Da oggi Google preferirà i siti per smartphone
L'algoritmo del motore di ricerca darà la precedenza ai siti che si vedono meglio sugli schermi più piccoli dei cellulari
A partire da oggi, Google favorirà i siti ottimizzati per i dispositivi mobili nella sua pagina dei risultati quando si cerca qualcosa tramite uno smartphone. È una delle modifiche più importanti applicate negli ultimi anni dall’azienda ai suoi algoritmi, cioè i sistemi che valutano i contenuti dei siti e ne decidono la gerarchia nella pagina dei risultati sulla base delle parole chiave inserite dagli utenti per cercare qualcosa. Google realizza di continuo piccole modifiche per migliorare i suoi algoritmi e di solito lo fa senza darne notizia, per evitare che i gestori dei siti se ne approfittino per fare svettare i loro contenuti a prescindere dalla loro qualità, ma considerata l’importanza della nuova modifica l’azienda statunitense aveva preavvisato i responsabili dei siti lo scorso febbraio, dando un paio di mesi per aggiornare i propri siti.
Già da qualche mese se si cercava qualcosa online tramite smartphone, Google contrassegnava alcuni risultati con un’etichetta per indicare la presenza di pagine ottimizzate per i dispositivi mobili, quindi più pratiche da navigare e da leggere su uno schermo di dimensioni ridotte. La nuova modifica fa sì che ora queste pagine compaiano ai primi posti nella pagina dei risultati su smartphone, in modo da potere accedere a siti che funzionano meglio sui dispositivi mobili e che comunque offrono contenuti pertinenti alle cose che sono state cercate.
La modifica agli algoritmi di Google interessa solo ed esclusivamente le ricerche effettuate tramite smartphone: per quelle eseguite sul browser del proprio computer non cambia nulla. Questo significa che in molti casi la pagina dei risultati per una determinata ricerca sarà diversa tra la versione per desktop e quella per mobile di Google. Il sistema, inoltre, non valuta solo i siti nella loro interezza per decidere se siano ottimizzati per dispositivi mobili o meno, ma le singole pagine: potrà quindi accadere, almeno nei primi mesi, che su mobile siano mostrati risultati verso pagine già ottimizzate per gli smartphone, ma ospitate su un sito che non ha ancora fatto tutti i compiti richiesti da Google. L’azienda ha messo a disposizione anche uno strumento per valutare la compatibilità del proprio sito (Il Post è stato promosso, ma se preferite potete leggerci anche tramite applicazione).
Il nuovo sistema potrebbe avere un notevole impatto per molti siti, soprattutto per quelli che non hanno ancora completato l’ottimizzazione. Si stima che su smartphone siano eseguite circa un terzo di tutte le ricerche online, con i restanti due terzi da desktop (un 5 per cento delle ricerche è eseguito tramite tablet, ma i risultati mostrati da Google in questo caso sono gli stessi di quelli per i PC). Anche se la quantità di ricerche tramite computer è ancora preponderante, si è assistito a una costante riduzione: nel 2012, per esempio, le ricerche tramite PC su Google erano l’85,6 per cento.
L’algoritmo modificato funziona da oggi, ma saranno probabilmente necessari alcuni giorni prima che sia disponibile completamente in tutte le versioni geografiche di Google. I siti che non si sono ancora adeguati potranno farlo nelle prossime settimane: il nuovo sistema funziona in tempo reale, quindi Google si accorge relativamente in fretta delle modifiche alle pagine per renderle ottimizzate per i dispositivi mobili.
A quanto pare sono comunque previste eccezioni, almeno nei primi tempi. Se per esempio si cerca il marchio di un prodotto, anche sulla versione mobile di Google viene mostrato tra i primi risultati il sito di quella marca, anche se non ha ancora ottimizzato le sue pagine per gli schermi più piccoli degli smartphone. L’obiettivo è comunque quello di incentivare il passaggio a sistemi che rendano più semplice la navigazione tramite dispositivi mobili, cosa che a Google interessa anche per vendere meglio la pubblicità: attualmente i banner pubblicitari su mobile non hanno una grande resa proprio perché i siti non sono ottimizzati per mostrarli al meglio, e Google è tra i principali gestori di pubblicità online. Le modifiche dovrebbero permettere all’azienda di rendere più redditizi gli annunci pubblicitari e di aumentare i ricavi.