Foto di una San Francisco che non c’è più
Janet Delaney ha fotografato alla fine degli anni Settanta il quartiere di SoMa e i suoi abitanti, prima che tutto cambiasse
Fino al 19 luglio al de Young Museum di San Francisco sono esposte le fotografie della serie South of Market, della fotografa Janet Delaney, che raccoglie foto scattate a partire dalla fine degli anni Settanta a San Francisco, nel quartiere South of Market, conosciuto anche come SoMa, vicino a Chinatown. Delaney si trasferì a San Francisco nel 1978, in Lagton Street, per frequentare il San Francisco Art Institute, e si stabilì a South of Market perché era un quartiere centrale ed economico, dove la maggior parte degli abitanti erano “blue collar”, cioè membri della classe operaia: all’inizio degli anni Settanta era però stato deciso un grosso piano di riqualificazione urbana, che prevedeva tra le altre cose la costruzione di un centro congressi, il Moscone Center, dedicato al sindaco di San Francisco ucciso nel 1978, che venne inaugurato nel 1981.
Delaney si rese conto di avere la possibilità di documentare un quartiere che presto sarebbe cambiato radicalmente, perdendo molte delle sue caratteristiche principali. Delaney ha spiegato: «La città si stava trasformando e i soldi erano il motore. Io ero fortemente contraria a quel tipo di sviluppo, che stava cacciando via le persone dal quartiere». Delaney perciò iniziò a fotografare le strade, i palazzi e la vita quotidiana degli abitanti di SoMa, dagli artisti ai fabbri, registrando spesso delle interviste che raccolse in un progetto fatto di 150 fotografie e di testi scritti.
Ora Delaney vive a Berkeley, sull’altra sponda della baia di San Francisco: SoMa nel frattempo è diventato un posto alla moda, dove si trovano le sedi di diverse grosse e giovani società come Twitter, Uber e AirBnB. Ci sono appartamenti di lusso e negozi delle principali catene, e Delaney ha spiegato: «Ci sono molte nuove piccole attività – come negozi di vino carini, botteghe di tatuatori di lusso e uffici di startup – ma stanno a fianco delle molte agenzie di servizi sociali che aiutano i poveri. È un mix molto strano. Ci sono Mercedes parcheggiate nei vicoli dove i senzatetto mettono i loro materassi».