L’assassinio di Boris Nemtsov
Era uno dei più noti oppositori del presidente russo Vladimir Putin: alcuni uomini armati gli hanno sparato in centro a Mosca
Boris Nemtsov, 55 anni, importante politico liberale russo, oppositore del presidente Vladimir Putin ed ex vice-primo ministro della Russia – è stato ucciso da alcuni colpi di arma da fuoco in centro a Mosca, in Russia, la sera di venerdì 27 febbraio. Secondo la polizia, Nemtsov è stato colpito quattro volte mentre attraversava il ponte Moskvoretsky vicino al Cremlino, la zona di Mosca dove si trovano le più importanti istituzioni governative della Russia, tra cui la residenza del presidente. Secondo l’agenzia Bloomberg, si tratta di una delle aree più sorvegliate di tutta capitale.
Nella foto: La polizia intorno al corpo di Boris Nemtsov su un ponte in centro a Mosca, con alle spalle il Cremlino. (AP Photo/Pavel Golovkin)
Tramite il suo portavoce, il presidente russo Vladimir Putin ha condannato l’assassinio e ha fatto sapere di aver «preso il controllo» delle indagini. Anche il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha condannato quello che ha definito un «brutale omicidio» e ha chiesto al governo russo di compiere un’indagine «rapida, imparziale e trasparente».
In un telegramma inviato alla madre di Nemtsov, Putin ha definito il suo oppositore una persona “onesta” che ha sempre sostenuto apertamente le sue opinioni e che ha occupato un posto importante nel paese all’epoca di un difficile momento di transizione (un riferimento alla sua carica di vice-primo ministro alla fine degli anni Novanta). Il primo ministro Dimitri Medvedev lo ha definito “un uomo di principi” che non ha mai “tradito le sue idee”. Secondo le prime dichiarazioni degli investigatori l’omicidio «potrebbe essere un’azione mirata a destabilizzare il paese. Tra le ipotesi che gli investigatori stanno valutando c’è anche quella che nell’omicidio sia coinvolto l’estremismo islamico. La polizia dice di aver trovato l’auto usata per compiere l’omicidio. La televisione di stato ha mostrato le immagini dell’auto sospetta che ha una targa dell’Inguscezia, una repubblica autonoma del Caucaso a maggioranza musulmana dove in passato ci sono stati numerosi disordini causati da estremisti islamici.
Nella foto: L’auto che la polizia sospetta sia stata utilizzata dagli assassini di Nemtsov. (REUTERS/Sergei Karpukhin)
Da tempo Nemtsov sosteneva che la Russia avrebbe dovuto smettere di sostenere i ribelli filo-russi in Ucraina orientale: secondo Nemtsov la guerra tra governo ucraino e separatisti filo-russi cominciata la scorsa primavera è stata causata e alimentata dalle manovre di Putin. Nei giorni scorsi, Nemtsov aveva chiesto a tutte le varie forze dell’opposizione russa di riunirsi per una dimostrazione contro la guerra in Ucraina, che avrebbe dovuto tenersi domani a Mosca. Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha definito Nemtsov un «ponte» tra la Russia e l’Ucraina. Negli ultimi mesi numerosi oppositori politici sono stati imprigionati o minacciati dal governo, mentre i media sono diventati sempre più aggressivi nei confronti di chi si discosta dalla linea ufficiale, ha scritto il Washington Post.
Un altro noto oppositore politico di Putin, l’ex membro del parlamento Gennady Gudkov, ha scritto su Twitter: «Hanno cominciato ad uccidere i nemici del popolo. Nemtsov è morto. Chi sarà il prossimo?». Negli ultimi anni diversi oppositori politici di Putin sono stati uccisi oppure sono morti in circostanze misteriose, come i giornalisti Paul Klebnikov e Anna Politkovskaya, l’attivista per i diritti umani Natalya Estemirova e l’ex spia Alexander Litvinenko (avvelenato con una sostanza radioattiva mentre si trovava a Londra). In alcuni di questi casi, alcuni criminali di basso livello sono stati condannati per aver compiuto gli omicidi, ma i mandanti non sono mai stati identificati. Non ci sono prove di un coinvolgimento del governo russo in questi omicidi.
Nemtsov, membro del partito RPR-Parnassus, divenne noto per avere ricoperto l’incarico di governatore di Nizhny Novgorod, la sua regione natale, nel 1991. All’epoca intraprese un programma di riforme che venne apprezzato anche all’estero. Nel 1997 fu nominato vice-primo ministro della Federazione Russa durante l’ultima presidenza di Boris Yeltsin. Il New York Times ha scritto che all’epoca molti lo consideravano il suo erede più probabile. Molte figure importanti dell’epoca di Yeltsin hanno preferito abbandonare la vita pubblica dopo l’arrivo alla presidenza di Putin. Nemtsov, invece, ha continuato a guidare l’opposizione liberale e democratica, anche se negli ultimi anni la sua figura era stata oscurata da politici più populisti e nazionalisti come Alexei Navalny. L’anno scorso Nemtsov aveva pubblicato un lungo rapporto in cui sosteneva che almeno 30 dei 50 miliardi spesi per organizzare le olimpiadi invernali di Sochi erano stati rubati.