La Cina sta creando delle nuove isole
Nuove fotografie satellitari mostrano la cementificazione della barriera corallina in un arcipelago conteso; il governo ci sta costruendo sopra delle strutture militari
Negli ultimi mesi la Cina ha intensificato le sue attività nel Mar Cinese Meridionale, una zona di mare dove ci sono alcune isole contese da diversi paesi. In particolare i cinesi hanno accelerato la costruzione di “masse di terra” attorno alla Mischief Reef, una barriera corallina che si trova nelle isole Spratly, arcipelago nel Mar Cinese Meridionale tra le coste del Vietnam e delle Filippine. Le attività cinesi – conosciute da tempo – sono diventate più chiare grazie ad alcune immagini satellitari scattate da DigitalGlobe, un’azienda che realizza e vende immagini satellitari, e analizzate dal Center for Strategic and International Studies, un centro di ricerca a Washington: le immagini, scrive il New York Times, mostrano una «significativa accelerazione e aumento delle ambizioni della Cina nel guadagnare terreno all’interno della disputa» territoriale con gli altri paesi dell’area.
Le isole Spratly sono rivendicate da almeno tre altri paesi – le Filippine, il Vietnam e Taiwan – e già in passato sono state al centro di scontri diplomatici e tensioni. La Cina in pratica sta creando delle isole artificiali sulla barriera corallina, riversando prima la sabbia e poi costruendoci sopra una pavimentazione con il calcestruzzo. Le immagini satellitari di DigitalGlobe mostrano come nel giro di poche settimane l’isola artificiale costruita attorno alla Mischief Reef si sia ingrandita notevolmente: alcune piccole costruzioni sono state trasformate in edifici più grandi ed è comparsa anche quella che sembra una nave da guerra anfibia, in grado di tenere a bordo tra 500 e 800 uomini e che pare avere compiti di sorveglianza. In particolare da gennaio i cinesi hanno dragato enormi quantità di sabbia dalla barriera corallina e l’hanno usata per costruire quella che l’ammiraglio americano Harry Harris ha definito “una grande muraglia di sabbia”.
Il New York Times ha scritto che altri paesi dell’Asia meridionale hanno usato in passato tecniche simili per estendere il proprio territorio: nessuno di loro, tuttavia, ha sviluppato una capacità così elevata come la Cina. La Mischief Reef è solo uno dei sette luoghi del Mar Cinese Meridionale dove la Cina ha cercato di stabilire la sua presenza. Mira Rapp-Hooper, direttore del centro Asia Maritime Transparency Initiative, un sito che si occupa di monitorare le attività nella zona, ha detto che la costruzione delle isole artificiali «permetterà alla Cina di condurre pattugliamenti regolari e duraturi nello spazio aereo e in quello marittimo, in modo da ottenere il riconoscimento delle sue rivendicazioni sul mare che riguardano zone fino a mille miglia dalle sue coste». Nonostante i nuovi avamposti cinesi siano troppo vulnerabili per essere usati dalla Cina in tempo di guerra, ha detto Raap-Hooper, «possono essere usati per aumentare la pressione sugli altri paesi che rivendicano il controllo sul Mar Cinese Meridionale, come Filippine e Vietnam».
La questione della costruzione delle isole artificiali nel Mar Cinese Meridionale è da tempo considerata di rilevanza internazionale: gli Stati Uniti hanno sempre insistito che le dispute territoriali nell’area debbano essere risolte con mezzi pacifici (le Filippine, tra le altre cose, sono un paese alleato degli Stati Uniti), ma il governo cinese ha già mostrato in passato di volere andare avanti per la sua strada. La Cina aveva già costruito almeno tre nuove isole artificiali nelle Spratly, come avevano mostrato delle immagini satellitari diffuse a novembre 2014 da IHS Jane’s, un gruppo britannico specializzato in cose di difesa e militari. Secondo Jane’s, queste tre isole sono state costruite con un porto in grado di far attraccare le navi da guerra, mentre l’ultima, quella sulla Mischief Reef, potrebbe essere stata progettata per avere anche una pista di atterraggio per gli aerei da guerra.