49 politici indagati per lo scandalo Petrobras
In Brasile lo scandalo di corruzione che coinvolge la grande azienda petrolifera si sta allargando e molti politici del partito della presidente Rousseff potrebbero essere nei guai
La Corte suprema del Brasile ha autorizzato le indagini su decine di politici brasiliani, tra cui i due attuali presidenti delle camere del Congresso nazionale e un ex presidente, per un caso di corruzione. Secondo i magistrati, in passato molte società private hanno corrotto politici e altri funzionari per ottenere appalti e commissioni da Petrobras, la grande azienda petrolifera pubblica e una delle più grandi società al mondo. Circa 54 persone sono attualmente coinvolte nello scandalo, tra cui 49 politici.
Tra i più importanti politici coinvolti ci sono il presidente del Senato Renan Calheiros e quello della Camera dei deputati Eduardo Cunha, oltre all’ex ministro dell’Energia Edison Lobao e Fernando Collor de Mello, presidente del Brasile tra il 1990 e il 1992. La maggior parte dei fatti a cui fa riferimento l’indagine sono avvenuti mentre l’attuale presidente del Brasile, Dilma Rousseff, sedeva nel consiglio di amministrazione di Petrobras, alla fine degli anni Novanta. Secondo i magistrati, Rousseff era completamente estranea al giro di corruzione. Gran parte dei politici coinvolti, però, appartengono alla sua stessa formazione politica, il Partito dei Lavoratori.
Al centro dello scandalo ci sono un gruppo di manager di Petrobras che si erano accordati con i politici per chiudere un occhio di fronte ai contratti da centinaia di milioni di euro che alcune società di costruzioni ottenevano da Petrobras. I contratti avevano prezzi gonfiati e il 3 per cento del loro valore totale veniva intascato dai politici che avrebbero dovuto controllare sul corretto svolgimento delle gare d’appalto. Secondo BBC, anche se non è coinvolta direttamente, lo scandalo metterà in grave difficoltà la presidente Rousseff che si trova già in una situazione difficile a causa delle misure di austerità economica che dovrà imporre nei prossimi mesi.
Petrobras, che ha un fatturato di più di cento miliardi di euro l’anno, cioè come il PIL di una piccola nazione, è considerata una delle colonne portanti dell’economia brasiliana, oltre che un’importante fonte di entrate per il governo. Lo scandalo ha messo la società in una brutta situazione. Da settembre, ha raccontato il Wall Street Journal, le azioni di Petrobras hanno perso il 64 per cento del loro valore. A causa delle difficoltà nel misurare la quantità di tangenti pagate, i revisori contabili si sono rifiutati di firmare il bilancio 2014 della società che ora è del tutto tagliata fuori dal mercato del credito internazionale.
Petrobras intanto ha tagliato i costi, interrotto alcuni investimenti in programma e iniziato a vendere alcune proprietà nel tentativo di continuare a finanziarsi. Inoltre, i contratti ottenuti da alcune società che avrebbero partecipato allo scandalo corruzione sono stati bloccati. Tutte queste misure hanno provocato conseguenze significative: per esempio hanno messo a rischio di fallimento moltissime società che lavorano nell’indotto di Petrobras.