La grande stagione del Carpi
Una squadra promossa in B per la prima volta due anni fa sta dominando il torneo, e ieri ha battuto il Bologna per 3-0: breve storia di come ci è arrivata
Mercoledì sera la squadra di calcio del Carpi, che gioca in Serie B, ha battuto per 3-0 in casa il Bologna, in una specie di derby (Carpi è una città in provincia di Modena, in Emilia Romagna, con 70mila abitanti). Il Bologna era retrocesso la scorsa stagione dalla Serie A dopo averne fatto parte per diversi anni, pochi mesi fa è stato acquistato da un gruppo di imprenditori nordamericani e a gennaio ha comprato diversi buoni giocatori durante il calciomercato: insomma, era la squadra favorita della stagione. In questo momento però è seconda con 56 punti in 34 partite: ben 12 in meno del Carpi, che all’inizio del campionato era partito con l’obiettivo di salvarsi – non è mai stato in Serie A, e quattro stagioni fa giocava nell’equivalente della C2 – ma sta dominando il torneo fra la sorpresa generale.
Il Carpi ha perso solo quattro partite in tutta la stagione, ha la miglior difesa della Serie B e in generale gioca un calcio organizzato ed efficace. È in testa dalla dodicesima giornata, quando ha battuto per 1-0 il Vicenza, altra squadra che sta andando molto meglio del previsto (la settimana scorsa il Carpi l’ha battuta di nuovo, 2-1, nella gara di ritorno). A meno di grosse sorprese – mancano 8 giornate alla fine della Serie B – il Carpi ha quindi ottime possibilità di vincere il campionato ed essere promosso in Serie A (a cui comunque accede senza playoff anche la seconda in classifica). La sola prospettiva di una promozione del Carpi, qualche mese fa, aveva fatto arrabbiare il presidente della Lazio Claudio Lotito, che in una telefonata registrata a sua insaputa all’inizio del 2015 si era lamentato del fatto che nel caso fossero promesse dalla B squadre come il Frosinone e lo stesso Carpi sarebbe più complicato vendere i diritti televisivi delle partite di Serie A.
In molti ancora non si spiegano il successo del Carpi, che non ha né un settore giovanile superiore alla media, né un grande stadio proprio, né un ricchissimo proprietario (tre cose che al giorno d’oggi determinano gran parte dei risultati e delle ambizioni di una squadra di calcio). La squadra è di proprietà dal 2011 di Stefano Bonacini, capo del marchio di moda Gaudì, che ha sede a Carpi. Lo stadio della squadra, il Cabassi, contiene poco più di quattromila persone (in caso di promozione dovrà essere ampliato per contenerne 10mila). Gran parte della squadra di quest’anno è stata costruita comprando buoni giocatori che altrove facevano le riserve (è il caso dell’attaccante nigeriano Jerry Mbakogu, che quest’anno ha già segnato 13 gol), da giocatori maturi oppure talentuosi arrivati in prestito da squadre più forti (come il giovane portiere brasiliano Gabriel, in prestito dal Milan) o da altri pescati da serie minori: come Kevin Lasagna, l’attaccante 22enne che la settimana scorsa ha segnato due gol al Vicenza e che l’anno scorso giocava in Serie D nell’Este. In questa stagione il Carpi spenderà circa 1,6 milioni di euro per pagare lo stipendio a tutti i giocatori della rosa: è più o meno la cifra che prende in un anno la riserva di una grande squadra di Serie A.
Nelle prossime partite il Carpi dovrà comunque giocare contro altre squadre che ambiscono alla promozione: soprattutto il Frosinone e il Bari. Il 2 maggio, inoltre, ci sarà una delle partite più attese della stagione: il “vero” derby contro il Modena (vinto all’andata per 1-0).
