Le manifestazioni contro Dilma Rousseff
Un milione di persone hanno protestato in molte città del Brasile contro il governo, accusato delle difficoltà economiche del paese e di non perseguire la corruzione
Domenica ci sono state manifestazioni di protesta contro il governo in molte città del Brasile, a cui hanno partecipato secondo i giornali fino a un milione di persone, con la riunione più affollata nella città di San Paolo. I manifestanti hanno chiesto le dimissioni del presidente Dilma Rousseff, rieletta nelle elezioni dello scorso ottobre, sui temi della corruzione, del costo della vita e dell’economia in difficoltà: il Brasile sta attraversando una crisi economica iniziata nel 2011 e seguita a un periodo di grande espansione. Inoltre un recente scandalo di corruzione nella società statale Petroleo Brasileiro SA, o Petrobras, ha fatto crescere le accuse contro l’inadeguatezza di Rousseff – che era stata a capo dell’azienda quando avvenivano le pratiche contestate – e l’aggressività delle opposizioni che ne chiedono l’impeachment.
Le manifestazioni sono state pacifiche, a differenza di quelle che avevano preceduto nel 2013 la Confederations Cup e nel 2014 i Mondiali di calcio in Brasile, contestando l’investimento su quell’evento invece che sui problemi sociali ed economici dei brasiliani. Due ministri del governo Rousseff hanno attribuito la grande partecipazione di domenica alla forza numerica dei partiti sconfitti, contestando il suo rilievo politico. Secondo l’agenzia di stampa Reuters molti dimostranti appartenevano in effetti alle classi sociali meno povere, e contestavano le politiche sociali del governo accusate di indebolire l’economia e di avere interrotto la sua crescita, oltre che di avere sfruttato le difficoltà degli abitanti più poveri addebitandole alle classi che lo sono meno. Benché la crescita fosse avvenuta sotto il governo dello stesso Partito dei Lavoratori e grazie a simili politiche, Rousseff è accusata di non aver saputo adeguarle alla crisi economica internazionale che ha drasticamente ridotto i ricavi dalle esportazioni. La moneta brasiliana, il real, ha perso più del 22 per cento sul dollaro quest’anno.