Cosa mostra il video dell’ISIS col bambino
Un bambino che uccide un ostaggio, ma anche altre cose, in un momento particolare per la comunicazione dell'ISIS e per Israele
Lo Stato Islamico (o ISIS) ha diffuso un video che dice di mostrare un bambino di circa 12 anni uccidere con dei colpi di pistola un ragazzo palestinese accusato di essere una spia per il Mossad, il servizio segreto esterno di Israele. Il video, lungo circa 13 minuti e montato in diverse parti con la grafica di un videogioco, è stato diffuso su al Furqan, il canale di comunicazione ufficiale dell’ISIS: comincia con una lunga confessione di Mohamed Said Ismail Musallam, ragazzo palestinese di 19 anni, che vestito con la tunica arancione dei prigionieri dell’ISIS ammette di essere stato reclutato dal Mossad per riferire informazioni sul gruppo. Nel video vengono mostrate altre due persone: un miliziano dell’ISIS che si rivolge alla telecamera in francese, e il bambino che compie l’esecuzione con dei colpi di pistola, guardando direttamente in faccia Musallam.
Musallam proveniva da Gerusalemme Est. Dopo avere completato i suoi studi, aveva cominciato a lavorare come volontario per i vigili del fuoco in Israele. Il padre, Said Musallam, ha detto a Haaretz che suo figlio tre mesi fa gli aveva chiesto dei soldi, dicendo che erano per un corso che avrebbe dovuto frequentare a Rishon Letzion, in Israele: «Lui è andato via quella mattina e il giorno dopo ho provato a chiamarlo, ma il telefono era spento. Ho pensato che fosse occupato. Dopo una settimana ho ricevuto una mail che diceva che voleva diventare un “martire”». Nel video diffuso dall’ISIS Musallam ha detto che si era infiltrato nel territorio del Califfato Islamico per ottenere informazioni sui depositi di armi in mano al gruppo. Nel video vengono accusati anche il padre e il fratello di Musallam di essere delle spie del Mossad.
Il ministro degli Esteri israeliano, Avigdor Lieberman, non ha ancora commentato quello che è successo, mentre il governo ha detto che il video non è ancora stato autenticato. Un portavoce dello Shin Bet, il servizio segreto interno israeliano, ha detto a AFP che Musallam ha lasciato Israele “di sua iniziativa”, negando in pratica che avesse qualche legame con l’intelligence israeliana. Anche la famiglia ha smentito che Musallam lavorasse come spia per il Mossad. La madre, Um Ahmad, ha detto a Reuters che suo figlio in realtà è stato catturato dall’ISIS mentre cercava di scappare dal Califfato. Non è chiaro quale versione corrisponda alla realtà: come hanno fatto notare alcuni giornalisti e analisti – per esempio Liz Sly sul Washington Post – sembra comunque che un numero sempre maggiore di miliziani arrivati in Siria per combattere con l’ISIS vogliano andare via dal Califfato e tornare nel loro paese.
Nel video diffuso dall’ISIS, Musallam sembra essere molto calmo, nonostante stia per essere ucciso: si tratta di un comportamento che finora ha accomunato tutti gli ostaggi mostrati nei video delle esecuzioni dell’ISIS (è stato così anche per il giornalista americano James Foley, il primo ostaggio occidentale ad essere ucciso). Ieri un uomo che dice di essere un disertore dell’ISIS ha raccontato al canale britannico Sky News il motivo di questo comportamento (il suo racconto, chiaramente, non può essere verificato in altri modi). L’uomo ha detto di avere ricevuto l’ordine da Mohammed Emwazi – noto con il nome Jihadi John – di tranquillizzare gli ostaggi dicendo loro “non c’è problema, è solo un video, non vogliamo ucciderti, vogliamo che il tuo governo smetta di attaccare la Siria”: e che spesso venivano organizzate delle finte esecuzioni, così che gli ostaggi non potessero sapere quando sarebbero stati uccisi davvero.