I politici italiani secondo Google, di nuovo
Cosa racconta la funzione "autocomplete" del motore di ricerca a proposito di cosa pensiamo e cosa vogliamo sapere dei maggiori leader
Tra le altre funzioni con cui Google ha via via reso più facile ed efficiente l’offerta dei risultati attraverso il suo motore di ricerca c’è l’”autocomplete”, ovvero il suggerimento di alcune alternative per il completamento delle formule che immettiamo quando cerchiamo qualcosa. Il suggerimento è basato sulla valutazione e la sintesi delle ricerche effettuate più di frequente, spiega Google: “rispecchiano l’attività di ricerca di tutti gli utenti del Web e i contenuti delle pagine web indicizzate da Google”. L’unico filtro riguarda contenuti che possano essere violenti o offensivi o incentivare l’uso di siti con materiale pirata: per il resto il completamento automatico è effettivamente automatico, senza alcun intervento umano.
La funzione di autocompletamento è quindi interessante per avere un’idea sommaria delle ricerche più frequenti che gli utenti associano a determinati temi o nomi, e della prevalenza di determinati contenuti associati a quei temi o nomi. Niente di scientifico o di quantitativamente classificabile e comparabile, ma indicazioni potenzialmente interessanti. Un esempio su cui vedere l’effetto che fa può essere quello più frequentemente associato a sondaggi e ricerche sulla popolazione, ovvero quello della politica: dopo l’esperimento del 2013, abbiamo provato di nuovo a cercare su Google i nomi di alcuni uomini e donne politici noti, e leggere cosa Google ci dice delle curiosità o delle idee che abbiamo su di loro come delle associazioni col loro nome che hanno più attecchito in rete.