Le 5 cose più importanti dell’ultimo episodio di Game of Thrones
Cosa è successo nell’episodio 5×03: dalla rivalità tra Cersei e Margaery al nuovo Jon Snow
di David Malitz – Washington Post
In termini di pura azione il terzo episodio della quinta stagione non ne ha avuta proprio una vagonata: c’è stata solo una scena di morte (va bene, due, se contiamo anche il tizio nella Casa del Bianco e del Nero). Se pensiamo agli episodi, futuri però, il terreno è stato molto preparato e sono state piazzate un bel po’ di fondamenta. Di seguito, i cinque temi più importanti dell’episodio.
Jon Snow fa sul serio
Jon Snow è sempre stato un giovane giusto e onorevole. Tranne che per un punto, diciamo. Il suo senso del dovere, chiaramente ereditato dal padre, è ammirevole, ma per raggiungere la grandezza nei Sette Regni non basta fare il tuo dovere. Ora che non è più soltanto un soldato tra i tanti ma è il Lord Comandante dei Guardiani della Notte, è venuto il momento di mostrare di che stoffa è fatto.
La pensa così anche Stannis Baratheon. Lui e il suo esercito si trovano ancora sulla Barriera e Jon gli chiede gentilmente per quanto tempo ancora si fermeranno. Ci vuole molto cibo per sfamare un esercito in più, dopotutto. Stannis gli dice che marcerà su Grande Inverno nel giro di due settimane e gli lascia il compito di occuparsi dei Bruti fatti prigionieri, dato che preferiscono bruciare piuttosto che combattere con lui. Jon suggerisce che Tormund (il nostro amico dalla barba rossa) potrebbe essere più disposto al compromesso di Mance Rayder, il capo dei Bruti giustiziato la scorsa puntata, ma Stannis non ha più tempo per queste cose. Si chiede invece che cosa ha intenzione di fare Jon con il suo rivale, Ser Alliser Thorne. Jon dice che lo terrà nei paraggi, cosa che Stannis trova piuttosto sconcertante. «Ho sentito dire che è meglio tenersi i nemici stretti», spiega Jon. «Chiunque l’abbia detto non deve averne avuti molti», risponde Stannis prima di andarsene.
Davos si ferma a parlare ancora un po’ con Jon e chiedergli aiuto nel progetto di invadere Grande Inverno. Per convincerlo che aiutare Stannis è la cosa giusta da fare gli ricorda anche il giuramento dei Guardiani della Notte. Se hanno il dovere di essere «gli scudi che proteggono il regno degli uomini», forse starsene seduti in un castello ghiacciato alla fine del mondo non è il modo migliore per farlo. Davos dice a Jon che finché i Bolton governeranno il Nord, il Nord soffrirà, lasciandogli qualcosa su cui riflettere.
Più tardi ritroviamo Jon mentre presiede la prima riunione da Lord Comandante. Maestro Aemon non è presente e scopriremo forse più avanti il motivo della sua assenza. È ora che Jon deleghi alcuni incarichi e lo fa prendendo alcune decisioni inaspettate; per esempio non dà a Ser Allister il compito di occuparsi delle latrine ma lo nomina Primo Ranger. Quel serpente di Janos Slynt non è così fortunato nel suo incarico. Jon gli ordina di andare a proteggere qualche vecchia rovina lontana, in un esilio irrilevante. Slynt – ex comandante della Guardia cittadina di Approdo del Re, che considerava l’esilio sulla Barriera un insulto già sufficiente – rifiuta di obbedire all’ordine di Jon. In particolare gli dice: «infilati il tuo ordine nel tuo culo bastardo».