Cos’era
Il Carpi è stato fondato nel 1909 e ha passato la maggior parte della sua storia a giocare fra la Serie D e l’Eccellenza. Negli anni Novanta, grazie anche alle annate in cui fu allenato da Giovanni De Biasi e Luigi De Canio – futuri allenatori di squadre di Serie A – riuscì per diversi anni a giocare in Serie C1, cosa che all’epoca fu considerata un grande risultato. Al termine della stagione 1996-1997, dopo una grande prima parte di campionato e un leggero calo nel girone di ritorno, il Carpi si ritrovò terzo nel girone A della Serie C1, qualificandosi per i playoff. Uno dei giocatori più forti di quella squadra era il 23enne difensore Marco Materazzi – che poi sarebbe arrivato a vincere i Mondiali in Nazionale, e all’Inter – in prestito dal Perugia. Dopo aver battuto in semifinale il Saronno, il Carpi di De Canio si giocò la promozione in Serie B contro il Monza in una finale secca. Perse la partita 3-2, e rimase in Serie C1. Fu comunque una delle stagioni più di successo nella storia della squadra.
De Canio se ne andò a fine stagione, e nel giro di tre anni il Carpi ottenne due retrocessioni e dichiarò bancarotta. Nel 2000-2001 giocò nel girone di Eccellenza dell’Emilia Romagna. Fra il 2002 e il 2009 restò una squadra mediocre di Serie D. Nel 2009 si fuse con l’altra squadra della città, la Dorando Pietri (che prende il nome dal noto maratoneta di Carpi che nel 1908 finì primo la maratona delle Olimpiadi di Londra ma fu squalificato perché aiutato dai giudici ad arrivare fino al traguardo). In quella stagione la squadra perse la semifinale dei playoff nazionali contro il Pianura (una squadra della periferia di Napoli), vincendo 5-0 all’andata ma perdendo 8-2 il ritorno. Fu però ripescata, e tornò a giocare fra i professionisti dopo dieci anni.
Nel giro delle tre stagioni seguenti, il Carpi ottenne una promozione in Serie C1 (che nel frattempo ha cambiato nome in Lega Pro) e un’altra in Serie B, alla fine della stagione 2012-2013: quell’anno arrivò terzo nel girone A della Lega Pro, e riuscì a battere nella doppia finale dei playoff il Lecce, che aveva dominato gran parte del campionato ma era arrivato secondo. Era la prima volta che il Carpi veniva promosso in Serie B.
Cos’è oggi
Dall’inizio di questa stagione il Carpi è allenato dal 60enne Fabrizio Castori, che non ha mai allenato in Serie A ed è noto fra le altre cose per essere stato squalificato per due anni nel 2004 in seguito a una rissa durante una partita contro il Lumezzane. Castori fa giocare il Carpi con un modulo 4-3-3 (e all’occorrenza 4-4-1-1) dai frequenti contropiedi: in difesa ci sono fra gli altri Simone Romagnoli (24enne ex del Milan) e Riccardo Gagliolo, comprato dal Carpi nel 2012 dopo una buona stagione con l’Imperia in Serie D. A centrocampo, i tre titolari sono il capitano Filippo Porcari, che in passato ha giocato una stagione in Serie A col Novara, il 24enne Lorenzo Lollo (comprato dallo Spezia) e il 27enne Raffaele Bianco, ancora oggi di proprietà della Juventus dopo anni in prestito in varie squadre. In rosa ci sono anche Simone Laner, 31enne centrocampista del Verona, l’attaccante dell’Under 21 Salvatore Molina (in prestito dall’Atalanta) e Aljaž Struna, difensore sloveno del Palermo.
In attacco, il più forte della squadra è il 22enne Jerry Mbakogu, attaccante nigeriano ma in Italia da anni e cresciuto nelle giovanili del Padova. Mbakogu si era fatto notare fra il 2010 e il 2013 nella Juve Stabia, dove però giocava poco e in generale si era fatto la fama di giocatore piuttosto fragile. Comprato dal Carpi nel 2013, l’anno scorso ha disputato una buona stagione e quest’anno va fortissimo: ha buona tecnica, è molto veloce e batte bene i rigori. Nelle ultime settimane è circolata la voce che sia interessata a comprarlo il Borussia Dortmund.
Contro il Bologna, mercoledì, hanno segnato i centrocampisti Lorenzo Pasciuti, Lorenzo Lollo e Antonio Di Gaudio. Il Carpi ha difeso molto bene nei primi minuti contenendo il Bologna, e poi ha segnato tre gol fra la fine del primo tempo e il 38esimo del secondo tempo. Castori, dopo la partita, ha detto cha la squadra ha «blindato» il primo posto in classifica.