Gli scontri di piazza Taksim, in Turchia
Un corteo di manifestanti per la Festa del lavoro è stato fermato dalla polizia: ci sono stati più di 100 arresti e anche alcuni feriti
Ci sono scontri tra manifestanti e polizia a Istanbul, in Turchia: gli agenti hanno usato gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere una manifestazione che dal quartiere di Besiktas era diretta verso piazza Taksim. Scrive Al Jazeera che il governatore di Istanbul, Vasip Sahin, ha motivato l’azione della polizia spiegando che “la piazza non era adeguata ad accogliere la manifestazione” e che quindi “ci sarebbero stati rischi per la sicurezza di cose e persone”. Il governo turco guidato da Erdogan ha approvato alcuni giorni fa una legge sulla sicurezza che dava alla polizia molti più poteri in situazioni di questo tipo. Scrive il quotidiano turco Hurriyet – che segue gli eventi con un liveblog – che la polizia ha agito per disperdere circa 1.500 persone, arrestandone al momento 136. Le immagini mostrano anche alcuni feriti.
Piazza Taksim – di cui molto si parlò un paio d’anni fa, insieme al parco Gezi – ha una particolare rilevanza storica da quando il primo maggio del 1977 più di 30 manifestanti vennero uccisi da uomini armati che spararono su di loro. Nel 1980 il governo dichiarò illegali le celebrazioni della Festa dei lavoratori, che vennero riammesse soltanto nel 2009. Nel 2010 il presidente turco Erdogan permise di organizzare il corteo a piazza Taksim ma chiuse nuovamente la piazza l’anno successivo, adducendo preoccupazioni sulla sicurezza dei cittadini e su lavori in corso nella zona, motivazioni molto simili a quelle usate in queste ore da Vasip Sahin.
Già il primo maggio 2014 la polizia turca aveva usato cannoni ad acqua e lacrimogeni contro i manifestanti che, anche in quel caso, cercavano di raggiungere piazza Taksim: ci furono quasi 150 arresti e 90 persone rimasero ferite.