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  • Domenica 8 marzo 2015

Le novità sull’uccisione di Boris Nemtsov

Un ex poliziotto ceceno ha confessato l'omicidio del noto oppositore di Putin: la polizia russa sta interrogando altre quattro persone

Un giudice di un tribunale di Mosca ha detto che un uomo ha confessato di aver partecipato all’assassinio dell’attivista e oppositore politico russo Boris Nemtsov. Un’altra persona è stata formalmente accusata di complicità nell’omicidio mentre altre tre persone sono state interrogate. Secondo alcuni media russi un sesto sospettato si sarebbe fatto esplodere poco prima di essere arrestato, ma la notizia non è stata confermata ufficialmente.

L’uomo che ha confessato, scrive Reuters, si chiama Zaur Dadayev ed è originario del Caucaso: la stampa russa dice che Dadayev ha lavorato in passato nella polizia cecena. I giornalisti presenti al tribunale a Mosca hanno parlato brevemente con Dadayev: Cristopher Miller, giornalista di Mashable ed esperto di politica ucraina e russa, ha scritto su Twitter che l’unica dichiarazione di Dadayev è stata: «Amo il profeta Maometto».

 

L’altro uomo che si trova in stato di accusa si chiama Anzor Gubashev e in passato ha lavorato per una società di sicurezza privata di Mosca. Secondo l’agenzia russa Interfax, che ha citato fonti vicine agli investigatori, i due uomini sono stati identificati grazie a tracce lasciate nell’automobile usata per fuggire dopo l’attacco. Tra le altre tre persone interrogate ci sarebbero due parenti di Dadayev. Gli arresti di Gubashev e Dadayev sono avvenuti nella giornata di sabato, mentre le altre tre persone sono state arrestate tra sabato notte e domenica mattina.

Nemtsov è stato ucciso nella notte del 27 febbraio con quattro colpi di arma da fuoco mentre passeggiava su un ponte a poche centinaia di metri dalle mura del Cremlino, nel centro di Mosca. Aveva 55 anni e alla fine degli anni Novanta era stato vice-primo ministro della Russia. Da quasi quindici anni non ricopriva più incarichi pubblici, ma era diventato un’importante figura dell’opposizione all’attuale presidente Vladimir Putin. Era considerato un liberale e un oppositore moderato. Negli ultimi anni la sua popolarità tra gli oppositori del regime era calata a favore della nuova generazione di attivisti, tra cui Alexei Navalny.