L’autostrada A19 Palermo-Catania è interrotta da giorni
Un pilone di un viadotto è crollato per una frana e potrebbero volerci anni per ripararlo: le autorità locali si accusano a vicenda
Il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, ha detto che «l’intero ponte dovrà essere demolito».
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La settimana scorsa, a causa di una frana, è crollato uno dei piloni del viadotto dell’autostrada A19 che porta da Palermo a Catania. Il cedimento è avvenuto al chilometro 61, tra gli svincoli di Scillato e Tremonzelli, in direzione di Palermo. Al momento del crollo nessun mezzo stava attraversando quel tratto di autostrada, ma diverse auto sono rimaste bloccate. L’autostrada è stata chiusa e il viadotto verrà parzialmente demolito: potrebbero servire anni per la fine dei lavori di ricostruzione ma quando sarà conclusa la demolizione delle parti crollate l’ANAS valuterà la riapertura di una carreggiata a doppio senso di circolazione.
Nel frattempo l’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pizzo ha chiesto lo stato di emergenza, il presidente della regione Rosario Crocetta l’intervento dell’esercito e il sindaco di Catania, Enzo Bianco, ha chiesto alla compagnia aerea Ryanair di istituire un volo fra le due città. Poiché la A19 è anche la principale via di collegamento tra Palermo e Catania, dopo la sua chiusura per arrivare da una città all’altra serviranno quasi cinque ore attraverso i percorsi alternativi. Nemmeno con il treno ci sono collegamenti efficienti: per ora è stato raggiunto un accordo tra Regione Siciliana, Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana per aggiungere entro la fine di aprile (e in anticipo sui tempi previsti) due treni in più che coprano quel tratto.
Il cedimento del pilone sull’autostrada A19 Palermo-Catania è l’ultimo episodio di una storia piuttosto complessa che riguarda l’autostrada, ma in generale le infrastrutture siciliane. L’autostrada A19 collega Palermo e Catania e attraversa, con diversi viadotti e gallerie, la Sicilia centrale con un percorso di circa 200 chilometri passando per Caltanissetta e Enna. È gestita dall’ANAS ed è priva di pedaggio. L’autostrada è stata aperta al traffico in due fasi: nel 1970 da Palermo a Buonfornello e da Motta Sant’Anastasia a Catania; nel 1975 si è arrivati al completamento dell’opera con l’apertura del tratto centrale.
Dall’inaugurazione ad oggi, l’autostrada non è però sostanzialmente cambiata poiché non è mai stata interessata da importanti lavori di manutenzione e ammodernamento. Il problema principale riguarda la frana che ha danneggiato di recente il pilone del viadotto, che è comunque attiva da dieci anni e interessa tutto il tratto parallelo all’autostrada in corrispondenza di Scillato. Dopo il crollo, i vari soggetti politici coinvolti si sono accusati a vicenda.
Erasmo D’Angelis, coordinatore della struttura di missione del governo Renzi “Italiasicura” contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, ha detto che «quel versante franato poteva essere messo in sicurezza» ma che «ANAS e Regione potevano e dovevano intervenire già dieci anni fa e nessuno lo ha fatto» Ha precisato che a lui «non è mai arrivata la segnalazione del rischio» e che «c’è solo da vergognarsi per il mancato utilizzo di fondi per mettere in sicurezza frane e città». Crocetta ha risposto che «l’ANAS non è un ente regionale», che gli è mai stato comunicato «che tra le opere da monitorare c’era anche il ponte dell’autostrada Palermo-Catania» e che se dieci anni fa è stata fatta una segnalazione lui ne prende atto «ma io non ero al governo e al mio governo non è stato comunicato nulla». Giovedì 16 aprile alle 11 a Palazzo Chigi si svolgerà un tavolo tecnico per affrontare i temi dell’emergenza idrogeologica e infrastrutturale della Sicilia.