E le primarie in Campania?
Molto probabilmente saranno rimandate per una quarta volta e si faranno, sempre se si faranno, il prossimo primo marzo
Le primarie del Partito Democratico per la scelta del candidato che affronterà poi le elezioni per la presidenza della Regione Campania sono già state rimandate tre volte. E, secondo le ultime notizie, si parla di un probabile quarto rinvio. Nel frattempo ci sono nuovi candidati e uno dei primi a essersi proposto è stato condannato in primo grado per abuso d’ufficio. La nuova data per le primarie che circola sui giornali locali è quella del primo marzo, ma la decisione definitiva (su rinvio e nuovo giorno del voto) dovrà essere assunta dalla direzione regionale che dovrebbe svolgersi nella serata di oggi. Ieri, durante la direzione nazionale del PD che si è svolta a Roma, il presidente del Consiglio e segretario del PD Matteo Renzi non ha fatto riferimento alla situazione della Campania.
Dall’inizio, in breve
Le primarie in Veneto e in Puglia si sono svolte lo scorso 30 novembre (hanno vinto, rispettivamente, Alessandra Moretti e Michele Emiliano). In Campania si sarebbero dovute tenere il 14 dicembre ma a fine novembre il voto è stato rinviato: durante la direzione regionale del partito e dopo un incontro tra Lorenzo Guerini, vice segretario nazionale del PD, e i rappresentanti di quelli che allora erano i tre candidati (Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno, Andrea Cozzolino, europarlamentare, Angelica Saggese, senatrice) era stato deciso uno slittamento all’11 gennaio. Questo, aveva spiegato Guerini, avrebbe permesso «un maggiore impegno organizzativo del partito e la possibilità di lavorare sul piano politico-programmatico e sulla coalizione». Il PD diceva insomma di non aver ancora definito la coalizione (si parlava di far partecipare anche Italia dei Valori e Partito Socialista): ma in ogni caso nel tempo passato dal rinvio alla nuova data fissata per le votazioni non erano pervenute nuove candidature, se non quelle che facevano direttamente riferimento al PD.
A fine dicembre le primarie erano state spostate, una seconda volta, al primo febbraio. La segreteria regionale aveva giustificato lo slittamento con motivazioni tecnico-organizzative: «Vogliamo che le primarie si svolgano nella più ampia trasparenza possibile e quindi l’obiettivo principale del rinvio è fare in modo che si svolgano in serenità e con regole certe». La direzione aveva votato e approvato il rinvio. A fine gennaio era stata fatta una terza proposta di slittamento attraverso l’invio di una mail ai componenti della direzione. Ed era passata: era stato quindi deciso che le votazioni non si sarebbero tenute il primo febbraio ma il 22.
Lunedì 16 febbraio, la commissione per le primarie del centrosinistra in Campania ha dato parere favorevole a un nuovo slittamento dal 22 febbraio al primo marzo. Alla base del rinvio, ha spiegato il presidente della commissione Antonio Amato, ci sono motivi di natura organizzativa legati cioè al reclutamento di presidenti e scrutatori di seggio nelle aree interne della Campania. La richiesta di un rinvio è stata fatta dalla federazione del PD di Benevento. La decisione dovrà comunque essere ratificata dal voto della direzione che dovrebbe svolgersi stasera (non è chiaro se in un incontro o sempre attraverso l’invio di una mail, visti i tempi).
Nel frattempo
A metà gennaio uno dei primi tre candidati che avevano depositato le firme necessarie per partecipare alle primarie, Vincenzo De Luca sindaco di Salerno, era stato condannato a un anno di reclusione per abuso d’ufficio ed era stato anche interdetto per un anno dai pubblici uffici: De Luca ha presentato ricorso al TAR contro la sospensione e i giudici amministrativi l’hanno annullata reintegrandolo. De Luca, preso comunque atto della condanna, non ha però dimostrato l’intenzione di cambiare gli impegni politici già presi, primarie comprese:
«Apprendo di una mia condanna per abuso di ufficio. Mi auguro che questa vicenda sia assunta sul piano nazionale, in primo luogo dal Pd, come l’occasione per una grande battaglia a difesa delle persone perbene e degli amministratori che dedicano una vita al bene pubblico, ma sono costretti a vivere un calvario. Mi auguro che le carte processuali siano rese pubbliche, siano lette da tutti e in tutte le sedi: che si sviluppi una discussione pubblica, che si ragioni a voce alta su cosa è diventato il diritto in Italia. In queste condizioni, ben presto non ci sarà più nessuna persona perbene disponibile ad assumere responsabilità pubbliche, ma avremo soltanto o delinquenti o ignavi. Io non ho nessuna intenzione di mollare. Da oggi comincia una grande battaglia di civiltà».
