I giudici Esposito e Silvio Berlusconi
L'incredibile storia del pm Ferdinando Esposito che andava a chiedere favori a Berlusconi mentre suo padre Antonio lo condannava nel processo Mediaset
Dopo la pubblicazione dei verbali di interrogatorio da parte dei magistrati di Brescia che conducono un’inchiesta, da ieri si parla di nuovo dei rapporti tra Silvio Berlusconi e Ferdinando Esposito, pubblico ministero a Milano e figlio del giudice Antonio Esposito che aveva presieduto il collegio della Corte suprema per il “processo Mediaset“. Il primo agosto del 2013 la Cassazione aveva confermato a Berlusconi la condanna in via definitiva a 4 anni di reclusione per evasione fiscale: tre anni erano stati cancellati grazie all’indulto del 2006, mentre l’anno che restava Berlusconi l’ha scontato in affidamento ai servizi sociali nel centro anziani di Cesano Boscone (ha terminato lo scorso 6 marzo).
La notizia che Berlusconi e il figlio del giudice che l’aveva condannato nel processo Mediaset avessero avuto dei rapporti, e che ci fossero anche state delle visite ad Arcore e dei regali, era emersa da una vicenda che con il caso Mediaset non c’entra nulla. I procuratori di Brescia Silvia Bonardi e Tommaso Buonanno avevano accusato Ferdinando Esposito (nel frattempo trasferito in via cautelare in servizio al Tribunale di Torino) di due ipotesi di “tentata induzione indebita” e di ipotesi di “tentata estorsione”. La storia riguarda l’affitto di una casa: Ferdinando Esposito avrebbe cercato di spingere un avvocato – prima suo amico e oggi suo principale accusatore – a subentrare, con l’immobiliare amministrata da una terza persona, nell’affitto di 32 mila euro annui di un attico dove il pm viveva da tempo vicino al Duomo. Il tutto, secondo l’accusa, facendo delle pressioni indebite. Allora, più di un anno fa, l’accusatore di Esposito aveva anche raccontato di visite di Esposito a casa di Berlusconi, confermate dallo stesso Esposito, e di cui quindi era arrivata notizia ai quotidiani.
Questa settimana, e a conclusione delle indagini, sono stati depositati dai procuratori di Brescia i testi degli interrogatori a Ferdinando Esposito: secondo la testimonianza di Esposito, Berlusconi gli era stato presentato da Michela Brambilla (parlamentare di Forza Italia), e mercoledì ne ha scritto il Corriere della Sera. Tra il 2009 e il 2013 (e per parte di quel periodo Berlusconi era Presidente del Consiglio) vi furono anche delle visite ad Arcore che, secondo il pm, «avevano come oggetto» una sua «possibile entrata in politica», cosa che poi non è avvenuta. Esposito aveva anche ricevuto dei regali da Berlusconi: «Soltanto regalie d’uso che è solito dare a tutti quando si presentano lì», cioè delle cravatte. Scrive il Corriere della Sera:
«Quando il pm Esposito dice “sono andato ad Arcore quattro volte tra il 2009 e il 2013”, gli inquirenti bresciani osservano: “L’ultima però forse c’era a Milano anche quel processo pendente che riguardava Berlusconi?”. “Esattamente”. “E lei non ci aveva visto nulla di sconveniente?”. “No, sono stato sicuramente superficiale” ma “io mai e poi mai nella maniera più assoluta ho trattato questioni che avessero a che fare con i processi Ruby e Mediaset”».
La maggior parte dei quotidiani, nel raccontare questa storia, segnala l’evidente inadeguatezza e anomalia del contatto tra Esposito e Berlusconi. Giuliano Ferrara, sul Foglio di giovedì espone – ostentando diffidenza, sincera o no – l’ipotesi che la frode fiscale attribuita a Berlusconi per Mediaset dalla Corte di Cassazione presieduta da Antonio Esposito sia stato «il prezzo» pagato da Berlusconi «per un rifiuto o un’incapacità a promuovere il cursus honorum» di Ferdinando Esposito.
Foto: Antonio Esposito, presidente della sezione feriale della Corte di Cassazione, prima della lettura della sentenza Mediaset, 1 agosto 2013 (LaPresse)