È stata confermata la condanna a morte per Mohamed Badie
Il leader dei Fratelli Musulmani egiziani è stato riconosciuto colpevole di avere "pianificato attacchi contro lo stato", insieme ad altri 13 membri del gruppo
Un tribunale egiziano ha confermato la condanna a morte per Mohamed Badie, 71 anni, leader dei Fratelli Musulmani, e di altri 13 membri del gruppo. Badie e gli altri sono stati condannati per aver “pianificato attacchi contro lo stato” durante l’estate del 2013, subito dopo che un colpo di stato aveva deposto l’allora presidente egiziano Mohamed Morsi, appoggiato proprio dai Fratelli Musulmani. Nello stesso processo è stato condannato all’ergastolo, insieme ad altre 35 persone, anche Mohamed Soltan, un attivista politico con cittadinanza egiziana e americana, per aver sostenuto i Fratelli Musulmani e aver “diffuso false informazioni”. Badie e gli altri ora potranno fare appello contro la sentenza.
Morsi venne deposto con un colpo di stato nell’estate del 2013 e il suo posto venne preso da Abdul Fattah al Sisi, allora ministro della Difesa e oggi presidente dell’Egitto. Nei giorni successivi al colpo di stato molti sostenitori dei Fratelli Musulmani avevano organizzato delle grandi proteste in diverse città egiziane, soprattutto al Cairo, la capitale. Le proteste erano state represse con molta violenza dalle forze di sicurezza e decine di persone erano state uccise. Nel dicembre 2013 il governo egiziano ha dichiarato i Fratelli Musulmani un’organizzazione terroristica e ne ha arrestato e poi condannato a morte centinaia di importanti esponenti e simpatizzanti.
Badie è coinvolto in numerosi altri processi e in passato era già stato condannato a morte in altri due casi, ma uno è stato ridotto ad ergastolo e l’altro è stato disapprovato dalla massima autorità religiosa del paese, il cui parere non è però vincolante. Badie è stato condannato all’ergastolo in diversi altri processi. Anche l’ex presidente Morsi è attualmente coinvolto in diversi processi con accuse che prevedono la pena di morte. Lo scorso marzo è stata eseguita la prima condanna a morte contro un esponente dei Fratelli Musulmani: Mahmoud Hassan Ramadan è stato impiccato con l’accusa di avere ucciso un bambino durante le proteste successive al colpo di stato contro Morsi.