È morto Jack Ely, quello di “Louie Louie”
Aveva 71 anni, la sua versione di una canzone dei Kingsmen diventò famosissima e persino oggetto di un'indagine dell'FBI
Jack Ely, musicista e cantante statunitense dei Kingsmen, gruppo rock che negli anni Sessanta ha portato al successo la canzone Louie Louie, è morto a 71 anni nella sua casa di Redmond (in Oregon), dopo una lunga malattia.
Ely era nato a Portland, in Oregon, nel 1943. Da bambino i genitori gli fecero studiare pianoforte ma quando nel 1956 vide per la prima volta Elvis Presley in televisione, decise di cambiare strumento e iniziò a suonare la chitarra. La storia del successo di Jack Ely iniziò proprio in quegli anni e non fu legata solamente alla sua passione per la chitarra e per la musica di Elvis, bensì anche a una canzone: Louie Louie, scritta nel 1955 da Richard Berry, un musicista e cantautore americano. Si tratta di una semplice ballata che racconta la storia di un marinaio giamaicano che fa ritorno a casa dalla donna che ama.
La canzone originale non ebbe un gran successo. Nel 1963 tuttavia due gruppi decisero di farne una cover. I primi furono i Paul Revere & the Raiders, che la registrarono nello stesso studio di Portland in cui, nell’aprile dello stesso anno, la incisero anche i Kingsman. Lo studio di registrazione si chiamava “Northwestern Inc. Motion Pictures and Recording” e Louie Louie era la loro seconda canzone.
La Louie Louie dei Kingsmen che divenne un successo mondiale doveva essere in realtà la versione di prova del brano e fu registrata per sbaglio: Jack Ely cambiò involontariamente il ritmo dell’originale, rendendolo più veloce. Inoltre si racconta che il microfono di Jack Ely venne posizionato troppo in alto, ragione per cui le parole della canzone risultano quasi biascicate e incomprensibili.
Dalla posizione del microfono nacque una vera e propria leggenda. L’incomprensibilità del testo suggerì diverse interpretazioni: ci fu chi lesse tra le righe della canzone delle parole oscene e al limite del pornografico e chi invece pensava che nascondessero un linguaggio criptato. La leggenda divenne realtà quando l’FBI decise di avviare un’indagine, che durò ben 31 mesi, per stabilire se la canzone violasse o meno qualche legge. Il fascicolo dell’indagine è consultabile sul sito dell’FBI e contiene, tra le altre cose, diverse lettere di genitori che si lamentavano perché i figli ascoltavano la canzone apprendendo così espressioni e comportamenti sconvenienti. Alla fine l’FBI concluse l’indagine dichiarando di non essere in grado di interpretare le parole del testo. Grazie a queste accuse comunque Louie Louie è diventata famosa in tutto il mondo ed è tutt’oggi considerata una delle canzoni più rappresentative del rock degli anni Sessanta.
Poco dopo la registrazione del brano, Jack Ely litigò con il resto della band. Trascorse il resto della sua vita in tranquillità, lavorando in un maneggio e addestrando cavalli in Oregon. Stando a quanto sostenuto dal figlio di Jack Ely il testo di Louie Louie non nasconde doppi sensi o messaggi osceni.