Il successo dell’industria di salmone delle Fær Øer
Sono aumentati domanda e prezzo da quando la Russia ha smesso di importare pesce dai paesi dell'UE: e alcuni imprenditori sono diventati miliardari
Il Wall Street Journal ha scritto un articolo in cui sostiene che la guerra commerciale iniziata tra Russia e Occidente in seguito alla crisi in Ucraina ha un chiaro vincitore: le isole Fær Øer, un piccolo arcipelago indipendente che fa parte del Regno di Danimarca e si trova a metà strada tra la Scozia e l’Islanda. Nell’arcipelago abitano 50 mila persone disperse su 18 isole. Le isole Fær Øer, non facendo parte dell’Unione Europea, non sono state colpite dall’embargo su alcune importazioni alimentari approvato dalla Russia lo scorso agosto in risposta alle sanzioni decise da Stati Uniti, Unione Europea e altri paesi. Si è trattato di una svolta notevole per l’industria della pesca delle isole Fær Øer: in particolare l’industria del salmone è cresciuta in esponenzialmente dopo che la Russia ha proibito di importare pesce da alcuni paesi tra cui la Norvegia, suo principale fornitore di salmone fino allo scorso settembre.
Secondo gli ultimi dati diffusi dal governo delle isole Fær Øer, tra settembre – quando è entrato in vigore l’embargo russo – e dicembre, le industrie ittiche locali hanno venduto 70 milioni di euro di salmone alla Russia, cioè il 40 per cento di tutte le esportazioni delle Fær Øer (la crescita delle esportazioni di salmone delle Fær Øer alla Russia prima e dopo l’embargo è stata del 7 per cento). L’improvviso aumento della domanda, inoltre, ha causato un aumento dei prezzi. Oggi il salmone viene venduto alla Russia a circa 1,50 euro al chilo, cioè il 25 per cento in più rispetto al suo prezzo prima dell’embargo.
L’industria ittica è la principale fonte di ricchezza delle isole Fær Øer: il pesce conta per il 95 per cento del totale delle esportazioni e per il 40 per cento del PIL. L’improvviso aumento del prezzo e della vendita di salmone ha permesso a Regin Jacobsen e sua madre Oddvør – i principali azionisti di Bakkafrost, il più grande esportatore di salmone delle isole – di diventare miliardari (in corone danesi: in euro si parla di circa 175 milioni), i primi nella storia delle Fær Øer.
L’embargo russo ha colpito in particolare le economie del nord Europa e la Germania, che nel 2014 ha visto calare le sue esportazioni verso la Russia del 18 per cento. Il divieto di importazioni di generi alimentari, comunque, ha causato dei danni anche in Russia, dove i supermercati oggi sono più vuoti rispetto a qualche mese fa e parecchi prodotti – tra cui proprio il salmone – hanno subito un rialzo significativo dei prezzi. L’embargo è cominciato lo scorso settembre in risposta alle sanzioni approvate da Stati Uniti, Unione Europea e altri paesi dopo che la Russia aveva annesso la Crimea, una regione autonoma dell’Ucraina. Le sanzioni sono state poi inasprite nei mesi successivi, mano a mano che diventava sempre più chiaro l’appoggio della Russia ai separatisti dell’est dell’Ucraina.