Il nuovo muro tra Bulgaria e Turchia
Lo ha voluto il governo bulgaro per impedire ai profughi di entrare in Europa, dov'era quello che impediva ai cittadini del blocco sovietico di andare in direzione opposta
La Bulgaria sta costruendo una recinzione sul confine con la Turchia per impedire ai migranti di superarlo ed entrare irregolarmente nel paese. Ne ha scritto il New York Times, raccontando anche la storia di un pezzo di confine d’Europa di cui ci occupiamo di rado e di cui sappiamo molto poco e dove fino a qualche decina di anni fa esisteva un’altra recinzione, costruita per impedire ai cittadini dell’Unione Sovietica di scappare verso l’Ovest.
Nel novembre del 2013 la Bulgaria ha approvato la costruzione di una recinzione lungo tutto il confine con la Turchia: sarà lunga in tutto 160 chilometri e sarà costruita con reti metalliche e filo spinato. Ogni 100 metri ci sarà un soldato di guardia, in modo tale che ogni guardiano possa sempre vigilare anche sui suoi colleghi. La prima frazione della recinzione è stata completata lo scorso settembre, è lunga 32 chilometri ed è stata costruita lungo il tratto di confine con la Turchia più di frequente attraversato dai migranti e profughi. La recinzione, in combinazione con l’aumento di fondi per i servizi di pattugliamento della frontiera, hanno fatto sì che nel 2014 solo 4mila persone siano riuscite a entrare illegalmente in Bulgaria, rispetto alle 11mila del 2013.
Nel corso del 2014, spiega il New York Times, circa 200mila profughi sono arrivati in Europa, e le temperature miti dell’ultimo inverno hanno fatto sì che il numero nei primi due mesi del 2015 sia cresciuto del 42 per cento rispetto a 12 mesi prima. Oltre alla frontiera tra Spagna e Marocco e alle coste italiane – attraverso cui arriva la maggioranza dei profughi diretti in Europa – il confine tra Turchia e Bulgaria e quello tra Turchia e Grecia sono quelli più attraversati dai flussi migratori, e dopo che la Grecia ha rafforzato i suoi controlli di frontiera costruendo una recinzione sul confine turco, il traffico si è spostato verso la Bulgaria.
La maggior parte dei migranti che cercano di arrivare in Europa provengono dall’Africa, dall’Afghanistan e dal Medio Oriente, e nei prossimi mesi, con l’avvicinarsi dell’estate, ci si aspetta che la pressione migratoria sul confine greco e su quello turco aumenti ancora. Viste le nuove misure adottate dai due paesi, tuttavia, è probabile che molte persone proveranno ad attraversare il confine seguendo percorsi meno battuti e cercando tratti di confine meno sorvegliati: dalla Turchia proveranno a raggiungere le isole della Grecia, e verso la Bulgaria cercheranno di raggiungere le zone di confine più scoscese e ostili dove la recinzione non è ancora stata costruita.
Le ragioni per cui la Bulgaria ha deciso di investire nuove risorse nel contenimento dei flussi migratori sono diverse. La Bulgaria è uno dei paesi più poveri dell’Unione Europea, e i costi di gestione dei centri d’accoglienza e dei campi per i rifugiati pesano molto sul bilancio dello stato: più volte, poi, la Bulgaria è stata accusata di violazioni dei diritti dei rifugiati per averli respinti con la forza e in modo violento anche dopo che avevano attraversato il confine. La scarsa capacità di controllo sul confine con la Turchia, inoltre, è una delle ragioni per cui la Bulgaria – che è membro dell’Unione Europea dal 2007 – non è ancora stata ammessa nell’Area Schengen, dove i cittadini europei possono viaggiare senza passaporto. Infine, negli ultimi mesi è cresciuta molto la preoccupazione che tra i rifugiati che arrivano dal Medio Oriente possano mescolarsi estremisti islamisti e jihadisti.
Racconta il New York Times che a molti la costruzione della nuova recinzione è parsa storicamente in contrasto con lo smantellamento di un’altra recinzione: quella costruita quando la Bulgaria faceva parte dell’area d’influenza dell’Unione Sovietica per evitare che le persone provassero a scappare verso l’Europa dell’Ovest. Allora la barriera era composta da due recinzioni distanti 500 metri l’una dall’altra e divise da un fitto campo minato. Per eliminarla ed eliminare una a una tutte le mine occorsero diversi anni di lavoro nei primi anni Novanta.
(Le foto si ingrandiscono cliccandoci sopra)
La nuova recinzione, secondo le previsioni del governo bulgaro, dovrebbe essere completata entro la prossima estate: ma considerando che ora dovrà raggiungere le zone più impervie del confine con la Turchia, in molti ipotizzano che ci vorrà più tempo.
(militari bulgari di pattuglia sul confine con la Turchia, vicino al paese di Golyam Dervent, AP Photo/Valentina Petrova)