Formula 1, è cominciato il mondiale 2015
Si è corsa la prima gara della stagione, a Melbourne: chi sono i favoriti del Mondiale e come ci arriva la Ferrari
di Antonio Russo – @ilmondosommerso
Il mondiale 2015 di Formula 1 è ricominciato con il Gran Premio d’Australia che si è corso a Melbourne alle 6 ora italiana di domenica 15 marzo: quella di Melborune è stata la prima gara della stagione di Formula 1, che si concluderà il 29 novembre ad Abu Dhabi. L’ordine d’arrivo del Gran premio d’Australia si può vedere qui.
Fin dal 1996 la prima gara della stagione si svolge sul circuito “Albert Park” di Melbourne, in parte ricavato da strade solitamente destinate alla circolazione ordinaria. Dal 1996 a oggi, in 12 occasioni su 18 totali, chi ha vinto la prima gara della stagione ha poi vinto il mondiale piloti, cioè il trofeo – da molti ritenuto il più importante – assegnato al pilota che ha più punti al termine di tutte le gare (l’altro titolo è quello Costruttori, vinto dalla squadra che se ne ritrova di più sommando i punti ottenuti dai suoi piloti ufficiali). I due piloti della squadra tedesca Mercedes – il britannico Lewis Hamilton, campione del mondo in carica, e il tedesco Nico Rosberg – partiranno dalla prima fila, rispettivamente in prima e seconda posizione.
Abbiamo messo insieme 7 cose rilevanti da sapere sulla nuova stagione. Intanto, per chi ha intenzione di seguire il mondiale in televisione: tutte le 20 gare previste saranno trasmesse in Italia da Sky sul canale Sky Sport F1 HD, mentre la Rai ne trasmetterà soltanto 9 in diretta (e tutti le altre, compresa la gara in Australia, in differita). La visione dei Gran Premi in streaming è disponibile tramite SkyGo, il servizio per dispositivi mobili offerto da Sky agli abbonati.
1. La squadra più forte
Secondo tutti gli esperti, anche quest’anno la macchina migliore tra quelle che partecipano al mondiale di Formula 1 è quella costruita dalla squadra tedesca Mercedes, già vincitrice del campionato nella passata stagione. Durante le tre sessioni di prove invernali svolte dalle squadre di Formula 1 a Jerez de la Frontera e a Montmeló, in Spagna, la nuova macchina costruita da Mercedes (nominata W06) ha stabilmente ottenuto i tempi migliori: lo ha fatto sia in assetto da qualifica che in assetto da gara (cioè con configurazioni meccaniche e aerodinamiche differenti, che privilegiano in un caso la velocità sul singolo giro e nell’altro caso la velocità e la resistenza della macchina sulla durata dell’intera gara). Dettaglio significativo: durante i test la Mercedes è riuscita a ottenere tempi migliori rispetto ai suoi principali avversari pur utilizzando gomme “da gara”, mentre gli avversari utilizzavano quelle principalmente destinate alla qualifica e teoricamente più adatte a fare pochi giri ma molto veloci.
2. I piloti che si giocano il Mondiale
Quasi certamente – proprio a causa del dominio tecnico di una sola squadra, che dura dalla scorsa stagione – anche quest’anno i principali rivali che si contenderanno la vittoria del titolo mondiale fino alla fine saranno i due piloti della Mercedes: Lewis Hamilton, campione del mondo nel 2014, e Nico Rosberg, l’anno scorso arrivato secondo a 67 punti di distanza dal primo posto. Hamilton ha vinto il Mondiale per la seconda volta nella sua carriera, dopo quello del 2008, confermando un punto su cui la maggioranza dei commentatori di Formula 1 si trova d’accordo: che sia sostanzialmente un pilota più veloce e con più talento rispetto al suo compagno di squadra, comunque molto apprezzato sia nell’ambiente che nella sua squadra.
3. Alonso e Vettel
Dopo una delle stagioni sportivamente più deludenti degli ultimi vent’anni, la Ferrari ha preso un nuovo pilota, il tedesco Sebastian Vettel, al posto dello spagnolo Fernando Alonso, passato alla McLaren-Honda dopo cinque stagioni in Ferrari. Si tratta di due dei piloti più bravi e vincenti nella storia recente della Formula 1: Alonso ha vinto due titoli mondiali piloti con la squadra Renault, nel 2005 e nel 2006, e ci è andato molto vicino con la Ferrari nel 2010 e nel 2012; Vettel ha vinto ininterrottamente il mondiale per quattro anni dal 2010 al 2013, con la squadra Red Bull. Alonso era in Ferrari dal 2010, Vettel era in Red Bull dal 2009: per entrambi il 2014 è stato un anno particolarmente difficile. Alonso, nonostante i meriti a lui riconosciuti da tutti gli addetti per l’impegno e il talento nella guida, non è stato praticamente mai in grado di competere per la vittoria dei Gran Premi a causa della scarsa competitività della Ferrari. Vettel, dopo anni di dominio incontrastato anche all’interno della sua stessa squadra, non ha vinto neanche un Gran Premio ed è spesso arrivato al traguardo dopo il suo compagno di squadra, l’australiano Daniel Ricciardo (Ricciardo è arrivato in Red Bull nel 2014 e ha vinto tre gare, le uniche non vinte da Mercedes).
