Le foto dei tassisti a Torino contro Uber
C'è stata una manifestazione – con una coda agitata – per protestare contro l'app accusata di concorrenza sleale
Martedì 17 febbraio a Torino c’è stata una manifestazione nazionale di protesta dei tassisti contro Uber, il servizio di trasporto privato accessibile via app per smartphone. Il corteo di tassisti è partito intorno alle 10 da piazza Arbarello, passando per il centro per arrivare alla prefettura. Nel pomeriggio una parte dei tassisti, circa 500 persone, sono andati davanti all’Autorità dei Trasporti al quartiere torinese Lingotto tirando uova e cercando di entrare nel palazzo, ma sono stati fermati dalla polizia.
Valter Drovetto, vice segretario nazionale del sindacato Ugl Taxi, ha provato a spiegare le ragioni dei tassisti: «Chiederemo di essere ricevuti da sindaco e prefetto. Chiediamo legalità e rispetto delle regole, chi costa meno è perchè non paga le tasse e fa tariffe a discrezione, rispetto a noi che abbiamo il tassametro piombato. Uber effettua un servizio senza rispettare tutte quelle garanzie che da sempre ci vengono richieste. In questo modo si danneggiano 100mila tra tassisti e autonoleggiatori. Uber deve fermarsi».
Uber è una società americana che gestisce un’omonima applicazione, con la quale è possibile chiamare un’auto con conducente, in maniera simile ai taxi: ma non c’è bisogno né di telefonare né di pagare in contanti, tutto viene fatto tramite app e carta di credito; gli utenti e gli autisti alla fine di ogni corsa possono darsi rispettivamente un voto, leggibile dagli futuri utenti e autisti; una mappa permette di sapere dov’è l’auto che hai prenotato e indica un preventivo di spesa al momento della prenotazione. Poi c’è UberPOP, che è più o meno la stessa cosa con persone comuni – e le loro auto private – al posto degli autisti professionisti.