Tutti abbiamo voluto dire qualcosa del genere al nostro nuovo capo con cui non siamo proprio d’accordo, ma abbiamo pensato fosse meglio non farlo. Janos si lascia sopraffare dalla rabbia e dall’orgoglio ed è una decisione di cui si pentirà per il (breve) resto della sua vita. Jon entra in azione e chiede a Olly di portargli la sua spada. Janos pensa che Allister lo proteggerà, ma si sbaglia di grosso: Allister si fa da parte e lascia che altri Guardiani della Notte lo portino al ceppo per le decapitazioni. In poco tempo l’arroganza di Janos («Il ragazzo pensa di potermi spaventare! Ma si sbaglia!») si trasforma in pianti e preghiere disperate per ottenere salva la vita, con la tesa poggiata sul ceppo: «Avevo torto! Mi dispiace non solo per questo, ma per tutto quel che ho fatto! Ci andrò, lo prometto. Ho paura. Ho sempre avuto paura».
Alcuni potrebbero definirla una scena patetica, altri un momento in cui viene mostrata la vulnerabilità umana. Un uomo è messo di fronte al suo essere mortale, chiede pietà e ammette i fallimenti di una vita. Mentre Jon torreggia sopra di lui con la spada in mano, ci aspettiamo che l’empatico Jon che conosciamo finisca per mostrare pietà. Ma quello è forse il vecchio Jon Snow. Quello nuovo gli falcia la testa con un colpo secco. Stannis, che osserva tutto questo da un balcone vicino, mostra la sua approvazione esprimendo il suo massimo entusiasmo: mezza smorfia e un minuscolo cenno col capo.
All’inizio per Jon è un po’ scioccante affrontare l’esecuzione, ma la cosa ha una certa sua poetica giustizia. È stato Janos Slynt, in qualità di comandante del Guardia cittadina di Approdo del re, ad aver venduto Ned Stark, cosa che ha portato alla sua decapitazione. E la scena richiama anche un altro famoso momento del primo episodio della serie, quando Ned Stark decapita Will, un Guardiano della Notte che aveva abbandonato il suo posto per paura di un’Ombra bianca.
Cersei riconosce alleati e nemici
Cersei Lannister sente il potere scivolarle sempre più lontano, ma non è il tipo da mollare senza aver combattuto. La sua influenza su re Tommen si sta indebolendo – diciamo più o meno ogni 47 secondi? – ora che lui e Margaery sono ufficialmente sposati, con tutto quel che comporta. Margaery si serve di una psicologia inversa piuttosto spiccia – puntando sulla sua virilità minacciata dalla presenza della madre – per convincerlo a sbarazzarsi di Cersei («È fantastico che ci sia lei a vegliare su di te, una lionessa che si prende cura del suo piccolo») ma l’approccio poco astuto di Tommen con la madre rivela chiaramente da chi viene il messaggio («Non ti manca Castel Granito? Non saresti più felice a Castel Granito?»)
Cersei decide di saltare gli intermediari e andare a parlare direttamente con la Regina. Margaery e le sue damigelle stanno chiacchierano della sua nuova vita notturna con il Re, quando compare Cersei. Margaery inizia subito con le frecciatine – «Vorrei avere del vino per te, ma per noi è un po’ presto» — e le due hanno uno di quei confronti estremamente cortesi dove la totale antipatia che provano l’una per l’altra è resa più evidente da ogni sorridente pugnalata. L’ultima se la aggiudica Margaery, quando chiede a Cersei se dovrà chiamarla Regina Madre o Regina Vedova, dato che sarà presto nonna. Il messaggio è chiaro: fuori i vecchi, largo ai giovani.
Se Cersei sta perdendo potere e influenza all’interno della struttura tradizionale, è tempo di cercare aiuto altrove. Entrano in scena i Passerotti, il gruppo religioso fondamentalista diventato sempre più forte ad Approdo del Re dopo la morte di Tywin Lannister. Continuano a far sentire la loro presenza nella capitale, stavolta interrompendo un gioco sessuale del Sommo Septon in un bordello, e facendolo poi sfilare in strada al grido di “peccatore, peccatore”. Il Sommo Septon si va a lamentare da Cersei e dal consiglio reale (quella vecchia canaglia di Pycelle è dalla sua parte: «I fatti privati di un uomo dovrebbero restare privati!») e chiede che Alto Passero, il leader della setta, venga giustiziato.
