Il Sudafrica userà l’esercito per proteggere gli immigrati
Dopo settimane di violenze xenofobe sugli stranieri, soprattutto da parte degli Zulu, il governo ha deciso di inviare i militari nelle zone più delicate
Il governo del Sudafrica ha deciso di schierare l’esercito per cercare di fermare gli attacchi contro gli stranieri che nelle ultime tre settimane hanno causato la morte di almeno sette persone, lo sfollamento nei campi di circa 5 mila persone, il rimpatrio volontario di altre 900 e che, come scrive il Guardian, «hanno fatto precipitare il paese in una crisi diplomatica».
Nosiviwe Mapisa-Nqakula, ministro della Difesa, ha precisato che i militari (di cui non è stato indicato il numero) saranno inviati in alcune zone di Johannesburg e Durban, le due città dove i migranti provenienti da Zimbabwe, Malawi, Mozambico e altri paesi africani sono stati presi di mira, e anche che avranno «una funzione deterrente contro i criminali».
Una delle aree che sarà interessata dalla nuova decisione è la township di Alexandra, una zona periferica di Johannesburg in cui vivono quasi soltanto neri, dove sabato scorso un uomo del Mozambico di 35 anni, Emmanuel Sithole, è stato accoltellato a morte in pieno giorno e dove nella notte di lunedì una coppia dello Zimbabwe è stata aggredita da uomini armati (ma sono sopravvissuti). Non è la prima volta che in Sudafrica si verificano attacchi del genere: nel paese fino a vent’anni fa era ancora in vigore la segregazione tra bianchi e neri. Nel 2008 almeno 62 persone furono uccise in diverse township di Johannesburg e centinaia di edifici furono incendiati in una serie di scontri tra la popolazione locale e gli immigrati. Anche in quell’occasione venne schierato l’esercito per ristabilire l’ordine, così come contro i lavoratori in sciopero nel 2012 e nel 2014.
Gli scontri più violenti di questi ultimi giorni sono stati probabilmente incoraggiati dalle dichiarazioni di Goodwill Zwelithinidel, re del gruppo etnico sudafricano degli Zulu (una carica importante dal punto di vista politico e simbolico), che durante un comizio ha detto che gli immigrati «dovrebbero fare le valigie e andarsene» e che «sporcano le nostre strade». I primi saccheggi sono iniziati a Durban, una città dove risiede un’alta percentuale di persone di etnia Zulu, a cui appartiene circa il 22 per cento della popolazione sudafricana, la più grande del paese. Il governo ha presentato l’intervento dell’esercito come «la risorsa finale», che sarà apprezzata dalle persone più vulnerabili; l’opposizione ha reagito parlando di «reazione eccessiva che ricorda il regime dell’apartheid», perché in quegli anni gli Zulu erano tra i gruppi etnici più discriminati.
Negli ultimi anni il Sudafrica ha avuto una notevole crescita economica e oggi è il paese più ricco dell’Africa: questo ha portato a un aumento anche del tasso di immigrazione: oggi si calcola che gli stranieri residenti in Sudafrica siano circa il 5 per cento della popolazione, cioè 2,5 milioni di persone. Le diseguaglianze sociali e economiche restano però ancora molto forti, soprattutto fra bianchi e neri.