Cosa ha detto Renzi sul naufragio
Matteo Renzi ha parlato alla Camera e al Senato di quello che è accaduto nel Canale di Sicilia: domani c'è un Consiglio europeo straordinario sul tema dell'immigrazione
Mercoledì 22 aprile, Matteo Renzi, presidente del Consiglio e segretario del PD, ha parlato alla Camera dei deputati e poi al Senato del naufragio avvenuto nella notte tra sabato e domenica nel Canale di Sicilia, nel quale si teme siano morte circa 850 persone. Ai due interventi sono seguiti i dibattiti e le dichiarazioni di voto sulle risoluzioni di maggioranza che accoglievano il discorso di Renzi e che sono state approvate da entrambe le aule, anche con i voti di Forza Italia.
Cosa ha detto Matteo Renzi
Domani, giovedì 23 aprile, si svolgerà un Consiglio europeo straordinario per discutere di immigrazione durante il quale sarà presentato il piano in dieci punti approvato durante una riunione straordinaria in Lussemburgo lunedì scorso dai ministri degli Esteri e dai ministri della Giustizia e degli Interni degli stati membri dell’UE. Renzi, dopo aver osservato un minuto di silenzio, aver citato il Vangelo e ringraziato Marina, Guardia costiera, Guardia di finanza, Carabinieri e sindaci, ha spiegato i quattro punti su cui il suo governo insisterà al Consiglio straordinario:
– combattere i trafficanti di uomini («gli schiavisti del XXI secolo»), per una questione di «dignità dell’uomo»
– scoraggiare alla radice la partenza dei migranti dalla loro terra con una forte una presenza delle organizzazioni internazionali nel sud della Libia
– rafforzare le operazioni europee (Triton, Poseidon)
– non affrontare l’immigrazione solo come una questione di sicurezza nazionale: occuparsi a livello europeo di accoglienza e allargare i principi che sono alla base dell’Ue. Una delle proposte dell’Italia riguarderà ad esempio le procedure di asilo e il fatto che siano gestite a livello europeo.
Renzi ha spiegato che «serve un approccio politico in Europa per affrontare il problema delle stragi di migranti nel Mediterraneo» dicendo di essere «molto ottimista che l’Europa possa cambiare passo: ho visto la reazione di queste ore, la convocazione di un Consiglio europeo è un passo straordinario di fronte a ciò che sta avvenendo». Ha poi dedicato gran parte del suo intervento alle critiche: verso le reazioni emotive dopo il naufragio dicendo che «non si affronta la questione degli sbarchi dalla Libia parlando alla pancia delle persone», verso «la retorica del mai più» che funziona solo «per uno spot televisivo», i dibattiti da talk show e «i dotti club di specialisti tecnici che sanno tutte le dinamiche geopolitiche ma dimenticano di dare una risposta». Ha criticato anche chi, nell’opposizione, fa «sciacallaggio» sulle morti dei migranti: «C’è un limite allo sciacallaggio delle opposizioni. Bisogna mantenersi umani, evitando di inseguire la demagogia anche in un dibattito parlamentare».
Il presidente del Consiglio ha poi spiegato che è necessario «passare dal tentativo di salvare le persone in mare», pur necessario, ad affermare «il principio che intervenendo in Africa nel lungo periodo l’Unione europea potrà di fatto restituire a se stessa la propria vocazione». Infine ha detto che gli obiettivi del terrorismo sono innanzitutto quelli di colpire l’idea stessa della cultura: «Quando i terroristi attaccano l’università di Garissa in Kenya, un museo in Tunisia, la redazione di giornale in Francia, dimostrano di sapere quali sono i loro obiettivi: ecco perché c’è tanto bisogno della forza culturale, valoriale, educativa del nostro paese». E ancora: «Non bisogna limitarsi a una risposta tecnica, una cosa doverosa. Ma questo è il Parlamento e ha il dovere di affermare l’idea dell’Italia per i prossimi 20 anni in cui il nostro ruolo come ponte dall’Europa all’Africa ha una prospettiva meno angusta rispetto a quella che si affronta nei talk show. In questo vi chiedo aiuto in vista di giovedì».
Prima di terminare il suo intervento Renzi ha citato, tra l’insofferenza soprattutto al Senato, alcuni versi del poeta spagnolo Pedro Salinas: «L’aria è ormai quasi irrespirabile, perché non mi rispondi: tu sai bene che quello che respiro sono le tue risposte. E ora soffoco», aggiungendo anche che «la mancanza di risposte da parte della comunità internazionale fa soffocare un’intera generazione».