4. Come è messa la Ferrari
L’assunzione di Vettel come pilota al posto di Alonso è stata da molti inserita e valutata all’interno di una serie di grandi cambiamenti in Ferrari avvenuti già a partire dalla passata stagione: si è trattato di cambiamenti sia dirigenziali che tecnici. A parte il direttore tecnico James Allison e il pilota finlandese Kimi Raikkonen, non è rimasto molto della precedente struttura aziendale nei ruoli di vertice. Dalla fine di novembre scorso, praticamente a mondiale quasi finito, Maurizio Arrivabene ha assunto il ruolo di team principal al posto di Marco Mattiacci, il quale a sua volta aveva preso sette mesi prima il posto di Stefano Domenicali, in Ferrari da oltre vent’anni con vari incarichi. A ottobre Luca Codero di Montezemolo – in Ferrari dal 1973 e presidente dal 1991 – si era dimesso dal suo incarico, ora assunto da Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles (FCA).
Sebastian Vettel, pilota tedesco della Ferrari, durante una sessione di prove sul circuito Albert Park di Melbourne, prima del Gran Premio d’Australia, venerdì 13 marzo 2015. (AP Photo/Rob Griffith)
Sia nei test invernali che nelle prime prove del Gran Premio d’Australia, la Ferrari SF15-T, la macchina costruita per il mondiale 2015, ha stupito positivamente diversi commentatori per la velocità media ottenuta in configurazione da gara e per l’“affidabilità” dimostrata, ossia la capacità di percorrere molti chilometri senza alcun guasto meccanico imprevisto. I progressi evidentemente compiuti in fase di progettazione della macchina non sono ritenuti comunque sufficienti per permettere di andare più veloce delle macchine Mercedes, ancora largamente favorite. Considerando che nella passata stagione la Ferrari si è classificata al quarto posto, dietro Red Bull e Williams, la possibilità di giocarsela alla pari con queste due squadre sarebbe già considerato come un fatto positivo. Nelle dichiarazioni pubbliche i nuovi responsabili della squadra – a cominciare dal presidente Marchionne e dal team principal Arrivabene – si sono mostrati molto cauti riguardo le ambizioni di vittoria a breve termine: vincere due o tre gare nel corso di questa stagione è ritenuto l’obiettivo più realistico.
5. Chi sono i piloti esordienti
Max Verstappen, figlio dell’ex pilota di Formula 1 Jos Verstappen, è uno dei piloti debuttanti in questa stagione. Di lui si è molto parlato specialmente in relazione alla sua età: domenica 15 marzo, a 17 anni e 164 giorni, sarà il più giovane pilota a prendere parte a un Gran Premio nella storia della Formula 1 (il record precedente appartiene a Jaime Alguersuari, poco più che diciannovenne all’epoca del suo primo Gran Premio in F1). Verstappen è uno dei due piloti della squadra Scuderia Toro Rosso (di proprietà della Red Bull); anche l’altro pilota della squadra, il ventenne spagnolo Carlos Sainz, di cui si parla molto bene, è un esordiente. La STR è considerata una sorta di “squadra B” della Red Bull: alcuni tra i più promettenti giovani piloti passano solitamente per questa squadra e accumulano esperienza in pista prima di essere ingaggiati dalla Red Bull, la squadra principale, cui viene destinata la maggior parte degli investimenti del gruppo austriaco. È andata così per il pilota russo Daniil Kvjat, quest’anno titolare in Red Bull e l’anno scorso titolare in STR, e due anni fa è andata così anche per l’australiano Daniel Ricciardo, considerato oggi tra i migliori della nuova generazione. Prima di loro era capitato a Sebastian Vettel, tuttora l’esempio più noto e citato di ex pilota STR poi passato in Red Bull.
