Com’è andato il confronto Cameron-Miliband
Non era un dibattito all'americana, ma hanno dovuto rispondere alle domande feroci di Jeremy Paxman: meglio Cameron secondo i sondaggi, ma anche Miliband se l'è cavata
Giovedì sera il premier britannico conservatore David Cameron e il suo principale avversario politico, il laburista Ed Miliband, hanno preso parte al primo confronto televisivo – trasmesso in diretta da Channel4 e Sky – della campagna elettorale per le elezioni parlamentari che si terranno il prossimo 7 maggio. Non si è trattato del classico dibattito all’americana, con i candidati che si affrontano nello stesso studio: Cameron ha risposto per 18 minuti alle domande dell’intervistatore, il giornalista della BBC Jeremy Paxman, e per altri 18 minuti a quelle del pubblico. Poi è uscito dallo studio ed è stata la volta di Miliband di rispondere prima al pubblico e poi a Paxman, per lo stesso tempo.
Paxman, famoso per il tono feroce e le domande provocatorie delle sue interviste, ha messo piuttosto a disagio Cameron, chiedendogli conto dei tagli all’economia, dei suoi rapporti con amici ricchi e potenti, delle promesse non mantenute mentre era al governo. Miliband ha risposto meglio all’aggressività di Paxman, che si è concentrato soprattutto sulla sua credibilità e sulla sua forza di carattere. Secondo la maggior parte degli opinionisti Miliband se l’è cavata meglio; stando a un sondaggio condotto in tempo reale dal Guardian, però, il 54 per cento degli intervistati ha detto che se l’è cavata meglio Cameron.
Com’è andato Cameron
Cameron ha dovuto rispondere soprattutto dell’operato economico del governo: Paxman lo ha accusato di non aver fatto abbastanza per ridurre le diseguaglianze e gli ha chiesto se potrebbe vivere con uno zero-hours contract, cioè un contratto – stipulato per 700 mila britannici – in cui il lavoratore viene chiamato soltanto quando ce n’è bisogno, senza alcun tipo di garanzia.
Cameron e i tagli alla spesa pubblica:
Paxman ha anche accusato Cameron di proteggere i suoi ricchi amici, come il conservatore Stephen Green, ex direttore della HSBC, l’ex direttore del News of the World Andy Coulson e l’ex presentatore di Top Gear Jeremy Clarkson; Cameron ha risposto a Paxman accusandolo di «cercare di lanciare una calunnia totalmente ridicola».
Cameron e i suoi amici ricchi:
Paxman ha anche chiesto ripetutamente a Cameron dove intende tagliare i 12 miliardi di sterline di spesa pubblica (circa 16,4 miliardi di euro) per far quadrare il bilancio, come ha promesso. Non ha risposto precisamente: «Sappiamo che è possibile tagliare dalla spesa pubblica. Sappiamo che dovremo prendere decisioni difficili e che dovremo prendere in considerazione tutte le voci del budget della spesa pubblica». Cameron ha anche dovuto ammettere di non aver mantenuto la promessa di ridurre l’immigrazione, ha ribadito l’intenzione di tenere un referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione Europea, la decisione di intervenire militarmente in Libia, e spiegato perché ha detto che non si ricandiderà per un terzo mandato.
Cameron e il deficit:
Cameron e il terzo mandato:
Nel rispondere alle domande del pubblico, Cameron è apparso molto più rilassato e a suo agio, tirando fuori aneddoti sulla sua famiglia e battute. Ha detto che la qualità che apprezza di più in Miliband è la sua capacità di pensare prima di tutto al bene del paese, ha parlato del sistema sanitario nazionale, del suo figlio disabile e ha ammesso che una volta ha mangiato tre tazze di cereali una dietro l’altra ma è successo molto tempo fa (Cameron aveva usato una battuta sui cereali per spiegare perché non intende candidarsi a un terzo mandato: una tazza è buona, due sono buonissime, tre sono troppe).
Cameron e i cereali:
Com’è andato Ed Miliband
Miliband ha dovuto rispondere soprattutto a domande personali, sulla sua forza di carattere e il rapporto con il fratello David: nel 2010 si candidarono entrambi alla guida del partito laburista, vinse Ed – soprattutto grazie al voto dei sindacati – ma David era ed è tuttora considerato da molti il più brillante e in gamba dei due. Ed Miliband ha spiegato di essere più adatto del fratello a diventare primo ministro, per le sue idee e perché più interessato a risolvere l’iniquità economica e sociale del paese. Ha anche detto che la campagna elettorale contro il fratello è stata difficile, ma che il loro rapporto sta guarendo.
