La cessione del Milan e cosa c’è di vero
Dopo mesi di voci e smentite ora le cose sembrano più concrete e imminenti: la proposta di cui si parla di più quella di Bee Taechaubol (e chi è?)
Da mesi circolano diverse voci su una possibile cessione del Milan, una delle squadre di calcio più forti e vincenti in Italia, da parte dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, che ne è proprietario dal 1986 tramite la Fininvest. In passato il Milan e Fininvest avevano sempre smentito voci e accordi riportati dai giornali riguardo una possibile cessione, mentre negli ultimi giorni hanno semplicemente detto di non poter commentare i numerosi articoli di giornale – l’amministratore delegato Barbara Berlusconi ha anche detto di avere firmato un non meglio precisato “patto di riservatezza” – suggerendo che alcune ipotesi di vendita abbiano acquisito maggiore solidità, come raccontato da alcuni resoconti di apparente affidabilità.
Come riportato dal Sole 24 Ore, negli ultimi giorni erano in corso due due diligence (cioè l’esame dei conti della società) riguardo il Milan, una da parte dell’imprenditore thailandese Bee Taechaubol e una da parte dell’imprenditore cinese Richard Lee. Da alcuni giorni sembra che la trattativa più solida riguardi Taechaubol: fra ieri e oggi sia Sky Sport sia la Gazzetta dello Sport hanno riportato che Taechaubol sarà in Italia dal 26 aprile per cercare di acquistare una quota del Milan, non è ancora chiaro se di minoranza o maggioranza. Ieri inoltre Taechaubol ha inviato tramite l’intermediario Victor Pablo Dana un messaggio al Corriere della Sera e via Twitter nel quale ha fatto sapere che avrebbe guardato la partita fra Milan e Inter (poi finita 0-0) e che mandava un “augurio caloroso” a Berlusconi e alla società.
Il Milan è stata per anni una delle squadre più vincenti in Italia e in Europa. Nel corso dei primi vent’anni della gestione Berlusconi ha vinto cinque Champions League, diventando la squadra italiana più titolata in ambito internazionale: in totale ne ha vinte sette, oltre a cinque Supercoppe Europee (nessuno in Europa ne ha vinte così tante) e quattro Coppe Intercontinentali (che oggi si chiama Mondiale per club). Ma il Milan non vince nessun trofeo, né nazionale né internazionale, da quasi quattro anni (nel 2011 ha vinto la Supercoppa Italiana battendo 2-1 l’Inter). Ultimamente, poi, la società è stata accusata di avere venduto i calciatori più forti della squadra e aver lasciato che giocatori “storici” si ritirassero senza poi trovare sostituti all’altezza: solamente negli ultimi quattro anni sono stati ceduti fra gli altri Zlatan Ibrahimović, Thiago Silva, Andrea Pirlo, Kevin-Prince Boateng, mentre hanno smesso di giocare Alessandro Nesta, Gennaro Gattuso, Massimo Ambrosini e Filippo Inzaghi. In tutto questo, secondo la Gazzetta dello Sport, la società ha accumulato alla fine della scorsa stagione 244,4 milioni di debiti e soprattutto non ha ancora uno stadio di proprietà (anche se a febbraio ha presentato un progetto per costruirne uno nella zona della vecchia Fiera di Milano), due cose che la rendono meno appetibile altre squadre europee meno forti.
Di che numeri si parla?
Ancora in questi giorni stanno circolando numeri molto diversi riguardo la cessione della società da parte di Berlusconi. Domenica sera il giornalista di Sky Sport Alessandro Alciato, che da settimane sta seguendo le trattative, ha riportato che Taechaubol acquisterà nelle prossime settimane il 20 per cento delle quote del Milan, e che si accorderà per acquistarne il 65 per cento l’anno prossimo. Alciato ha aggiunto che «la valutazione totale del club è di un miliardo, di un miliardo e due se si considerano anche le passività». Anche Enrico Currò su Repubblica ha confermato queste cifre, scrivendo anche di una “penale” da 25 milioni di euro che Berlusconi sarà costretto a pagare in caso di fallimento dell’affare. Più prudentemente, alcuni giorni fa il Sole 24 Ore ha scritto che «un valore di 500 milioni per la società rossonera possa essere una buona base di trattativa» (per fare un paragone: è stato stimato che due anni fa l’imprenditore indonesiano Erick Thohir abbia acquistato il 70 per cento dell’Inter per 250 milioni di euro).