I candidati sono intanto passati da tre a cinque. La senatrice salernitana Angelica Saggese si è ritirata. Oltre a Vincenzo De Luca e ad Andrea Cozzolino – eurodeputato, vincitore delle primarie, poi annullate, per scegliere il candidato sindaco di Napoli nel 2011 – hanno formalizzato la loro partecipazione: Marco Di Lello, 45 anni, coordinatore nazionale del Partito Socialista Italiano, eletto in Parlamento nel 2013; Nello Di Nardo, ex senatore dell’Italia dei Valori e Gennaro Migliore, ex capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà alla Camera dei Deputati che nel giugno del 2014 ha lasciato SEL e che lo scorso ottobre si è unito al Partito Democratico.
Le primarie si faranno?
Una delle critiche principali rivolte in questi mesi al PD è – attraverso i continui rinvii – di voler superare le primarie, cosa che non sarebbe però coerente con il percorso politico di molti attuali dirigenti del PD, a cominciare dallo stesso Renzi, che si è fondato proprio sulle primarie. Negli ultimi tempi ci sono stati diversi incontri tra Guerini e altri rappresentanti del PD in Campania allo scopo di trovare un candidato unitario che possa avere l’appoggio della maggioranza dei voti in assemblea regionale e che una parte del partito ritiene debba essere gradito anche a NCD che attualmente governa con Caldoro del PDL. Scrive il quotidiano La Città di Salerno: «Dunque si prende altro tempo. Tempo necessario ad attendere l’esito dell’incontro tra Lorenzo Guerini e il Nuovo Centrodestra di questa sera. Marche e Campania sono le due regioni che faranno parte di un patto tra PD e NCD».
Non ci sono spiegazioni “ufficiali” rispetto alla ricerca di un nome unitario, anche se si può immaginare il desiderio di evitare un’altra situazione potenzialmente caotica e dannosa come quella del 2011 (alla fine quell’anno alle comunali vinse Luigi De Magistris). Ma diversi giornali scrivono anche che questa situazione sarebbe legata ai due principali nomi in campo, De Luca e Cozzolino: hanno entrambi alle spalle lunghe carriere politiche, sono molto esperti e, come si dice, radicati-sul-territorio e, soprattutto, non sono considerati vicini o in buoni rapporti con Matteo Renzi, segretario nazionale del PD e presidente del Consiglio. A questo, si deve aggiungere l’imbarazzo che deriverebbe dalla candidatura di De Luca (e di una sua possibile vittoria) dopo la condanna. Sul nome del candidato unico circolano varie ipotesi anche sul fatto che le trattative potrebbero andare un po’ per i fatti loro e indipendentemente dalla volontà del partito nazionale. Scrive sempre La Città di Salerno:
«De Luca non ha intenzione di fare un passo indietro. Almeno di non farlo senza niente in mano. Quello che prova ad ottenere il sindaco è una lista civica sua in appoggio a qualsiasi candidato presidente del centrosinistra. Renzi storce il naso e anche gli altri, “piazzerebbe troppi uomini suoi in consiglio” dicono. Senza quella lista più un paio di nomi suoi in quella del PD (due sindaci ad esempio), De Luca non si smuove. Con De Luca fuori dalle primarie il candidato unico diventerebbe Andrea Cozzolino. Lo diventerebbe certamente perché è vero che Migliore ha dalla sua una buona maggioranza del partito, ma la stessa è pronta a consegnarsi all’europarlamentare che tecnicamente è più forte».