Miliband su suo fratello David:
«Perché sei sempre di cattivo umore?»
Paxman ha chiesto conto a Miliband delle promesse di ridurre gli ingenti tagli fatti dai conservatori per far ripartire l’economia: i laburisti hanno detto più volte che non toccheranno l’istruzione e la sanità, ma Miliband non ha saputo spiegare come evitare i tagli e far quadrare allo stesso tempo i conti: «Non è questo il punto – ha detto – decideremo quando saremo al governo. Voglio solo spiegare il nostro approccio in generale».
Miliband sui tagli che farebbe al governo:
Miliband sugli errori dell’ultimo governo laburista:
Durante l’intervista con Paxman, Miliband ha ribadito l’intenzione del Labour di non far uscire il Regno Unito dall’Unione Europea, ha ammesso di aver sottovalutato l’immigrazione dai paesi dell’Europa dell’Est, ha ribadito più volte la necessità di creare ricchezza per tutti e ha escluso un accordo con lo Scottish National Party (SNP), il partito indipendentista scozzese. Quando Paxman gli ha detto che alla fine dovrà comunque scendere a patti con l’SNP, Miliband ha risposto: «Non essere così presuntuoso, mancano ancora sei settimane alle elezioni, non puoi decidere il risultato. Sei importante, Jeremy, ma non così importante».
La parte più intensa dell’intervista con Paxman è stata comunque quella sulla sua credibilità personale: Paxman ha detto a Miliband che la gente pensa che non sia abbastanza tosto, che se dovesse fare un colloquio con un tipo duro come il presidente russo Vladimir Putin ne uscirebbe a pezzi. Miliband ha risposto che non gli importa cosa scrivono i giornali di lui, e che è sempre stato valutato ma ha dimostrato quel che vale: «Sono un tipo determinato ma sono stato sottovalutato a ogni giro. Le persone dicevano che non sarei diventato leader del partito, e lo sono diventato. Quattro anni fa dicevano che non sarei potuto diventare primo ministro, ma penso di poterlo fare. Dite che non posso ottenere una maggioranza, ma io penso di farcela. E allora lasciamo che mi sottovalutino pure, quello che mi importa è quello che succede nelle vite dei cittadini britannici». Probabilmente la frase più citata su internet e sui giornali di tutta la serata è stata proprio la risposta di Miliband sulla sua forza di carattere: «Sono abbastanza tosto? Sì, diamine, sono abbastanza tosto per diventare primo ministro»; seguita dal racconto di quando si è opposto alla richiesta di Obama di bombardare la Siria, nel 2014.
Alla fine dell’intervista Paxman gli ha chiesto in tono sarcastico se stesse bene, e Miliband ha risposto con voce un po’ alterata: «Sì, e tu?».
Chi ha vinto
Molti esperti e giornalisti hanno giudicato migliore la performance di Ed Miliband: è apparso più incisivo e rilassato, deciso a ribaltare l’immagine di personaggio debole e incompetente che molti hanno di lui. Ha strappato qualche applauso dal pubblico ed è stato combattivo con Paxman. Cameron è sembrato più insicuro e in difficoltà davanti alle domande del giornalista, cosa anche più prevedibile dato che doveva rendere conto di quel che ha fatto il governo. Secondo un sondaggio condotto dal Guardian, però, su 1.123 persone intervistate il 54 per cento ha detto che Cameron se l’è cavata meglio, contro il 46 per cento di Miliband. Il 46 per cento degli intervistati ha anche detto che Cameron ha risposto in modo migliore, il 48 per cento che è stato più convincente. Secondo il 46 per cento Cameron ha la personalità più interessante, mentre per il 42 per cento ce l’ha Miliband.
In realtà non si tratta di una grande vittoria per Cameron, che partiva da favorito: Miliband si è rivelato una sorpresa – esattamente la cosa che temevano i conservatori, per cui hanno rifiutato un confronto diretto. I sondaggisti hanno chiesto al campione di intervistati se fossero stati disposti a cambiare idea su chi votare: il 56 per cento ha risposto di sì in favore dei laburisti, il 30 per cento in favore dei conservatori. Anche dalla lettura dei commenti sui social network Miliband ha ottenuto più vantaggi dall’incontro: come ha spiegato il capo della ricerca politica di YouGov, Joe Twyman, Miliband era «lo sfavorito, e ha superato le aspettative. Se consideri il tutto in termini di costi e benefici, penso che Ed Miliband sarà quello che andrà a dormire più contento stanotte».
Il video integrale:
Foto: Stefan Rousseau – WPA Pool/ Getty Images