Ma è proprio l’opposto di quello che fa Cersei. Si avventura tra le masse di gente povera e maleodorante per incontrare il misterioso Alto Passero, e lo trova impegnato a distribuire zuppa e pane duro ai suoi affamati seguaci. Contrariamente a Lancel, che sembra un fanatico che ha subìto il lavaggio del cervello, Alto Passero sembra un tipo piuttosto pragmatico e onesto. Cersei lo informa che nonostante la richiesta della sua testa da parte del Sommo Septon, lei ha rinchiuso quest’ultimo nella Fortezza Rossa per il suo comportamento disdicevole. Accenna anche a un’alleanza con il movimento del Passero, dicendo che la fede e la corona sono i due pilastri della società, e che devono fare tutto il possibile per proteggersi.
Tyrion viene rapito da Jorah Mormont
Il viaggio di Tyrion/Varys per incontrare Daenerys fa una sosta a Volantis. Non è stata una decisione condivisa: Varys è tutto «ce la stiamo spassando, perché fermarci ora?», mentre l’umore di Tyrion è «sto davvero andando fuori di testa». Varys è preoccupato che qualcuno possa riconoscere Tyrion, ma Tyrion risponde che sono lontani migliaia di chilometri di Westeros (Volantis si trova sulla costa meridionale di Essos) e che per tutti sarà soltanto un altro nano ubriaco.
Varys e Tyrion si fanno strada al mercato e Tyrion scompare rapidamente per osservare una donna che sta predicando a una piccola folla sulla gloria del Signore della Luce. Dice che il Signore ha mandato una salvatrice, la Madre dei Draghi. La predicatrice individua Tyrion tra la folla e sembra scrutare nel profondo della sua anima, prima che lui, un po’ inquietato, si allontani con Varys in un posto più sicuro, un bordello. In questo ambiente raffinato, la ragazza più popolare è una sorta di cosplay di Daenerys. Tyrion si avvicina a una ragazza ignorata da tutti, e la definisce una «mente scettica»; mentre lei gli prende la mano per portarlo nel retro, Tyrion non riesce però ad andare avanti, senza dubbio per il rimorso e i sensi di colpa per quel che è successo con Shae.
Ma non riuscire a immergersi nel suo passatempo preferito non è la cosa peggiore che capita a Tyrion. Nel bel mezzo di un’altra delle sue attività preferite – urinare da una sporgenza – Ser Jorah Mormont gli spunta da dietro e se lo porta via. Varys l’aveva detto che non si dovevano fermare.
Ditocorto ha un piano
Se c’è una sola cosa che abbiamo imparato finora in 43 episodi, è che Ditocorto ha sempre un piano. Probabilmente ha molti piani, piani contingenti per tutti quei piani, e sta già pensando tre passi avanti a chiunque altro. Quindi quando lui e Sansa cavalcano verso Moat Cailin e lui le dice che dovrà sposare il figlio di Roose Bolton, Ramsay, dobbiamo credere che sappia il fatto suo anche se all’apparenza sembra una pessima idea.
A proposito di Ramsay, forse vi state chiedendo se venire riconosciuto come figlio legittimo da Bolton abbia posto fine alla sua sadica sete di sangue. Beh, penso che nessuno se lo sia chiesto davvero. Moat Cailin non è il più pittoresco dei paesaggi ma è ancora meno invitante con i corpi scorticati, appesi e lasciati penzolare. Ramsay racconta al padre (il tutto mentre continua a masticare il suo cibo) che le sue ultime vittime non avevano pagato le tasse e avevano rivendicato lealtà agli Stark. A quel punto Ramsay ha fatto quello che farebbe qualsiasi un pazzo: ha scorticato vivi padre, madre e un figlio davanti agli occhi di un altro figlio. Roose Bolton non è molto turbato da queste minuzie, avendo cose ben più importanti di cui preoccuparsi: dovesse scoppiare un’insurrezione, non ha abbastanza uomini per tenersi il Nord, e dopo la morte di Tywin l’alleanza coi Lannister è piuttosto inutile. I Bolton sono arrivati al potere alleanza dopo alleanza ed è il momento di farne una nuova. E qui entra in gioco Sansa.
