La tregua in Ucraina regge, per ora
Da questa notte la situazione è più tranquilla, anche se ci sono scontri sporadici intorno alla città di Debaltseve, non lontano da Donetsk
Alla mezzanotte di domenica 15 febbraio è entrata in vigore in Ucraina orientale una tregua tra esercito ucraino e ribelli filo-russi. Durante una conferenza stampa trasmessa a reti unificate, il presidente ucraino Petro Poroshenko ha ordinato all’esercito di sospendere le operazioni militari. Poroshenko ha chiesto che la tregua venga rispettata, ma ha anche detto che se i leader ribelli non fermeranno i loro attacchi a Debaltseve – una città della regione di Donetsk considerata importante strategicamente e contesa da qualche settimana – l’Ucraina risponderà con la forza.
Dopo la mezzanotte, erano le 23 di sabato sera in Italia, diversi giornalisti hanno scritto che i combattimenti si sono fermati quasi immediatamente lungo tutto il fronte. Nel corso della giornata di domenica, però, è diventato evidente che gli scontri non sono cessati completamente. Nella notte, il governo e i ribelli si sono scambiati accuse di aver violato la tregua, sparando alcuni colpi di mortaio contro le reciproche posizioni. In particolare, sembra che siano ancora in corso scambi di artiglieria intorno a Debaltseve, un’area dove gli osservatori dell’OSCE, incaricati di verificare il rispetto della tregua, hanno detto di non avere accesso. Al momento però non sembra che siano avvenute violazioni sostanziali.
Proprio a Debaltseve, un nodo ferroviario controllato dagli ucraini e quasi circondato dal territorio occupato dai separatisti, si era combattuto con grande intensità fino a poche ore prima dell’entrata in vigore della tregua. I ribelli avevano dichiarato che consideravano la cittadina esclusa dall’area in cui è in vigore la tregua.
La tregua è stata raggiunta mercoledì a Minsk, in seguito a una serie di incontri e trattative condotti dal presidente francese François Hollande e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. Gli accordi prevedono tra le clausole principali la cessazione delle operazioni militari lungo tutto il fronte e il ritiro degli armamenti pesanti, che dovranno essere tenuti a 25 chilometri di distanza dalla linea di demarcazione dei due eserciti. Si tratta di un accordo simile a quello sottoscritto in settembre e che però non è stato rispettato. Le questioni principali, come il futuro assetto dell’Ucraina orientale, non sono state incluse nel documento firmato a Minsk.
La guerra in Ucraina è cominciata nella primavera del 2014 e ha causato almeno 5.300 morti e ha costretto più di un milione di persone ad abbandonare le loro case. Gli scontri sono concentrati nelle regioni orientali dell’Ucraina dove una significativa parte della popolazione parla russo. I ribelli sono sostenuti dalla Russia, che ha fornito loro molte armi e mezzi pesanti. Diversi elementi indicano che in alcune occasioni l’esercito russo ha direttamente appoggiato i ribelli e che molti cittadini russi, tra cui alcuni militari, hanno combattuto e combattono ancora in Ucraina accanto ai ribelli.