La pittura è sempre più blu
Un ricercatore svedese ha studiato l'uso dei colori in 200 anni di storia dell'arte e ha messo le sue conclusioni in un grafico eloquente
Martin Bellander, giovane ricercatore svedese che segue un dottorato in psicologia al Karolinska Institutet, vicino a Stoccolma, studia da diverso tempo il modo in cui si è storicamente evoluto e modificato l’utilizzo dei colori nella pittura: l’idea gli è venuta dopo avere letto i risultati di alcuni studi secondo cui l’arancione è il colore dominante dei poster e dei trailer cinematografici. Bellander allora ha selezionato un campione piuttosto significativo di quadri e ha scoperto che tra il 1800 e il 2000 nella pittura si è usato sempre di più il blu.
Bellander ha spiegato sul suo blog la metodologia usata per lo studio. A differenza dell’analisi dei colori nei trailer e nei poster – che è basata su un periodo di tempo limitato all’esistenza del cinema – Bellander ha lavorato su un arco di tempo decisamente più esteso e su una maggiore quantità di dati. Le sue fonti principali sono state Google Art Project, Wikiart, Wikimedia, ma soprattutto il ricco archivio di BBC, che contiene più di 200mila immagini di quadri. Bellander ha scaricato tutto l’archivio e ha ordinato le immagini cronologicamente, cercando di eliminare quelle senza data o di approssimare per difetto le datazioni incerte; poi ha reso omogenei i campioni confrontati e ha iniziato a lavorare sul colore. Nel suo lavoro ha usato il metodo denominato HSB (Hue, Saturation, Brightness), basato sull’analisi di tre valori: tonalità, saturazione e luminosità. Analizzando il modo in cui questi valori si sono presentati di anno in anno, Bellander ha elaborato un grafico che mostra la tonalità dei vari colori usati e l’incremento del colore blu nell’arte contemporanea.
Secondo Bellander, le ragioni di questa tendenza sono diverse. Prima di tutto il blu è un colore relativamente nuovo: alcune lingue antiche non possedevano nemmeno una parola per dire “blu” e il blu in passato non era un colore codificato, riconosciuto e usato con grande frequenza. La possibilità di riconoscere il colore implica, secondo Bellander, un aumento del suo utilizzo anche nell’arte. Altre ipotesi sono il generale successo dei colori scuri nella moda del Novecento e la diminuzione dei costi di produzione del colore blu e delle sostanze che permettono di usarlo.
foto: Notte stellata di Vincent van Gogh, 1889