Trump dice che Cina e Stati Uniti stanno negoziando sui dazi, ma la Cina lo smentisce: questo spiega molto di come sta andando la guerra commerciale

Parlarsi, o forse no

Yaroslav Moskalik è morto nell'esplosione di un'autobomba: è l'ultimo di una lunga serie di omicidi mirati contro ufficiali russi

È stato ucciso un altro generale russo in un attacco esplosivo a Mosca

L'accordo con la Russia proposto dagli Stati Uniti prevede il riconoscimento dell'occupazione russa della penisola, che per Zelensky è irrealizzabile

Perché l’Ucraina non può accettare di perdere la Crimea

Per distogliere l’attenzione dai suoi problemi politici il primo ministro Robert Fico ha puntato forte sulle teorie del complotto, ancora più di prima 

Lo stile paranoide nella politica slovacca

Uno studente minorenne ne ha accoltellati altri quattro, una è morta: sull'accaduto si sa ancora molto poco 

L’accoltellamento in un liceo di Nantes, in Francia

In India molti accusano il governo pachistano di essere il mandante dell'attacco di martedì e chiedono di rispondere, anche con l'esercito

Il rischio di ritorsioni e attacchi militari dopo l’attentato in Kashmir

In una lettera pubblica che ha creato un grosso scandalo, e fatto ripartire vecchie speculazioni su Gustavo Petro

Un ex ministro della Colombia ha accusato il presidente di dipendenza da stupefacenti

In reazione ai dazi di Trump, e nonostante le storiche resistenze di alcuni paesi 

L’Unione Europea sta provando a fare tanti nuovi accordi commerciali

La promessa di fare "90 accordi in 90 giorni" è ancora in alto mare, e intanto gli Stati Uniti stanno facendo grandi retromarce senza ottenere nulla in cambio

Fin qui la strategia di Trump sui dazi non sta funzionando

Storia di come una peculiarità che non notiamo quasi più abbia avuto una grande utilità quando le monete erano fatte di metalli preziosi

Perché le monete sono zigrinate

Eunuchi, fidati consiglieri e topi, usati dagli imperatori di un tempo e dai dittatori di oggi per non essere avvelenati a tavola

Chi assaggia il cibo dei potenti

Per ragioni evolutive l'abbiamo sempre allontanata il più possibile, ma ci sono anche degli svantaggi che iniziano a vedersi

Non abbiamo mai voluto avere niente a che fare con la nostra cacca

<p>Nell’ultima settimana si sono intensificati i bombardamenti del regime del presidente siriano Bashar al Assad in diverse zone della Siria, soprattutto attorno a Damasco, la capitale. In molte parti del paese la situazione per la popolazione è diventata insostenibile, <a href="https://www.ilpost.it/2015/04/12/yarmouk-siria-isis/">come a Yarmouk, il campo profughi palestinese a sud di Damasco</a>, e in alcuni quartieri di Aleppo, colpiti sistematicamente dai bombardamenti dei ribelli e del regime. Per molti analisti è diventato anche sempre più difficile fare previsioni sull’andamento della guerra nel breve periodo, a causa soprattutto della fluidità delle alleanze tra i molti gruppi islamisti presenti in Siria e della porosità dei confini, <a href="http://www.theguardian.com/world/2015/mar/12/wire-smugglers-people-islamic-state-isis-turkey-syria-border">in particolare di quello tra Siria e Turchia</a>.</p>
<p><b>Chi controlla cosa?</b><br />
Semplificando molto, la Siria è oggi divisa in quattro grandi aree. L&#8217;ovest del paese, soprattutto nelle zone sulla costa mediterranea e al confine con il Libano, è sotto il controllo delle forze fedeli ad Assad. Il nord-ovest è controllato da diversi gruppi di ribelli: forze sempre più radicali e islamiste, come il Fronte al Nusra, e sempre meno gruppi moderati. La battaglia tra esercito siriano e ribelli è particolarmente evidente ad Aleppo, una delle città contese dove la guerra ha provocato più danni e sfollati di tutto il paese. La fascia di territorio che va dal centro-nord fino al confine orientale siriano è controllata per lo più dall’ISIS. Nella punta nord-orientale della Siria, e in quella nord-occidentale, è forte invece la presenza dei curdi (due mappe dettagliate e facili della situazione in Siria si possono vedere <a href="https://pietervanostaeyen.files.wordpress.com/2015/04/2000px-syria8.png">qui</a> e <a href="http://www.nytimes.com/interactive/2015/03/12/world/middleeast/syria-civil-war-after-four-years-map.html?ref=world">qui</a>). Rispetto a qualche mese fa – dove sembrava che fossero rimaste come forze maggiori solo il governo di Assad e l’ISIS – <a href="http://icsr.info/2015/04/icsr-insight-state-al-qaeda/">sono cresciuti il Fronte al Nusra</a>, cioè il gruppo che rappresenta al Qaida in Siria – e i curdi, che sono riusciti a riprendere il controllo di alcuni territori prima controllati dall’ISIS, come la città di Kobane.</p>

