Claire Bretécher ha 75 anni
La storia della disegnatrice francese che ha deriso il conformismo dell'anticonformismo, il femminismo che si prende troppo sul serio e quelli che «pensano a sinistra e vivono a destra»
Claire Bretécher è una disegnatrice e fumettista francese nata a Nantes 17 aprile del 1940: oggi compie 75 anni. Ha raccontato la spocchia della generazione del Sessantotto, ha deriso il conformismo dell’anticonformismo, ha trasformato Santa Teresa d’Avila in una femminista, ha criticato in modo feroce la borghesia di Parigi e, nel 1976, è stata definita dall’intellettuale e filosofo Roland Barthes «il migliore sociologo francese» (qualcun altro parla di lei come di una specie di Woody Allen, ma francese e donna). Bretécher è stata anche, e per molto tempo, la prima donna a fare quel mestiere in un mondo in cui erano tutti uomini («Non mi è mai pesato anche se dovrei dire il contrario, conviene sempre passare per martire»).
Dopo aver insegnato disegno per un breve periodo, all’inizio degli anni Sessanta Claire Bretécher ha iniziato a collaborare con René Goscinny (quello di Asterix, Lucky Luke e dei racconti per bambini “Le petit Nicolas”). Dopo aver disegnato sia per Tintin che per il settimanale Spirou (le due riviste erano a quel tempo feroci rivali), all’inizio degli anni Settanta Claire Bretécher ha creato le sue prime serie (Les Gnan-Gnan, Les Naufragés, Fernand l’orphelin). Bretécher è però diventata più conosciuta collaborando con il periodico francese Pilote per il quale ha creato il personaggio di Cellulite, giovane principessa ninfomane stanca di aspettare il suo principe che va in cerca di uomini in una città medievale dove i pagamenti avvengono in dollari.
La celebrità è arrivata sempre negli anni Settanta attraverso Le Nouvel Observateur con la serie Les Frustrés (I Frustrati), all’interno della rubrica sociale «Nôtre époque», poi raccolta in diversi volumi monografici all’inizio auto finanziati e pubblicati da lei stessa. Si tratta di piccoli racconti di uomini e donne che spesso vivono in un contesto sociale e culturale piuttosto elevato. La femminista e storica francese Florence Montreynaud ha spiegato che Bretécher ha raccontato «gli snob, i figli dei borghesi sinistroidi, i deboli, i duri, i sessisti, le femministe, i genitori lassisti e i loro orrendi marmocchi viziati». Lei ha detto di aver raccontato tutti coloro che «pensano a sinistra e vivono a destra».
Negli anni Ottanta ha disegnato La Vie passionnée de Thérèse d’Avila in parte pubblicato per la prima volta in Italia (20 tavole in bianco e nero) su Linus nel 1981, ma il suo personaggio più famoso è Agrippine, che ha cominciato ad apparire nel 1988. Agrippine è una vivace adolescente di buona famiglia con tutta la noia e le preoccupazioni esistenziali tipiche della sua età, ma anche di una certa borghesia e di un certo femminismo: «Il fatto è che, anche nel femminismo, ci prendevamo terribilmente sul serio. Da una parte c’era il Bene, dall’altra il Male. Oggi è tutto più sfumato, più vago», ha dichiarato in un’intervista. Molte delle frasi pronunciate dai suoi personaggi femminili sono diventate in Francia di uso comune: «Sono troppo stanca per divorziare», «Voglio un uomo, ma senza cervello». Nel novembre del 2001 Canal Plus (canale televisivo francese) ha trasmesso la serie Agrippine, in 26 episodi.
Oltre ai fumetti, Claire Bretécher dipinge: tutta una serie di ritratti a colori, disegnati sui suoi album privati di schizzi sono stati ripresi e pubblicati in Portraits del 1983 e in Moments de lassitude pubblicato dall’autrice nel 1999.