L’Egitto vuole costruire una nuova capitale
Il governo ha annunciato un gigantesco progetto per la costruzione di una nuova città a est del Cairo: fa parte di un piano del presidente al Sisi per rilanciare l'economia
Venerdì, durante il primo giorno di una conferenza economica internazionale che si sta svolgendo a Sharm el-Sheikh (Egitto), il ministro per la Casa e lo Sviluppo Urbano egiziano Mostafa Madbouli ha annunciato un piano del governo per costruire una nuova capitale a est di quella attuale, il Cairo. Il grosso progetto del governo prevede che la nuova città sia costruita in un tempo che va dai cinque ai sette anni, per un costo totale di oltre quaranta miliardi di euro. L’obiettivo è quello di decongestionare il Cairo, e cercare di risolvere il problema della sovrappopolazione: ora nella capitale egiziana vivono circa 18 milioni di persone, ma entro 40 anni, ha detto Madbouli, gli abitanti raddoppieranno. Quando sarà completata la nuova capitale, il parlamento, le ambasciate, i ministeri e gli uffici governativi egiziani verranno trasferiti.
Della nuova capitale egiziana non si conosce ancora il nome: si sa che occuperà una superficie di 700 chilometri quadrati, all’incirca quella di Singapore, e ospiterà 5 milioni di abitanti. Il piano prevede la costruzione di duemila scuole e seicento strutture sanitarie, di spazi verdi e di un aeroporto più grande di quello di Heathrow, a Londra. Il progetto, ha spiegato sempre Madbouli, creerà più di un milione di posti di lavoro. La costruzione della nuova capitale dovrebbe cominciare con un’espansione di oltre cento chilometri verso est della periferia del Cairo, di fatto “allargando” la città fino al Mar Rosso e al porto di Suez.
I dettagli su come sarà finanziato il progetto non sono stati ancora diffusi, ma secondo il Financial Times i soldi arriveranno dai grandi investitori dei paesi del Golfo Persico. Venerdì l’Arabia Saudita, il Kuwait e gli Emirati Arabi Uniti si sono impegnati a investire 12 miliardi di euro in aiuti all’Egitto, che vanno ad aggiungersi ai finanziamenti già avviati in passato. L’attuale presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi aveva annunciato l’anno scorso in campagna elettorale di volere far partire un piano di espansione del Cairo verso il Mar Rosso. L’altro grande progetto che era stato annunciato da al Sisi riguarda l’espansione del canale di Suez, attorno al quale cui il governo egiziano vorrebbe costruire una zona industriale. Al Sisi spera che entrambi i piani – quello del canale di Suez e quello sulla nuova capitale – possano far ripartire l’economia egiziana, che è molto in difficoltà da tempo. Un altro grosso progetto di sviluppo urbano presentato l’anno scorso prevedeva la costruzione di un milione di unità abitative da parte di Arabtec (società degli Emirati Arabi Uniti), per un valore totale di 40 miliardi di dollari: questo progetto sta subendo molti ritardi, e le trattative con le autorità per far partire i lavori sono ancora in corso.
Nel caso la nuova città venisse costruita, non sarebbe la prima volta che uno stato sposta la sua capitale: la Nigeria la spostò da Lagos a Abuja nel 1991; la Birmania da Rangoon a Naypyidaw nel 2005 (quando doveva ancora essere in buona parte costruita); la Russia da San Pietroburgo a Mosca nel 1918; il Brasile da Rio de Janeiro a Brasilia – che fu costruita appositamente – nel 1960; il Kazakistan da Almaty ad Astana nel 1997; la Tanzania da Dar es Salaam a Dodoma nel 1973; la Costa d’Avorio da Abidjan a Yamoussoukro nel 1983.