Nuovi guai per Cristina Kirchner
Il procuratore che ha preso il posto di Alberto Nisman a capo dell'inchiesta contro la presidente argentina ha confermato le accuse e ha chiesto al giudice di indagare
Venerdì 13 febbraio il procuratore federale argentino Gerardo Pollicita, che dopo la morte del procuratore Alberto Nisman è stato nominato a capo dell’inchiesta giudiziaria contro la presidente argentina Cristina Kirchner, ha chiesto formalmente a un giudice federale di indagare su Kirchner e sugli altri membri del governo coinvolti nell’indagine. Pollicita ha confermato le accuse che erano state formulate da Nisman: presenterà le prove a sostegno della sua richiesta al giudice federale Daniel Rafecas, che dovrà decidere se incriminare o meno Kirchner. Potrebbe passare diverso tempo prima della decisione di Rafecas: le prove raccolte sono molto complesse, hanno scritto diversi giornalisti che stanno seguendo la vicenda, e c’è la possibilità che gli avvocati degli accusati provino intenzionalmente ad allungare i tempi.
Jorge Capitanich, capo del gabinetto di Kirchner, ha definito la decisione di Pollicita un “colpo di stato giudiziario”. Secondo il giornalista di BBC Ignacio de los Reyes, la richiesta di Pollicita era scontata, ma arriva nel peggior momento possibile per Kirchner: la presidente argentina è già accusata di avere gestito male le indagini sulla morte di Nisman e ora subirà un’ulteriore pressione da parte della magistratura, con cui non è in buoni rapporti. Il 18 febbraio è in programma una marcia di protesta organizzata a Buenos Aires da un gruppo di procuratori, che secondo le previsioni sarà la più grande protesta anti-governativa degli ultimi anni.
Kirchner, assieme al ministro degli Esteri e altri funzionari di governo, è accusata di avere cospirato per insabbiare un’indagine riguardante il presunto coinvolgimento dell’Iran in un attacco esplosivo a un centro ebraico a Buenos Aires nel 1994, che causò la morte di 85 persone. Secondo l’accusa, Kirchner ha chiesto al suo ministro degli Esteri Hector Timerman e ad altri funzionari di attivarsi per trovare una qualche forma di immunità per alcune persone di origini iraniane sospettate per l’attacco, sperando in questo modo di migliorare i rapporti diplomatici e commerciali con l’Iran (l’obiettivo, dice l’accusa, era quello di ottenere forniture di petrolio a prezzi più vantaggiosi e attenuare così i problemi dovuti alla crisi energetica in Argentina).
Lo scorso 19 gennaio il procuratore responsabile dell’inchiesta, Alberto Nisman, era stato trovato morto nel suo appartamento a Puerto Madero, un quartiere di Buenos Aires: Nisman avrebbe dovuto presentarsi dopo qualche ora davanti a una commissione parlamentare per esporre gli sviluppi dell’inchiesta. È stato trovato con la pistola con la quale sembra si sia sparato, anche se Kirchner stessa ha detto di essere convinta che Nisman non si sia suicidato. Venerdì la procuratrice generale Alejandra Gils Carbó ha nominato una squadra di quattro procuratori che prenderà in gestione le indagini sull’attentato vero e proprio, che Nisman aveva condotto per una decina d’anni.
Foto: AP Photo/Rodrigo Abd