La condanna del poliziotto coinvolto nel caso Milly Dowler
Fu una delle storie più seguite all'interno dello scandalo sulle intercettazioni che aveva travolto i tabloid di Murdoch
Simon Quinn, un ex agente della polizia britannica che aveva rivelato a un giornalista del Sun una serie di dettagli dell’indagine su Milly Dowler (una tredicenne scomparsa nel 2002, e poi trovata morta) è stato condannato a 18 mesi di prigione. La storia di Milly Dowler era stata una delle più seguite e rilevanti all’interno dello scandalo sulle intercettazioni illecite che aveva travolto News International, la società di Rupert Murdoch editrice di vari tabloid, tra cui Sun e News of the World.
Simon Quinn, 43 anni, originario di Horsham, West Sussex, era stato arrestato nell’aprile del 2013 e si era dichiarato colpevole lo scorso ottobre: mentre lavorava nella contea di Surrey, tra il novembre del 2000 e il gennaio del 2011, aveva trasmesso una serie di informazioni a un giornalista del Sun su diverse indagini in corso in cui erano coinvolti personaggi famosi, compresa quella che riguardava la morte di Milly Dowler. Quinn si era poi dimesso nel 2011.
Della storia delle intercettazioni telefoniche (phone-hacking, in inglese) si era cominciato a parlare nel 2005, quando alcuni giornalisti del News of the World erano stati arrestati per essersi introdotti nella segreteria telefonica di alcuni dipendenti di alto livello della famiglia reale. Negli anni successivi, grazie a molte indagini e altri arresti, furono scoperti altri casi di intercettazioni. Nel 2011 uno di questi casi aveva più di altri colpito l’opinione pubblica inglese: quello della tredicenne scomparsa, e poi trovata morta, Milly Dowler. Nel 2006, durante le indagini della polizia, alcuni giornalisti erano riusciti ad ascoltare i messaggi sulla segreteria telefonica del cellulare della ragazzina e ne avevano anche cancellati alcuni. L’attività nella segreteria telefonica era stata interpretata dagli investigatori e dai genitori di Milly Dowler come un segno che lei fosse ancora viva, quando in realtà non lo era. In seguito alla pubblicazione di questa storia da parte di diversi autorevoli giornali inglesi, molti inserzionisti decisero di cancellare le loro pubblicità su News of the World e infine, dopo mesi di accuse e dopo che il primo ministro David Cameron aveva chiesto «robuste indagini» e con l’opinione pubblica schierata contro, Rupert Murdoch aveva deciso di chiudere il giornale