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<p><strong>Damasco e dintorni</strong><br />
Gli aerei da guerra dell’esercito siriano hanno intensificato gli attacchi su alcuni quartieri di Damasco controllati dai ribelli. L’Osservatorio siriano per i diritti umani – organizzazione non governativa pro-ribelli con base a Londra – ha detto che almeno dieci persone sono rimaste uccise in alcuni bombardamenti nel quartiere di Zadbean, nel sud-est di Damasco. Gli scontri tra esercito fedele ad Assad e gruppi che si oppongono al regime si sono intensificati anche a Ghouta orientale, altro quartiere della capitale, dove secondo l’Osservatorio negli ultimi 10 giorni sono state usate diverse armi pesanti, tra cui i missili terra-terra. La situazione più grave è però probabilmente a Yarmouk, il campo profughi palestinese a sud di Damasco che di recente è stato attaccato dall’ISIS: la giornalista americana Liz Sly <a href="https://www.ilpost.it/2015/04/12/yarmouk-siria-isis/">ha scritto</a> sul <em>Washington Post</em> che Yarmouk è diventato “il simbolo più estremo della miseria causata dalla guerra in Siria”. Le Nazioni Unite sono state costrette a sospendere i rifornimenti di cibo ai profughi a causa degli scontri tra miliziani dell’ISIS e gruppi palestinesi che li combattono.</p>
<p><strong>Aleppo</strong><br />
La situazione continua a essere molto grave anche ad Aleppo, dove la scorsa settimana il quartiere di Sulaimaniyah – abitato prevalentemente da cristiani e armeni – è stato colpito da razzi lanciati dai ribelli. Il sito <a href="http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2015/04/syria-idlib-good-friday-massacre-conflict-fighting-death.html"><em>al Monitor</em> dice</a> che decine di persone sono rimaste ferite e intrappolate sotto le macerie. Ad Aleppo si combatte una delle battaglie più dure di tutta la guerra: la situazione per gli abitanti della città è diventata ancora più grave dal 28 marzo scorso, quando alcuni gruppi islamisti, tra cui il Fronte al Nusra, <a href="https://www.ilpost.it/2015/03/28/al-nusra-idlib-siria/">hanno conquistato Idlib</a>, che si trova a circa 60 chilometri da Aleppo. Idlib è stata la seconda capitale provinciale a essere persa dal regime di Assad (la prima era stata Raqqa, conquistata dall’ISIS): da quando al Nusra ne ha preso il controllo, diverse parti della zona circostante hanno cominciato a essere colpite da frequenti blackout e da forti limitazioni delle comunicazioni e dell’accesso a internet.</p>

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<p><strong>Le città contese e i barili-bomba</strong><br />
<a href="http://www.aljazeera.com/news/2015/04/killed-damascus-suburbs-shelling-150416064302297.html"><em>Al Jazeera</em> ha scritto</a> che nelle ultime settimane il regime di Assad ha bombardato – oltre che Damasco e Aleppo – anche alcune zone di Homs, Hama e Latakia (nell’est), di Dar’a (nel sud) e di Hasakah e Deir ez-zor (nell’ovest). Il regime ha fatto anche largo uso dei barili-bomba, con l’obiettivo di creare il maggior danno possibile nelle zone colpite. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha detto che negli attacchi aerei sono rimasti uccisi dall’inizio di aprile 260 civili e migliaia di persone hanno dovuto lasciare le loro case: diversi siti di news hanno scritto che non è stato possibile verificare in maniera indipendente i numeri diffusi dall’Osservatorio.</p>

Mondo

aleppo

damasco

guerra in siria

ISIS

kobane

siria

stato islamico

Yarmouk

Profughi curdi a Kobane, il 3 aprile 2015.
(Xinhua/Ahmad Halabisaz)

Kobane

<p>Alcuni bambini curdi a Kobane, il 3 aprile 2015.<br />
(Xinhua/Ahmad Halabisaz)</p>


<p>Profughi curdi a Kobane, il 3 aprile 2015.<br />
(Xinhua/Ahmad Halabisaz)</p>


<p>Un curdo siriano a Kobane, il 3 aprile 2015.<br />
(Xinhua/Ahmad Halabisaz)</p>


<p>Il quartiere cristiano e armeno di Suleimaniyeh, ad Aleppo, dopo un bombardamento, l'11 aprile 2015.<br />
(AP Photo/SANA)</p>


Aleppo

Il paese è diviso in quattro – ISIS, curdi, Assad e al Qaida – e l'esito dei combattimenti è sempre più imprevedibile: intanto le cose a Damasco e Aleppo vanno sempre peggio

In Siria stanno perdendo tutti

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