Obama sulla questione palestinese: «Non possiamo estendere gli insediamenti»
Il presidente americano ha criticato di nuovo le politiche del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha appena rivinto le elezioni in Israele
Sabato 21 marzo il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è stato intervistato dallo Huffington Post a proposito dei risultati delle elezioni israeliane in cui, un po’ a sorpresa, ha vinto con un buon margine Likud, il partito del primo ministro conservatore Benjamin Netanyahu. Un giorno prima delle elezioni, che si sono tenute lo scorso martedì, Netanyahu aveva detto che durante il suo governo non avrebbe mai permesso la nascita di uno stato palestinese indipendente (dichiarazione che ad elezioni finite ha rivisto). A proposito della questione palestinese, Obama ha detto:
«Non possiamo mantenere lo status quo per sempre o estendere gli insediamenti»
Non è così usuale che l’amministrazione americana prenda posizioni nette sulla questione palestinese, che non siano favorevoli a Israele. Di recente i rapporti tra i due governi non sono stati per niente buoni, sia per la vicenda dell’intervento di Netanyahu al Congresso americano, sia per i pessimi rapporti personali tra i due leader. Quando parla dello “status quo”, Obama intende dire che non è possibile che Israele mantenga in maniera indefinita l’occupazione militare di gran parte della Cisgiordania, che dura oramai dal 1967. La frase sugli insediamenti si riferisce al fatto che Israele non dovrebbe proseguire nella sua politica di costruire enclavi abitate da coloni israeliani all’interno del territorio che dovrebbe formare lo stato palestinese. Questi insediamenti, molti dei quali autorizzati dallo stesso Netanyahu, sono considerati uno dei principali ostacoli al processo di pace.