Lufthansa, prima e dopo l’incidente
La società che possiede la compagnia Germanwngs è storicamente stimata per la sicurezza dei voli: ma ha altri problemi da qualche anno
Lufthansa, la compagnia aerea tedesca che controlla Germanwings, il cui volo 9525 è caduto il 24 marzo nelle Alpi francesi, è nota per essere una delle più grandi, prestigiose e sicure compagnie aeree al mondo: ma già prima dell’incidente si trovava in una situazione complicata, dovuta a diversi fattori e contesti. Racconta il Wall Street Journal che da alcuni anni Lufthansa sta affrontando una serie di problemi: frequenti scioperi dei suoi dipendenti, agitazioni sindacali, cambi dirigenziali e una crescente concorrenza nel mercato del traffico aereo. Lufthansa rimane la prima compagnia aerea tedesca e una tra le prime compagnie al mondo per numero di passeggeri all’anno; e controlla, attraverso la filiale Lufthansa Regional, diverse compagnie aeree, tra cui Air Dolomiti, Brussels Airlines, Austrian Airlines, Eurowings e, appunto, Germanwings.
Dal maggio del 2014 Lufthansa è guidata da Carsten Spohr: ha preso il posto di Christoph Franz, che già nel 2012 aveva parlato della necessità di ridurre i costi della compagnia aerea. Spohr è diventato amministratore delegato di Lufthansa con lo scopo di riorganizzare la compagnia tagliando i costi e puntando a competere con il mercato dei voli low cost. Nel dicembre 2014 Spohr aveva dichiarato che serviva fare una “scelta tra un rapido cambiamento e un lento declino”. Qualche mese prima aveva già dovuto ridurre le sue previsioni di utili per il 2015: da 2,6 miliardi a 2 miliardi di euro. Lufthansa puntava inoltre a tagliare circa 3.500 posti di lavoro. Da maggio a dicembre 2014, i primi mesi di Spohr alla guida di Lufthansa, le azioni della società hanno perso in borsa circa il 30 per cento del loro valore.
I problemi economici che Lufthansa ha avuto negli ultimi mesi sono dovuti al contesto in cui la compagnia aerea si trova a operare. Così come le altre storiche compagnie di bandiera europee, Lufthansa sta subendo la concorrenza sui voli intercontinentali delle compagnie aeree del Golfo Persico – per esempio Emirates e Etihad Airways – e quella delle compagnie low cost sui voli europei. Germanwings, che l’anno scorso ha trasportato 16 milioni di passeggeri verso 130 destinazioni, è coinvolta in una riorganizzazione interna a Lufthansa che punta a ridurre le perdite tagliando i costi relativi a piloti e personale di bordo.
L’incidente del 24 marzo è avvenuto tre giorni dopo l’ultimo dei molti scioperi fatti in questi ultimi mesi dai piloti Lufthansa, che oltre a contestare il piano di tagli della società chiedono un aumento di stipendio e che non vengano modificate le attuali norme per il prepensionamento. Secondo il Wall Street Journal nel 2014 gli scioperi sono costati alla compagnia aerea 232 milioni di euro e hanno portato alla cancellazione di circa 6mila voli. Martedì, poche ore dopo l’incidente, un portavoce del sindacato dei piloti Lufthansa ha detto che sebbene l’incidente metta per il momento gli scioperi in secondo piano, questo non influirà sulle future scelte di proteste di questo genere.
Molti dei voli Germanwings previsti per il 24 marzo e i giorni successivi sono stati cancellati per il rifiuto dei dipendenti di volare. Secondo le ricostruzioni di diversi giornali i dipendenti non hanno lavorato perché spaventati dal fatto che l’aereo caduto sulle Alpi francesi non fosse stato controllato a sufficienza il giorno prima per un presunto problema ai portelli del carrello d’atterraggio, pur non avendolo dichiarato ufficialmente. Un portavoce di Lufthansa ha detto invece che gli equipaggi hanno scelto di non volare per la “profonda angoscia” dovuta all’aver perso dei colleghi, e che il carrello del volo precipitato era stato controllato “solo per riparare un rumore del portello”, che non aveva a che fare con questioni di sicurezza. L’amministratore delegato di Lufthansa, Carsten Spohr, ha detto a Deutsche Welle che “bisogna ricordare che molti dipendenti di Germanwings conoscevano membri dell’equipaggio dell’aereo caduto. Ora è più importante garantire assistenza psicologica. Torneremo a operare a pieno regime appena possibile. Ma per me questo è al momento un problema secondario”.
Tra i problemi di Lufthansa – e quindi anche di Germanwings – non c’è mai stata però la sicurezza. Prima del 24 marzo l’ultimo incidente mortale capitato a un volo del gruppo Lufthansa era di più di vent’anni fa, quando ci furono 2 morti causati da un problema all’atterraggio in un volo del settembre 1993: un pilota, morto al momento dell’impatto a terra, e un passeggero, morto dopo aver perso coscienza in seguito all’incidente. Secondo le statistiche di Aviaton Safety Network, sito web che raccoglie dati sugli incidenti aerei, negli ultimi 40 anni solo in 9 casi ci sono state delle morti legate a incidenti di aerei Lufthansa. Il più famoso di questi incidenti, conosciuto come la tragedia di Brema, è stato il 28 gennaio 1966 e ha causato la morte di tutte le 46 persone a bordo.
A certificare la sicurezza dei voli Lufthansa – inclusa nel gennaio 2015 da AirlineRatings tra le 10 compagnie aeree più sicure al mondo – c’è anche il fatto che la società controlla e gestisce una delle più grandi aziende di manutenzione di aerei di linea al mondo, la Lufthansa Technik. Anche i voli Germanwings devono quindi rispondere agli alti standard imposti da Lufthansa Technik. L’Airbus A320 caduto in Francia era stato controllato un giorno prima dello schianto e, secondo quanto detto da Thomas Winkelmann, l’amministratore delegato di Germanwings, “aveva superato tutti i test necessari e rispondeva a tutti gli standard di sicurezza europei”.
La notizia dell’incidente aereo del volo Germanwings – che non aveva mai avuto incidenti prima – ha causato martedì 24 marzo una perdita dell’1,78 per cento delle azioni Lufthansa alla Borsa tedesca di Francoforte. Peter Morris, analista di Ascend Worldwide – società di consulenza economica che si occupa anche di compagnie aeree – ha però spiegato al Wall Street Journal che, nonostante gli ovvi problemi nel breve termine, difficilmente l’incidente avrà un grosso impatto sul gruppo. Nella prevalenza dei casi in passato altre grandi compagnie aeree non hanno visto i loro passeggeri diminuire, nel medio e lungo termine, in conseguenza di incidenti mortali.
foto: Thomas Lohnes/Getty Images