Il ritorno di John Galliano
Uno degli stlisti più famosi e controversi è rientrato nel mondo della moda dopo esserne stato sbattuto fuori, e con l'azienda apparentemente più diversa da lui
di Enrico Matzeu – @enricomatzeu
Lo stilista John Galliano ha debuttato con il “prêt-à-porter” della casa di moda Maison Margiela durante la settimana della moda di Parigi, presentando la collezione per l’autunno/inverno 2015-16. Lo scorso 12 gennaio a Londra c’era stata la presentazione della collezione Artisanal (ovvero la più lussuosa ed elitaria linea di “Haute Couture” del brand), ma rimaneva una grande attenzione per la nuova collezione: prima di tutto per capire come Galliano avrebbe affrontato il suo ritorno alle sfilate di Parigi dopo il tormentato licenziamento da Dior nel 2011, e poi per vedere come avrebbe interpretato la linea più vicina al mercato.
Maison Margiela è una casa di moda fondata nel 1989 dal designer belga Martin Margiela, ma dal 2002 è controllata dal gruppo di Renzo Rosso, OTB, assieme a Diesel, Marni e Viktor&Rolf: ha un fatturato di 100 milioni di euro l’anno e un attivo di 100 mila euro, registrato nel 2013. Il fondatore ha studiato all’Accademia Reale di Belle Arti di Anversa e dopo aver lavorato per Jean Paul Gaultier e con una contemporanea esperienza da Hermés, alla fine degli anni Ottanta ha iniziato a creare una linea col suo nome – Maison Martin Margiela – ma senza apparire mai personalmente. Martin Margiela, infatti, non si è mai fatto vedere in pubblico, né circolano sue fotografie. E ha trasformato spesso questo aspetto in un tratto di comunicazione, facendo per esempio sfilare le modelle con il volto coperto da maschere ricamate di cristalli. La caratteristica stilistica dei prodotti, invece, è il minimalismo, ottenuto con il recupero e la destrutturazione dei capi. Martin Margiela e il suo staff erano soliti staccare le maniche di giacche e cappotti e riattaccarle in modo originale, mostrare fodere e parti interne degli abiti o mettere assieme pezzi insoliti di vecchi vestiti. Dopo aver offerto la guida creativa della sua maison a Raf Simons, che non voleva lasciare il suo posto da Jil Sander, e Haider Ackerman, che rifiutò perché già in lizza per una possibile successione a Galliano da Dior, nel dicembre 2009 Martin Margiela ha lasciato l’azienda fondata da lui stesso vent’anni prima, senza motivare pubblicamente la scelta, come era nel suo stile. Le collezioni hanno continuato poi ad essere disegnate dal suo team creativo e nessuno stilista ha mai preso il suo posto.
Fino all’ottobre 2014, quando Renzo Rosso ha annunciato che John Galliano sarebbe stato il nuovo direttore creativo di Maison Margiela. Il primo cambiamento è avvenuto nel marchio, al quale è stato tolto il nome Martin, senza però dare troppo risalto all’operazione (la stessa scelta strategica è stata già adottata per Yves Saint Laurent, che con l’arrivo nel 2012 del nuovo direttore creativo Hedi Slimane nel 2012 è stata ribattezzata soltanto Saint Laurent). Ma la nomina di John Galliano è stata una scelta ancor più significativa e sovversiva, per due aspetti fondamentali. Il primo è di tipo stilistico, visto che la teatralità che da sempre caratterizza le collezioni disegnate da Galliano è destinata a scontrarsi con lo stile minimalista di Maison Margiela. Il secondo riguarda, invece, le vicende che hanno coinvolto Galliano nel 2011 e che lo avevano portato al licenziamento da Dior, dove era direttore creativo da quindici anni. Entrambi gli aspetti hanno a che fare con ragioni economiche e con la volontà da parte di Rosso di incrementare quei 360 milioni di euro l’anno fatturati da Staff International, l’azienda che ha sede a Noventa Vicentina di proprietà di OTB e che produce anche i capi di Margiela.
John Galliano, inglese di origini spagnole, diplomato alla Central Saint Martins College of Art and Design di Londra, entrò nel gruppo LVHM nel 1995 come direttore creativo di Givenchy, per passare l’anno dopo alla guida stilistica di Dior. Anche allora il suo arrivo rappresentò un cambiamento, sul piano stilistico e su quello economico, facendo aumentare straordinariamente il fatturato. Con Dior le collezioni di Galliano hanno sempre avuto uno stile fortemente scenografico e barocco, fatto di abiti voluminosi e colorati, ma anche di accessori e make up molto riconoscibili.
Ma il 25 febbraio 2011 John Galliano venne arrestato in stato di ebbrezza in un bar del quartiere Marais di Parigi a causa dei suoi comportamenti violenti e degli insulti antisemiti a un gruppo di persone presenti nel locale. Nei giorni successivi, su internet circolò un video in cui rispondeva aggressivamente e volgarmente in una conversazione dicendo “Io amo Hitler” e celebrando l’Olocausto. Dior lo licenziò, una settimana prima della prevista presentazione delle collezioni autunno-inverno. Da quel momento Galliano sparì dalla vita pubblica della moda, se non per una breve collaborazione con Oscar de la Renta, lasciando conversazioni e illazioni su di sé durate fino alla nomina in Margiela.
La prima sfilata di Margiela firmata da Galliano, quella per la Haute Couture dello scorso gennaio a Londra, è stata per alcuni uno snaturamento dello stile tradizionale di Margiela, mentre altri ne hanno visto un ottimo adattamento attraverso lo stile Galliano. Per la direttrice di Vogue America Anna Wintour, ad esempio, “c’erano tanti elementi tipici del John che conosciamo e amiamo, ma si è impossessato del vocabolario di Margiela e lo ha tradotto in un modo innovativo e affascinante”. Più cauti invece alcuni editorialisti di settore, come Vanessa Friedman, che sul New York Times ha ridimensionato la pretesa rivoluzione della collezione, mentre Colin McDowell nel suo editoriale su Business of Fashion ha scritto di una sensazione di dejà vu nel vedere i capi realizzati da Galliano. Entrambi avevano rimandato alla sfilata di prêt à porter per capire le possibili svolte del nuovo corso di Maison Margiela: e venerdì scorso a Parigi la sfilata ha confermato che l’identità di John Galliano rimane molto forte, superando i tratti distintivi di Margiela e il suo minimalismo. Rispetto alla sfilata londinese, però, Galliano ha già fatto un passo indietro, rimanendo nel backstage alla conclusione del defilé, per conservare la tradizione del suo predecessore di non uscire a prendersi gli applausi del pubblico. Ora resta da vedere come andrà sul mercato, a cui è stato rivolto tutto questo cambiamento e che lo giudicherà.