È stato arrestato il sindaco di Ischia
Giosi Ferrandino del PD è accusato di essere stato corrotto da una cooperativa locale che aveva ottenuto un grosso appalto per la costruzione di un metanodotto
Il sindaco di Ischia Giuseppe “Giosi” Ferrandino (del Partito Democratico) è stato arrestato stamattina con altre nove persone nell’ambito di un’indagine per tangenti legate alla costruzione di un metanodotto sottomarino a Ischia. Cinque persone fra quelle arrestate fanno parte della cooperativa Cpl Concordia, accusata dalla procura di Napoli fra le altre cose di avere corrotto il sindaco per ottenere l’appalto per la costruzione del metanodotto. L’indagine è stata condotta dal magistrato Alfonso D’Avino e dai sostituti procuratori Woodcock (quello dell’inchiesta sulla cosiddetta “P4”, fra le altre cose), Carrano e Loreto.
L’ANSA scrive che le dieci persone arrestate sono state accusate a vario titolo di «associazione per delinquere alla corruzione (anche internazionale), dalla turbata libertà degli incanti al riciclaggio, all’emissione di fatture per operazioni inesistenti». Ferrandino ha 47 anni, è laureato in Ingegneria ed è sindaco di Ischia dal 2007. Nel 2014 si è candidato col Partito Democratico alla elezioni europee: ha ottenuto circa 82mila preferenze ma non è stato eletto.
Mazzette, coop e politica, un mix micidiale sull’isola verde. Il sindaco di Ischia,Giuseppe «Giosi» Ferrandino (Pd) ed altre nove persone tra cui dirigenti del colosso delle cooperative Cpl Concordia sono state arrestate stamane, lunedì, dai carabinieri del Comando Tutela Ambiente nell’ambito di una inchiesta della Procura di Napoli su tangenti pagate per la metanizzazione dei comuni dell’isola campana. Lo apprende l’Ansa da fonti investigative.
I reati contestati, a vario titolo, vanno dall’associazione per delinquere alla corruzione (anche internazionale), dalla turbata libertà degli incanti al riciclaggio, all’emissione di fatture per operazioni inesistenti.L’inchiesta coordinata dai pm Woodcock, Carrano e Loreto e condotta dai reparti speciali del Comando per la Tutela dell’Ambiente del colonnello Sergio De Caprio, il «Capitano Ultimo» ha preso le mosse nell’aprile 2013 ed ha portato alla luce, secondo l’accusa, un sistema di corruzione basato sulla costituzione di fondi neri in Tunisia da parte della Cpl Concordia con cui retribuire pubblici ufficiali per ottenerne i «favori» nell’aggiudicazione di appalti.
La stipula fittizia di due convenzioni nell’albergo della famiglia, per un totale di 330 mila euro; l’assunzione come consulente del fratello e almeno un viaggio in Tunisia: sarebbe stato questo, secondo l’accusa, il prezzo pagato dalla Cpl per la corruzione del sindaco. Secondo l’accusa Ferrandino «era diventato una sorta di factotum al soldo della coop».