prossimi tre mesi: finora sono stati raccolti circa 5 milioni, l’uno per cento.
Le operazioni di soccorso sono rese particolarmente difficili dalla mancanza di mezzi a disposizione del governo nepalese. Ad esempio, BBC ha scritto che in tutto il paese sono stati impiegati per compiere i soccorsi soltanto 20 elicotteri in un’area grande centinaia di chilometri. Mancano anche i fuoristrada per raggiungere e portare medicinali e soccorsi nelle aree che non sono state completamente isolate dalle frane. Il governo nepalese ha ammesso che le sue forze di soccorso non erano preparate a gestire un’emergenza di questa portata.
Il terremoto di sabato scorso è stato il più forte a colpire il Nepal da 80 anni a questa parte. Il Nepal si trova in una zona altamente sismica, nel punto esatto dove milioni di anni fa la placca tettonica indiana si è scontrata con quella eurasiatica dando origine all’Himalaya, la più alta catena montuosa del mondo. Un terremoto di proporzioni simili era avvenuto nel 1934, causando decine di migliaia di morti. Secondo le rilevazioni satellitari, l’area colpita dal terremoto, circa 120 chilometri per 50, si è alzata di un metro e si è spostata verso sud di tre metri.