Cosa si sa del sequel di Blade Runner
Molto poco: Harrison Ford tornerà a fare Rick Deckard ma non sarà il protagonista, e Ridley Scott sarà "solamente" il produttore
Due giorni fa la casa di produzione americana Alcon Entertainment ha annunciato che l’attore statunitense Harrison Ford reciterà nel sequel del celebre film di fantascienza Blade Runner, che è uscito nel 1982 e in cui era protagonista. La Alcon aveva comprato i diritti per produrre nuovi film di Blade Runner già nel 2011, ma finora non era chiaro in che modo li avrebbe utilizzati: da anni comunque giravano voci di progetti per un sequel di Blade Runner (che è ispirato al romanzo Il cacciatore di androidi dello scrittore di fantascienza Philip K. Dick). La Alcon ha anche detto che le riprese del nuovo film, che non ha ancora un titolo, inizieranno nell’estate del 2016. Ha aggiunto che c’è una trattativa in corso per far dirigere il film a Denis Villeneuve, 47enne regista canadese che di recente ha diretto i film Prisoners ed Enemy (entrambi con Jake Gyllenhaal).
Ford ha 72 anni ed è noto fra le altre cose per aver interpretato la parte di Han Solo nella saga di Star Wars e di Indiana Jones nell’omonima serie cinematografica. In Blade Runner, che era diretto dal celebre regista Ridley Scott, Ford interpretava la parte dell’ex poliziotto Rick Deckard, a cui veniva assegnato il compito di cercare e uccidere quattro robot dalle sembianze umanoidi scappati da un centro di ricerca. Negli anni scorsi, Ford aveva negato di voler recitare di nuovo nella parte di Solo e Deckard: nel 2015 reciterà nel nuovo film di Star Wars, Il risveglio della forza.
Del film in sé si sa molto poco: Alcon dice solo che sarà ambientato «diversi decenni» dopo la conclusione del primo film (Dick non ha scritto alcun sequel al suo romanzo). La sceneggiatura è stata scritta da Hampton Fancher (che fu anche co-autore della sceneggiatura di Blade Runner) e Michael Green, che fra le altre cose ha collaborato come produttore a varie serie tv americane come Heroes e Smallville. Ridley Scott, invece, sarà “solamente” il produttore, sebbene in un’intervista pubblicata da Variety a novembre abbia ammesso di aver lavorato alla creazione della storia assieme a Fancher. Nella stessa intervista, Scott aveva inoltre rivelato che il nuovo film si dividerà in tre atti e che Ford non sarà il protagonista (comparirà solo nell’ultimo atto). Non è chiaro se nel frattempo i piani di Scott siano cambiati.
Cos’è stato Blade Runner
In breve, uno dei migliori film di fantascienza della storia. Al contrario di predecessori di successo del genere fantascientifico, come Star Wars e 2001: Odissea nello spazio, Blade Runner non faceva affidamento a grandiosi effetti speciali e non era ambientato nello spazio. Il film è incentrato piuttosto sul tema della progressiva somiglianza, nell’ipotetico mondo futuro, fra esseri umani e robot umanoidi, che nel 2019 era diventata molto difficile da rilevare: lo stesso protagonista del film, Rick Deckard, si innamora di una replicante e per tutto il film ci sono continui riferimenti al fatto che lui possa essere un robot (nel film non viene mai chiarito). Il titolo del film, invece, è tratto da un libro omonimo e semi-sconosciuto dello scrittore americano William Burroughs, che non ha legami con la vicenda raccontata. Scott lo utilizzò solamente perché gli piaceva molto.
Blade Runner ha anche una notevole fotografia: è ambientato in una Los Angeles buia, piovosa e trafficata del 2019, che contribuisce in gran parte alle atmosfere un po’ oscure del film. La colonna sonora è di Vangelis, compositore greco che nel 1981 aveva vinto l’Oscar per la migliore colonna sonora con Momenti di gloria. Blade Runner andò malissimo al cinema e ottenne due sole nomination agli Oscar (per la miglior sceneggiatura e i migliori effetti speciali), ma negli anni divenne un film leggendario e citato spesso come uno dei film di riferimento per la fantascienza. Del film si ricordano anche molte invenzioni e scene poi diventate dei riferimenti pop: come il monologo pronunciato prima di morire dal replicante Roy Batty, quello che inizia con la famosa espressione «Ne ho viste cose che voi umani…»: nel contesto del film, è una specie di rivendicazione alla vita da parte del replicante, che nonostante non fosse umano aveva passato vicende turbolente ma degne di essere ricordate.
«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi:
navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione,
e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo,
come lacrime nella pioggia.
È tempo di morire.»
Di Blade Runner uscirono nel tempo sette versioni, più o meno lunghe a seconda della presenza di alcune scene. Ma la modifica più famosa fu quella introdotta in una versione diffusa nel 1992 da Scott stesso: in pratica fu cambiata la scena finale a lieto fine imposta nel 1982 dalla produzione con un’altra scena, molto più ambigua.
Chi è Villeneuve
Villeneuve è nato a Trois-Rivières, in Québec, e ha 47 anni. Il suo primo film si chiama Un 32 août sur terre ed è uscito nel 1998. Ha diretto film perlopiù in lingua francese. Il suo terzultimo film, La donna che canta, è stato candidato all’Oscar come miglior film straniero nel 2011. Il suo ultimo film, Enemy, è un adattamento del romanzo “L’uomo duplicato” dello scrittore portoghese José Saramago. The Verge ha ipotizzato che dato lo stretto rapporto di collaborazione fra Villeneuve e Gyllenhaal, proprio quest’ultimo potrebbe essere preso in considerazione per la parte del protagonista nel sequel di Blade Runner.