Nel 2015 prenderanno parte per la prima volta a una gara di Formula 1 anche il brasiliano Felipe Nasr, pilota della Sauber, e lo spagnolo Roberto Merhi, pilota della Manor Marussia. Il britannico Will Stevens, altro pilota della Manor, non è propriamente un esordiente se si considera che ha già corso il suo primo Gran Premio in F1 in occasione dell’ultima gara della passata stagione. A causa di diversi ritardi e rallentamenti in fase di progettazione, la squadra Manor non prenderà però parte al Gran Premio d’Australia.
6. Le novità nel regolamento
Non sono molte ma alcune potrebbero generare una serie di effetti importanti. Intanto, per ragioni di sicurezza, sono state imposte alcune nuove regole riguardanti l’aerodinamica che vietano di fatto l’uso di certe forme piuttosto originali – e da molti ritenute antiestetiche – usate durante la passata stagione nella parte anteriore delle macchine (in gergo definito “muso”). Il risultato, visto da fuori, è che le macchine sono meno brutte. Ma la novità tecnica forse più rilevante tra tutte è la possibilità per le squadre di apportare nel corso della stagione delle modifiche strutturali ai motori, seppure in numero limitato, e in pratica di proseguire lo sviluppo del motore a stagione in corso. Era una possibilità vietata dal precedente regolamento, che imponeva alle squadre di omologare il motore entro l’inizio del campionato e, di fatto, di “congelare” il lavoro fatto fino a quel momento per quanto riguarda quella componente della macchina.
Si tratta di una parte dello sviluppo estremamente importante, dal momento che dalla passata stagione i motori di Formula 1 sono delle unità ibride abbastanza complesse (chiamate “power unit”) alla base non solo della propulsione in senso tradizionale ma anche del recupero dell’energia termica e cinetica prodotta dalla sovralimentazione del motore stesso e dalla macchina in fase di frenata. Ogni pilota avrà la possibilità di sostituire questa unità con una nuova unità al massimo quattro volte in tutta la stagione (non cinque, come nella stagione scorsa): chi eventualmente, per necessità o volontà, decidesse di sostituire l’unità oltre le quattro volte consentite subirà una penalizzazione variabile con un arretramento della propria posizione di partenza in gara. Considerando che le gare del campionato sono venti, ogni “power unit” è stata progettata dai costruttori per “durare” mediamente cinque gare senza problemi.
Tre le altre novità c’è l’introduzione della safety car “virtuale”, ossia l’obbligo per i piloti di compiere giri “lenti” – al di sopra di un certo tempo limite – in alcuni casi di situazioni ritenute pericolose in pista ma non tali da richiedere l’intervento della safety car vera e propria. C’è poi il ritorno al normale sistema di assegnazione dei punti per tutte le gare della stagione: dal primo posto al decimo si ottengono, nell’ordine, 25, 18, 15, 12, 10, 8, 6, 4, 2 e 1 punti. Viene quindi eliminata la variante dei doppi punti all’ultima gara utilizzata per la prima e, per ora, unica volta nella passata stagione. Ai piloti è stato infine vietato di cambiare colori e disegno del proprio casco nel corso del campionato.
7. Cosa è successo ad Alonso nei test
Lo scorso 22 febbraio il pilota della McLaren-Honda Fernando Alonso ha avuto un incidente al circuito di Montmeló, vicino Barcellona, dove le squadre stavano svolgendo la seconda delle tre sessioni di test invernali a loro disposizione. Dell’incidente, avvenuto in una delle curve iniziali del circuito, non è stato diffuso alcun video (i test invernali, in genere, non sono trasmessi affatto in televisione). Dalle fotografie dell’incidente circolate successivamente online e sui giornali è emerso che la macchina non ha subito danneggiamenti particolarmente gravi; ciononostante si è reso necessario il ricovero di Alonso in ospedale. La squadra non ha fornito spiegazioni utili per chiarire la dinamica dell’incidente, poi oggetto di molte ipotesi da parte della stampa internazionale che si occupa di sport motoristici: tra queste ipotesi hanno avuto una certa circolazione quella di un malore del pilota e quella di una scarica elettrica ricevuta prima dell’urto.
Lo spagnolo Fernando Alonso, pilota della McLaren, viene soccorso in pista dall’unità medica dopo un incidente avvenuto durante una sessione di test sul circuito di Montmeló, in Spagna, domenica 22 febbraio 2015. (Mark Thompson/Getty Images)
Per precauzione, dopo una diagnosi di commozione cerebrale, ad Alonso è stato sconsigliato di tornare a guidare una Formula 1 in tempi brevi: per questo motivo né ha preso parte alla terza sessione di test invernali né parteciperà al primo Gran Premio in Australia (al suo posto c’è il pilota di riserva della McLaren, il danese Kevin Magnussen).