Sansa è giustamente orripilata all’idea di mescolarsi con i Bolton dato che, come sapete, sono responsabili della morte di sua madre e di suo fratello. E non sa nemmeno in che guai si mette con Ramsay, l’unico uomo dei Sette Regni più sadico persino del suo ex marito, Joffrey. Ma Ditocorto sa usare le parole: la convince che l’unione è nel suo migliore interesse e che alla fine sarà la strada più rapida per vendicare la sua famiglia.
Quando Sansa e Roose Bolton si incontrano per la prima volta, lei lo fissa in un modo che non lascia equivoci, prima di fare un’educata riverenza e assumere un atteggiamento cortese. Mentre viene presentata a Ramsay vediamo che Myranda – il precedente passatempo di Ramsay, violenta e vendicativa quanto lui – la fissa con aria contrariata. Sarà sicuramente un problema per Sansa, nel futuro. Questa frase potrebbe essere il suo nuovo motto, a dire il vero.
Mentre Sansa viene accolta dalla sua vecchia ancella («Il Nord ricorda», le dice), Roose Bolton e Ditocorto approfondiscono i dettagli del matrimonio combinato. Bolton è scettico sulle buone intenzioni di Ditocorto ma spiega che il nome dei Lannister è sempre più debole: Jaime ha una mano sola, e ha più mani che alleati, Tommen è «un ragazzo debole», e la Regina Margaery adora Sansa. Da Approdo del Re arriva un messaggio per Ditocorto, Bolton rimane dubbioso ma Ditocorto gli lancia uno dei suoi ditocortismi dicendo «Ogni mossa ambiziosa è una scommessa».
Arya sempre più impaziente nella Casa del Bianco e del Nero
Arya è davvero pronta a dire addio ad Arya Stark? Questa domanda esistenziale le viene posta nei primi giorni della sua permanenza nella Casa del Bianco e del Nero. È una bambina impaziente e fondamentalmente pensa: basta sfregare i pavimenti, mettiamoci a sfregare facce. Jaqen H’ghar insegna a essere paziente e le fa una lezione in un irritante discorso da Yoda, che non può che essere irritante.
Arya subisce un po’ di nonnismo e riceve qualche frustata da una giovane apprendista (che chiama “stronza”) prima che intervenga a proteggerla Jaqen. Jagen le chiede: «Come puoi diventare Nessuno quando possiedi ancora le cose di Arya Stark?». Allora Arya raccoglie a malincuore tutto quello che possiede e lo getta in mare. Tranne Ago, la sua amata spada. Semplicemente non riesce a liberarsene, così la seppellisce sotto un mucchietto di sassi. Ritornata nella Casa si rimette a spazzare prima di venire incaricata di lavare il corpo dell’uomo apparentemente morto che aveva visto in precedenza nella Casa. Lo fa insieme alla ragazza che l’aveva picchiata; le chiede cosa succederà dopo al corpo ma le sue domande non trovano risposta. Siamo con Arya, mettiamoci a spazzare facce.
Che altro?
Il viaggio di Brienne e Podrick attraverso i retroscena continua. Brienne spiega perché era così devota a Renly, sostanzialmente perché l’aveva trattata come un essere umano, una rarità ai tempi in cui era una ragazzina sgraziata. Sa che è stato ucciso dall’ombra di Stannis e dice che si vendicherà. Nel frattempo ha intenzione di insegnare al povero ragazzo come stare in sella.
Qyburn è alle prese con qualche esperimento nel suo laboratorio. Vediamo un pauroso spasmo da una cosa coperta da un grosso lenzuolo. Sarà una Montagna-Frankenstein?
Theon/Reek è ancora un servo a Moat Cailin. Possiamo immaginare che prima o poi si incontrerà con Sansa.
Sul fronte Khaleesi non è arrivato nulla, ma possiamo dare per scontato che ha preso qualche maldestra decisione politica lontano dallo schermo.
© Washington Post 2015