Sull’edizione di oggi, la Gazzetta dello Sport di oggi ha invece scritto che la due diligence di Taechaubol è già finita e che l’imprenditore thailandese ha presentato un’offerta da 500 milioni per il 60 per cento delle quote del Milan (implicando quindi che la società abbia un valore complessivo di circa 833 milioni di euro). Taechaubol ha finora smentito di avere presentato offerte per il Milan, spiegando comunque di essere interessato all’acquisto e di ritenere il Milan un brand dal «notevole valore» nel mercato asiatico.
Chi è Taechaubol
Taechaubol ha 39 anni ed è un imprenditore thailandese. Secondo un profilo pubblicato su di lui da Goal.com è nato in Thailandia ma dopo un anno si è trasferito con la famiglia in Australia, dove è cresciuto. Secondo una scheda compilata su di lui dal Mfc Asset Management Public, un fondo di investimenti thailandese di cui faceva parte, si è laureato in ingegneria civile alla University New South Wales in Australia e ha poi ottenuto un master in Business Administration alla Sasin Business School di Bangkok, in Thailandia. La sua famiglia è nota per possedere il Country Group Thailand, una società che si occupa di investimenti immobiliari in Thailandia e Australia. Lui stesso si è occupato di gestione di fondi di investimenti per varie società. Nel mondo del calcio, Taechaubol è noto per essere il co-proprietario del Global Legends Series, una società che organizza partite amichevoli fra squadre composte da ex calciatori famosi per raccogliere fondi da donare a società di beneficenza (nella Global Legends Series è molto coinvolto, per esempio, l’ex capitano della Nazionale italiana Fabio Cannavaro).
Mike Ozanian, che per il sito di Forbes si occupa di questioni finanziarie legate allo sport, ha messo in dubbio il fatto che Taechaboul abbia abbastanza soldi per comprare il Milan e ha ipotizzato che Taechaboul stia cercando di attirare l’attenzione della stampa per trovare altri investitori interessati ad acquistare la società assieme a lui. Due anni fa, ha ricordato Ozanian, lo stesso Taechaboul aveva detto di non avere a disposizione 300 milioni di dollari per un altro affare ma «di sapere come fare per trovarli».
Gli altri possibili acquirenti
Fino a poche settimane fa l’acquirente più probabile sembrava essere Richard Lee, imprenditore di Hong Kong a capo di alcune società che si occupano del mercato del lusso in Cina. Due settimane fa era circolata la notizia – poi smentita – che Berlusconi avesse detto di avere venduto il 75 per cento del Milan «ai cinesi», cioè al gruppo di Lee, il quale comunque non ha mai commentato l’affare. Già nell’ottobre del 2014 Lee era stato visto a San Siro assieme a Berlusconi, ed era circolata la notizia che il Milan volesse collaborare con lui per rafforzare il proprio brand nel mercato asiatico. Nell’edizione di oggi, la Gazzetta dello Sport scrive che la due diligence del gruppo cinese di Lee è comunque ancora in corso.
Quattro giorni fa, inoltre, l’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani ha risposto sorridendo a una domanda sulle novità riguardo la cessione spiegando: «Forse può rispondere Bogarelli». Marco Bogarelli – oltre che essere stato in passato consigliere di Milan Channel – è il presidente di Infront Italia, la divisione italiana della potente e controversa società svizzera di consulenza che gestisce la vendita dei diritti televisivi delle più importanti partite di calcio giocate in tutto il mondo (comprese quelle della Serie A). Infront è stata di recente comprata dal Dalian Wanda Group, una grossa società cinese che gestisce cinema e alberghi. Lo stesso Dalian Wanda Group, secondo diversi giornali sportivi italiani, sarebbe interessato a collaborare con il Milan nella costruzione del nuovo stadio, nel caso il progetto venga approvato: e tutto questo si spiegherebbe anche coi progressivi tentativi di Infront di guadagnare influenza nel calcio italiano.
foto: OLIVIER MORIN/AFP/Getty Images