Mohamed Morsi è stato condannato
L'ex presidente dell'Egitto è stato condannato a vent'anni di carcere per la violenta repressione delle manifestazioni alla fine del 2012
L’ex presidente egiziano Mohamed Morsi è stato condannato a vent’anni di carcere per incitamento all’uccisione, durante il suo mandato, dei manifestanti dell’opposizione durante le proteste che si sono svolte al Cairo alla fine del 2012. Morsi rischiava la condanna alla pena di morte, ma non è stato ritenuto colpevole di omicidio.
Il processo contro Morsi era iniziato il 4 novembre del 2014: fino ad allora l’ex presidente – che ha sempre negato ogni suo coinvolgimento alle proteste – era stato rinchiuso in un luogo mai reso noto al pubblico con l’accusa di omicidio e di incitamento alla violenza. Il suo avvocato ha detto che ricorrerà comunque in appello. La difesa, durante la udienze, ha sottolineato la mancanza di prove e ha ricordato che negli scontri erano morti anche dei sostenitori dell’ex presidente. Quella di oggi è la prima sentenza di condanna a suo carico: Morsi dovrà subire altri processi le cui sentenze sono attese per il prossimo mese.
Con l’ex presidente erano imputate nello stesso processo altre 14 persone: dodici di loro, per lo più membri dei Fratelli Musulmani, sono state condannate a 20 anni di carcere con le stesse accuse rivolte a Morsi e per aver «usato violenza contro i manifestanti, arrestati e torturati». Altri due uomini sono stati condannati a 10 anni di carcere. I 15 imputati sono stati però assolti dalle accuse di omicidio. Il verdetto, secondo diversi analisti, sembra essere relativamente mite rispetto a quello di altri processi contro i fratelli Musulmani che si sono conclusi con delle condanne a morte.
Morsi, esponente del movimento religioso dei Fratelli Musulmani, aveva giurato come nuovo presidente il 30 giugno del 2012 e era stato deposto nel luglio del 2013 da un colpo di stato guidato da Abd al-Fattah al Sisi, ex generale che nel 2014, dopo essersi dimesso dall’esercito, è stato eletto presidente con il 93,3 per cento dei voti nel corso di una votazione molto contestata. Dal dicembre 2013 il governo egiziano aveva dichiarato i Fratelli Musulmani un’organizzazione terroristica e ne aveva arrestato e poi condannato a morte centinaia di importanti esponenti e simpatizzanti.
I fatti per cui è stato condannato Morsi risalgono al 5 dicembre del 2012 quando era al potere e quando davanti al palazzo presidenziale del Cairo, in Egitto, c’erano stati violenti scontri tra i sostenitori del presidente e quelli dell’opposizione: gli oppositori di Morsi avevano organizzato una manifestazione contro un decreto che aumentava notevolmente i poteri presidenziali e per chiedere il rinvio del referendum popolare per approvare la nuova Costituzione, fortemente influenzata dai Fratelli Musulmani che avevano dettato le linee guida e condizionato la maggior parte degli articoli, dando un’impronta prevalentemente islamista ispirata alla Sharia, la legge islamica, a sfavore delle posizioni più laiche e liberali. Dopo le violenze, che avevano causato la morte di almeno dieci persone, i principali leader dell’opposizione avevano tenuto una conferenza stampa dicendo di considerare Morsi pienamente responsabile delle violenze.