Il primo negozio di Google
È stato aperto a Londra, serve per mostrare e vendere i prodotti dell'azienda facendo divertire i clienti: non è un negozio "normale"
di Alison Griswold - Slate
Google è un’azienda famosa anche per i suoi uffici, elaborati e un po’ caotici, costruiti intorno all’idea che un ambiente produttivo deve essere anche divertente. Ora la società ha iniziato a fare qualche prova per vedere se questa filosofia possa essere applicata anche nei negozi.
Mercoledì 11 marzo Google ha aperto il suo primo negozio fisico: un “negozio in un negozio” inserito all’interno del Currys PC World – un grande magazzino di elettronica – di Tottenham Court Road a Londra. Dal 2011 Google ha stretto accordi per avere alcuni stand personalizzati all’interno di 300 negozi Dixons & Curry PC Worlds, ma la nuova struttura è molto più ambiziosa. Oltre a mostrare i prodotti Google – come i portatili Chromebook, le chiavette per la TV Chromecast, smartphone con Android – lo spazio comprende un “Doodle Wall” messo a disposizione dei clienti, che possono scriverci e disegnarci sopra con bombolette spray virtuali, un “Chromecast Pod” per vedere video e un “portale” per esplorare la Terra utilizzando Google Earth. Google vuole che compri delle cose mentre sei nel negozio, ma vuole anche che tu ti diverta mentre sei lì a farlo.
L’esperimento di Google nei negozi veri e propri arriva in un momento in cui diversi altri venditori online stanno dimostrando un certo interesse per il caro vecchio mattone. Etsy, eBay e Warby Parker sono state alcune delle prime aziende di Internet a sperimentare negozi temporanei negli ultimi anni. Lo scorso ottobre sono circolate notizie non confermate sul fatto che Amazon, uno dei più grandi venditori di prodotti online, stesse per aprire un negozio vero e proprio a Manhattan (in seguito si è scoperto che probabilmente lo spazio acquisito da Amazon sarà utilizzato per alcuni uffici dell’azienda). Google dovrebbe invece aprire altri due negozi nel Regno Unito entro la fine dell’anno.
E perché questa mossa dai mattoni ai clic e poi di nuovo ai mattoni? Alcune indagini di mercato indicano che i clienti “multicanale” – quelli che fanno acquisti sia online sia nei negozi fisici – tendono a spendere fino a 3,5 volte in più rispetto agli altri consumatori. La catena di negozi Target ha diffuso dati simili quando ha spiegato che si vuole concentrare anche sulle vendite online, ricordando che i clienti che fanno acquisti nei suoi punti vendita e su Internet portano al triplo delle vendite rispetto ai consumatori tradizionali.
Google, naturalmente, non è paragonabile a una catena di negozi come Target, ma evidentemente ritiene che ci possano essere aspetti positivi nella vendita diretta di prodotti che non si possono ottenere online. Uno di questi è costruire un rapporto con il cliente. Google confida di usare i suoi negozi per “organizzare eventi per il pubblico” su temi come la sicurezza informatica e “gli stili di vita di chi è sempre connesso”. L’azienda pensa anche a iniziative per insegnare ai bambini a usare i codici di programmazione.
“Siamo estremamente entusiasti nel lanciare questo nuovo spazio”, ha detto il portavoce di Google James Elias: “Pensiamo che possa offrire un’esperienza unica per provare-prima-di-comprare”. Si presume quindi che l’azienda ritenga ci siano opportunità per trasformare facilmente il “provare” in “comprare”, in modo da rendere redditizia la sua iniziativa.
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