Il primo attentato dell’ISIS in Afghanistan
Almeno 33 persone sono morte e altre cento sono rimaste ferite in un attacco suicida a Jalalabad rivendicato dallo Stato Islamico
Verso le 8:30 di sabato 18 aprile a Jalalabad, città orientale dell’Afghanistan, sono stati compiuti quattro attentati suicidi in cui sono state uccise almeno 33 persone, e altre 100 sono rimaste ferite. L’attentato è stato rivendicato dall’ISIS (o Stato Islamico), il primo compiuto dal gruppo in Afghanistan. Secondo la polizia locale, solo una delle quattro esplosioni ha provocato dei morti: l’attentatore suicida si è fatto esplodere dopo aver tentato di entrare in una banca.
L’attacco è stato rivendicato tramite un messaggio firmato “ISIS Wilayat Khorasan” (cioè “provincia del Khorasan dell’ISIS”: Khorasan è l’antico nome della provincia più orientale dell’impero persiano). Nel messaggio c’era anche la fotografia dell’uomo che si suppone fosse l’attentatore suicida, seduto su un tappeto da preghiera, con una bandiera nera dell’ISIS sullo sfondo e una sciarpa a coprirgli il volto. I talebani, la principale forza che si oppone al governo afghano ed è già stato responsabile di molti attentati suicidi nel paese, hanno negato di aver compiuto l’attacco e ne hanno condannato gli esecutori.
Dallo scorso gennaio l’ISIS, un movimento estremista islamico che occupa gran parte dell’Iraq nordoccidentale e della Siria orientale, aveva annunciato la sua intenzione di espandersi in Afghanistan e Pakistan, due aree che indica nei suoi documenti con l’antico nome di Khorasan. A quanto sembra, l’ISIS sta attivamente cercando di fare proseliti nella zona e alcuni talebani insoddisfatti dell’attuale leadership del loro gruppo si sarebbero arruolati. Gli analisti dicono che non è chiaro se il “Wilayat Khorasan” è la divisione ufficiale dell’ISIS in Afghanistan o se non è piuttosto un’organizzazione semi-indipendente che ha dichiarato la sua affiliazione all’ISIS.