Cosa si dice dell’omicidio di Nemtsov
La stampa russa fa ipotesi bizzarre - c'è dietro la CIA, oppure il terrorismo islamico - mentre in Occidente si dà la colpa a Putin e alla propaganda nazionalista
Nella notte tra venerdì 27 e sabato 28 febbraio, Boris Nemtsov, ex vice-primo ministro della Russia e oppositore politico del presidente russo Vladimir Putin, è stato ucciso con quattro colpi di arma da fuoco nel centro di Mosca. L’uccisione di Nemtsov è stato definito il più importante omicidio politico avvenuto in Russia negli ultimi anni. In queste ore sono cominciate a circolare ipotesi e sospetti molto diversi su chi potrebbe essere stato il responsabile.
Cosa dicono gli investigatori in Russia
Le indagini sull’omicidio Nemtsov sono state affidate al Comitato Investigativo, che i media descrivono come una versione russa dell’FBI americana. Putin ha detto sabato di aver preso direttamente il controllo delle indagini e ha pubblicato una dichiarazione sul sito della presidenza in cui chiede che gli assassini siano arrestati il prima possibile. Il portavoce del Comitato, Vladimir Markin, ha già dato diverse indicazioni alla stampa relative alle indagini in corso.
Secondo Markin, l’obiettivo degli autori dell’omicidio potrebbe essere quello di destabilizzare la politica russa. La sua dichiarazione, hanno scritto diversi giornalisti, sembra suggerire che Nemtsov possa essere stato ucciso da altri membri dell’opposizione con lo scopo di fare di lui un “martire”. Oppure, ha detto Markin, potrebbe c’entrare il terrorismo islamico: secondo Markin, Nemtsov aveva subito delle minacce a causa delle sue posizioni sulla strage alla sede del settimanale satirico francese Charlie Hebdo. Nemtsov si era occupato molto anche della crisi in Ucraina: secondo gli investigatori l’omicidio potrebbe essere stato compiuto dagli ucraini in cerca di un martire per la loro causa, o forse dai ribelli filo-russi. Non è poi stato escluso che l’omicidio possa essere stato motivato da ragioni legate alla vita personale di Nemtsov.
Cosa dice la stampa russa
I media russi sono stati più espliciti sui possibili mandanti, citando spesso fonti anonime vicine alla polizia. Il canale televisivo russo Life News, per esempio, ha detto che fonti anonime vicine al Comitato Investigativo hanno riferito che l’omicidio è stato probabilmente ordinato da forze interne o esterne alla Russia con lo scopo di destabilizzare la situazione politica del paese. Secondo la fonte consultata da Life News, queste forze esterne potrebbero essere dei sostenitori del governo ucraino che hanno ucciso Nemtsov per la sua incapacità nell’ottenere un ampio sostegno in Russia contro la guerra in Ucraina orientale. Su altri media, come ad esempio il giornale Pravda, si parla esplicitamente di un complotto organizzato dalla CIA.
Cosa dicono i media occidentali
Le ipotesi più diffuse sui media occidentali sono molto diverse: l’omicidio sarebbe stato deciso in ambienti vicino al governo o comunque da gruppi nazionalisti motivati dalla propaganda ufficiale. Ben Judah, un giornalista esperto di Russia, ha scritto sul quotidiano inglese Telegraph che l’omicidio non può che essere stato ordinato o almeno “tollerato” dal presidente Putin: «Boris Nemtsov – ha scritto Judah – non faceva nemmeno un passo che non fosse sorvegliato dal FSB, i servizi segreti russi».
In molti ipotizzano l’omicidio potrebbe essere ricollegato al clima violento e fortemente nazionalista che si è creato in Russia negli ultimi anni. Alexei Makarkin, uno studioso di politica russa che lavora a Mosca, ha detto al Moscow Times: «La propaganda anti liberale ha alimentato le divisioni all’interno della nostra società. Quella che abbiamo davanti è una situazione che può esplodere in ogni momento». A questo tema ha dedicato un articolo sul New Yorker Joshua Yaffa, un giornalista che lavora a Mosca. Secondo Yaffa, negli ultimi anni i media russi hanno cambiato il loro atteggiamento nei confronti degli oppositori politici del governo. Se fino a poco tempo fa gli oppositori venivano considerate persone poco serie, stupidi o matti, da quanto la situazione in Ucraina è peggiorata la stampa ha inasprito le sue critiche.
Gli oppositori vengono spesso descritti come una “quinta colonna” al servizio dell’occidente. Yaffa ha ricordato che fino a pochi giorni fa su una libreria di Mosca era affisso un poster con le fotografie di Nemtsov e altri oppositori politici accompagnate dalla scritta: «Stranieri tra di noi». L’anno scorso Dmitri Kiselyov, un importante giornalista russo e conduttore di programmi sulla televisione di stato, aveva dedicato diversi programmi agli oppositori politici di Putin, indicandoli uno ad uno, insultandoli, chiamandoli “traditori” e concludendo la trasmissione dicendo: «Conosciamo i loro nomi». Kiselyov è uno dei personaggi colpiti dalle sanzioni europee e americane degli ultimi mesi.